lunedì, ottobre 10, 2011
"Diffidenze e rancori si sono fatti più forti negli ultimi anni, è una situazione che va curata” dice alla MISNA padre Luciano Verdoscia, un missionario comboniano che vive a poche centinaia di metri dall’epicentro delle violenze del Cairo di ieri sera

AgenziaMisna - Nella notte la televisione egiziana ha mostrato le immagini dell’automezzo militare che si è lanciato contro un gruppo di manifestanti facendo precipitare la situazione. “Gli scontri più gravi – racconta padre Verdoscia – si sono verificati sul lungofiume, in prossimità della sede della televisione di Stato e a circa 500 metri dal Museo egizio”. Sulla dinamica degli incidenti molto resta da capire, ma a preoccupare sono soprattutto le possibili ripercussioni delle violenze sulla “transizione” gestita dai vertici militari attraverso il Consiglio supremo delle Forze armate. A fine novembre è in programma una prima tornata delle elezioni legislative, un processo che dovrebbe portare l’anno prossimo all’insediamento di un’assemblea costituente e alla redazione di una nuova Carta fondamentale.

Secondo padre Verdoscia, è difficile capire se e cosa cambieranno gli scontri di ieri sera. Di sicuro i copti, una minoranza che vale circa il 10% degli 80 milioni di egiziani, si sentono spesso vittime di ingiustizie. “I cristiani a volte esagerano – dice il missionario – ma una discriminazione esiste davvero; ora poi preoccupano le dichiarazioni dei gruppi estremisti che chiedono l’introduzione della sharia, la legge islamica”.

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