Il 2 novembre infonde una melanconia struggente che ha potere di distoglierci dal quotidiano, dagli affanni, dalle passioni di tutti i giorni, facendo rivolgere il nostro pensiero alla morte…
Ricordando chi non è più tra noi, soffermiamoci un istante a levar una preghiera di suffragio per coloro che ci hanno e che abbiamo amato, con cui abbiamo percorso insieme un tratto della nostra strada, con cui abbiamo condiviso molto. Gioia e dolore, speranza e delusione, finanche a volte inimicizia stupida ad osservarla col senno di poi. Persone che ci hanno regalato un sorriso, un abbraccio, un complimento che ci è rimasto nel cuore e nella mente e che un giorno, senza dirci nulla, se ne sono andate.
Non potremo mai più dire loro l’ultima cosa che avremmo voluto dire, non potremo più osservarne il viso e nemmeno udirne la voce. Se ne sono andati lasciandoci qui, a volte soli e con il rimpianto e l’impotenza che avvertiamo davanti a quella fatal quiete descritta magistralmente da Ugo Foscolo. A che valgono mai di fronte ad essa le nostre angosce, le nostre cattiverie, i desideri di primeggiare sempre e comunque, l’accumular denari? Quando arriverà anche l’ora nostra dovremo lasciar qui ogni cosa. Nulla è mai assolutamente nostro. Lasceremo un’orma del nostro terreno andare oppure solamente un graffio sulla strada della vita?
In questi giorni visiteremo i cimiteri ove dormono parenti e amici che ci furon cari e nei volti ritratti sulle lapidi cercheremo sguardi che non ci sono più. Ci rimarrà solo la consolante promessa del Salvatore che ha detto: “Io sono la resurrezione e la vita!”
Ricordando chi non è più tra noi, soffermiamoci un istante a levar una preghiera di suffragio per coloro che ci hanno e che abbiamo amato, con cui abbiamo percorso insieme un tratto della nostra strada, con cui abbiamo condiviso molto. Gioia e dolore, speranza e delusione, finanche a volte inimicizia stupida ad osservarla col senno di poi. Persone che ci hanno regalato un sorriso, un abbraccio, un complimento che ci è rimasto nel cuore e nella mente e che un giorno, senza dirci nulla, se ne sono andate.
Non potremo mai più dire loro l’ultima cosa che avremmo voluto dire, non potremo più osservarne il viso e nemmeno udirne la voce. Se ne sono andati lasciandoci qui, a volte soli e con il rimpianto e l’impotenza che avvertiamo davanti a quella fatal quiete descritta magistralmente da Ugo Foscolo. A che valgono mai di fronte ad essa le nostre angosce, le nostre cattiverie, i desideri di primeggiare sempre e comunque, l’accumular denari? Quando arriverà anche l’ora nostra dovremo lasciar qui ogni cosa. Nulla è mai assolutamente nostro. Lasceremo un’orma del nostro terreno andare oppure solamente un graffio sulla strada della vita?
In questi giorni visiteremo i cimiteri ove dormono parenti e amici che ci furon cari e nei volti ritratti sulle lapidi cercheremo sguardi che non ci sono più. Ci rimarrà solo la consolante promessa del Salvatore che ha detto: “Io sono la resurrezione e la vita!”
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È presente 1 commento
E'bello leggere parole di riflessione su una ricorrenza che per molti è occasione di vacanza, mentre dovrebbe essere il giorno da dedicare al ricordo dei propri cari e dire ,col pensiero e la preghiera ciò che non possiamo più dire a voce perchè davanti a noi c'è solo una lapide scolpita che ci ricorda il destino certo di ognuno di noi. Come sempre tanti complimenti per forma e contenuti.
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