Attaco finale dei ribelli. Secondo la stampa algerina, Gheddafi usa anche i kamikaze
Peacereporter - Sono ore decisive per il la Libia: il Consiglio nazionale di transizione (Cnt) ha annunciato l'offensiva finale contro Sirte e Bani Walid, le ultime città ancora fedeli a Gheddafi. Secondo al Arabiya, nella prima, città natale del Colonnello, sono morte 22 persone e sono rimaste ferite altre 146 durante i combattimenti tra lealisti ed esercito. Teatro degli scontri è il quartiere di al-Giza e la zona attorno all'ospedale Ibn Sina, all'interno del quale dovrebbe esserci il comando delle truppe di Gheddafi, guidato da Muttasim Gheddafi.
A Bani Walid, invece, si tratta per l'evacuazione dei civili, mentre sulla città marcia un convoglio di circa mille uomini e 100 veicoli corazzati, partito dal villaggio di Gargaresh, a 10 chilometri da Tripoli. Così ha riferito il comandante Moussa Ali delle forze del Cnt alla Radio Sawa. In città potrebbe trovarsi il figlio di Muhammar Gheddafi, Saif al Islam.
Secondo il quotidiano algerino 'en-Nahar', già ripreso da numerosi siti internet, un fedele al Colonnello appartenente alla tribù dei Warfalla si sarebbe fatto esplodere in un attacco kamikaze alle truppe del Cnt, dopo essersi finto un ribelle.
Il principe Idris al-Senussi, nipote del re deposto nel 1969 con la Jamaihiryya, la rivoluzione verde guidata da Gheddafi, è intervenuto oggi al forum internazionale Africa-Europa, dove ha dichiarato: « Il movimento di liberazione libico, in particolare partito da Bengasi per liberare Tripoli, ha messo a nudo la fragilità occidentale che ha accondisceso fino ad allora ai capricci tirannici di Gheddafi e della sua famiglia". "La presidente della Commissione diritti dell'Onu - ha poi aggiunto - ha mostrato fino a che punto la comunità internazionale fosse complice, poichè contemporaneamente Gheddafi apriva le frontiere per spingere verso l'Europa poveri e diseredati da paesi confinanti, i cui governi sono complici a lui asserviti".
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