Mons. Crociata: "Percorsi politici innovativi per i cattolici,
ma la Chiesa non fa i governi né li manda a casa"
ma la Chiesa non fa i governi né li manda a casa"
Si sono conclusi i lavori della sessione autunnale del Consiglio episcopale permanente della Cei. Questa mattina nella sede della nostra emittente la conferenza stampa finale, alla presenza del segretario generale, mons. Mariano Crociata, che ha illustrato in relazione all’analisi fatta dai vescovi in questi giorni della realtà italiana le linee guida e le priorità della Chiesa dei prossimi anni, in primo piano educazione cristiana, famiglia e formazione sacerdotale.
RadioVaticana - Mettersi in ascolto del presente, per darne una lettura di fede, sotto la spinta dell’invito fatto in apertura dal cardinale Bagnasco a “non rimanere spettatori intimiditi di un Paese disamorato e rassegnato, che subiscono l‘oscuramento della speranza collettiva”. Da questa consapevolezza condivisa sono partiti i vescovi italiani nei lavori della settimana. Nello specifico, ha preso forma l’urgenza di “concorrere alla rigenerazione del soggetto cristiano”, ossia alla riproposta in chiave sociale dell’esperienza di fede, riconosciuta come questione decisiva. Questo dopo una prima fase di analisi attenta della realtà svolta dai vescovi, da cui emerge, dicono, un Occidente scosso da una globalizzazione non governata, da un generale calo demografico ed incapace di correggere abitudini di vita superiori alle proprie possibilità. Da qui la questione morale e il rischio povertà per le famiglie. Mons. Crociata: “L’immagine di istituzioni compromesse da comportamenti impropri, da corruzione diffusa, da speculazione: questa considerazione amareggia a fronte dei drammi che si vivono, come quello dell’immigrazione o di un progressivo impoverimento delle famiglie e dell’esigenza di provvedimenti economici, che provino ad affrontare la gravità della crisi”.
In questa analisi, e mons. Crociata lo ha ribadito rispondendo anche ai giornalisti, non c’è un giudizio politico, che non compete alla Cei, la quale – dice - non fa i governi e neanche li manda a casa, bensì c’è lo sforzo a far convergere il senso di responsabilità intorno a valori condivisi:
“Perché attorno a questi valori si ritrovi una volontà di sostenere e accompagnare il Paese in questa fase che presenta difficoltà di vario genere”.
I vescovi si richiamano alla sapienza della Dottrina sociale della Chiesa che può dare speranza, dicono, passando attraverso la riaffermazione del primato della persona, della famiglia, di percorsi politici innovativi cui i cattolici si impegnino con ritrovato vigore, pur senza pensare di fare rinascere un partito politico. Quindi sono state valorizzate sia le tante iniziative con cui la Chiesa sostiene il bene comune nel tessuto sociale e soprattutto è stata ribadita dai vescovi la centralità dell’educazione alla fede. Ancora mons. Crociata:
“L’esigenza di fare della fede l’orizzonte all’interno del quale il nostro sguardo e la nostra iniziativa si muovono. Ed è proprio dalla fede che sgorga la speranza. In questo senso, la questione di Dio rimane decisiva anche come fondamento di una ripresa, pur in una situazione difficile”.
Da qui il Consiglio permanente ha formulato il programma di lavoro della Cei per il prossimo quadriennio, mettendo a fuoco soggetti e metodi dell’educazione in rapporto in questo primo periodo, verso il 2020, con la comunità ecclesiale. Alla famiglia, a tutto tondo - non solo soggetto sociale, ma anche giuridico, antropologico, teologico - sarà invece dedicata la prossima la 47.ma Settimana sociale dei cattolici italiani, che probabilmente si svolgerà in una città del nord. Rimandata invece alla prossima sessione di lavoro la definizione finale della bozza esplicativa per l’Italia delle linee guida della Congregazione della Dottrina della Fede circa gli abusi sessuali sui minori compiuti da chierici.
RadioVaticana - Mettersi in ascolto del presente, per darne una lettura di fede, sotto la spinta dell’invito fatto in apertura dal cardinale Bagnasco a “non rimanere spettatori intimiditi di un Paese disamorato e rassegnato, che subiscono l‘oscuramento della speranza collettiva”. Da questa consapevolezza condivisa sono partiti i vescovi italiani nei lavori della settimana. Nello specifico, ha preso forma l’urgenza di “concorrere alla rigenerazione del soggetto cristiano”, ossia alla riproposta in chiave sociale dell’esperienza di fede, riconosciuta come questione decisiva. Questo dopo una prima fase di analisi attenta della realtà svolta dai vescovi, da cui emerge, dicono, un Occidente scosso da una globalizzazione non governata, da un generale calo demografico ed incapace di correggere abitudini di vita superiori alle proprie possibilità. Da qui la questione morale e il rischio povertà per le famiglie. Mons. Crociata: “L’immagine di istituzioni compromesse da comportamenti impropri, da corruzione diffusa, da speculazione: questa considerazione amareggia a fronte dei drammi che si vivono, come quello dell’immigrazione o di un progressivo impoverimento delle famiglie e dell’esigenza di provvedimenti economici, che provino ad affrontare la gravità della crisi”.
In questa analisi, e mons. Crociata lo ha ribadito rispondendo anche ai giornalisti, non c’è un giudizio politico, che non compete alla Cei, la quale – dice - non fa i governi e neanche li manda a casa, bensì c’è lo sforzo a far convergere il senso di responsabilità intorno a valori condivisi:
“Perché attorno a questi valori si ritrovi una volontà di sostenere e accompagnare il Paese in questa fase che presenta difficoltà di vario genere”.
I vescovi si richiamano alla sapienza della Dottrina sociale della Chiesa che può dare speranza, dicono, passando attraverso la riaffermazione del primato della persona, della famiglia, di percorsi politici innovativi cui i cattolici si impegnino con ritrovato vigore, pur senza pensare di fare rinascere un partito politico. Quindi sono state valorizzate sia le tante iniziative con cui la Chiesa sostiene il bene comune nel tessuto sociale e soprattutto è stata ribadita dai vescovi la centralità dell’educazione alla fede. Ancora mons. Crociata:
“L’esigenza di fare della fede l’orizzonte all’interno del quale il nostro sguardo e la nostra iniziativa si muovono. Ed è proprio dalla fede che sgorga la speranza. In questo senso, la questione di Dio rimane decisiva anche come fondamento di una ripresa, pur in una situazione difficile”.
Da qui il Consiglio permanente ha formulato il programma di lavoro della Cei per il prossimo quadriennio, mettendo a fuoco soggetti e metodi dell’educazione in rapporto in questo primo periodo, verso il 2020, con la comunità ecclesiale. Alla famiglia, a tutto tondo - non solo soggetto sociale, ma anche giuridico, antropologico, teologico - sarà invece dedicata la prossima la 47.ma Settimana sociale dei cattolici italiani, che probabilmente si svolgerà in una città del nord. Rimandata invece alla prossima sessione di lavoro la definizione finale della bozza esplicativa per l’Italia delle linee guida della Congregazione della Dottrina della Fede circa gli abusi sessuali sui minori compiuti da chierici.
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