martedì, ottobre 04, 2011
“Ringrazio il governo italiano per i feriti accolti negli ospedali italiani. Anche altri Paesi dovrebbero compiere simili gesti umanitari” dice all’agenzia Fides mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli.

Radio Vaticana - La scorsa settimana 25 feriti, vittime degli scontri ancora in corso in Libia, sono stati imbarcati su aerei dell’aeronautica italiana per essere ricoverati in strutture ospedaliere romane. La Croce Rossa Internazionale definisce “disperata” la situazione di Sirte, la città natale di Gheddafi, dove si concentrano i combattimenti tra le forze del Consiglio Nazionale di Transizione e i fedeli del deposto leader libico. Secondo la Croce Rossa, oltre ad acqua, luce e cibo, nella città cominciano a scarseggiare le medicine. Fino ad oggi circa 10 mila persone hanno lasciato Sirte, che contava 70 mila abitanti. Di questi 10 mila, almeno un terzo ha deciso di allestire accampamenti nelle aree desertiche a pochi chilometri dalla città, così da non allontanarsi troppo dalle proprie case. Intanto si aggrava la situazione negli ospedali dove i malati continuano a morire per mancanza di ossigeno e carburante per i gruppi elettrogeni. “Il fatto che si continui a combattere mi rattrista molto - prosegue mons. Martinelli - Il nostro auspicio è che si trovi al più presto una soluzione pacifica che eviti altre vittime”. Per quanto riguarda Tripoli, mons. Martinelli afferma che “i servizi essenziali sono bene o male garantiti. Siamo inoltre felici che sia stato annunciato entro i primi di novembre il riprestino dei collegamenti aerei dall’aeroporto di Tripoli”. “La vita della Chiesa prosegue, e abbiamo la gioia di aver qui con noi mons. Tommaso Caputo, nunzio apostolico a Malta e in Libia, in visita a Tripoli per contatti con le nuove autorità” conclude mons. Martinelli. (R.P.)

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

Mons. Martinelli incominci a raccontare la verità, su questa sporca guerra fatta per accaparrarsi le risorse libiche. Racconti di come sono morte la maggioranza delle vittime, e di come mai gli ospedali sono disastrati. Dica pure che le scuole sono state altrettanto bombardate, così come la maggior parte delle case dei Libici.
Lo sbandieri ai quattro venti che i civili innocenti subiscono bombardamenti quotidiani da circa 7 mesi.
E adesso plaude gli italiani che soccorrono i feriti, dopo che hanno causato morte e distruzione?
Questa non è carità cristiana, ma semplice carità pelosa!

nemo profeta

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