Jet, elicotteri e truppe di terra marciano verso le roccaforti di al Shaabab nel sud del Paese
PeaceReporter - Le truppe del Kenya marciano verso la città di Afmadow, una delle roccaforti di al Shabaab nella Somalia meridionale. L'avanzata, che è stata ritardata da una forte pioggia che si è abbattuta sulle coste dell'Africa orientali nel weekend, segue di pochi giorni un raid aereo. Secondo il portavoce delle truppe di Nairobi Emmanuel Chirchir "le armate del Kenya si stanno comportando bene, abbiamo sradicato al Shabaab dal distretto di Dholbey". L'avanzata è accompagnata da jet ed elicotteri in cielo, pronti a intervenire nel caso di conflitto, peraltro già annunciato dalle milizie filoqaediste somale. Così, infatti, si è pronunciato il portavoce del gruppo terroristico, Sheikh Ali Mohamud Furia: "Ci difenderemo. Il Kenya non conosce la guerra, al contrario della Somalia. I palazzoni di Nairobi verranno distrutti".
Sul confine tra i due Paesi, intanto, la polizia keniana ha arrestato due cittadini britannici sospettati di collaborazionismo con i qaedisti somali: "Pensiamo che stessero coordinando le attività di al Shabaab".
Nelle ultime settimane, i miliziani somali hanno sequestrato una turista francese, una britannica e due cooperanti spagnole di Medici senza frontiere. A quanto afferma la radio statale di Mogadiscio, che cita Yusuf Hussein Dhumal, un comandante somalo che sta partecipando all'offensiva contro i guerriglieri, i prigionieri si troverebbero nella città di Kisimayo.
Prima del Kenya, l'ultimo Paese che aveva tentato un'offensiva in Somalia era stata l'Etiopia nel 2006. Nonostante questo, però, il Governo federale di transizione (Tfg), l'esecutivo sostenuto dalla comunità internazionale, controlla solo una minima parte della capitale Mogadiscio.
PeaceReporter - Le truppe del Kenya marciano verso la città di Afmadow, una delle roccaforti di al Shabaab nella Somalia meridionale. L'avanzata, che è stata ritardata da una forte pioggia che si è abbattuta sulle coste dell'Africa orientali nel weekend, segue di pochi giorni un raid aereo. Secondo il portavoce delle truppe di Nairobi Emmanuel Chirchir "le armate del Kenya si stanno comportando bene, abbiamo sradicato al Shabaab dal distretto di Dholbey". L'avanzata è accompagnata da jet ed elicotteri in cielo, pronti a intervenire nel caso di conflitto, peraltro già annunciato dalle milizie filoqaediste somale. Così, infatti, si è pronunciato il portavoce del gruppo terroristico, Sheikh Ali Mohamud Furia: "Ci difenderemo. Il Kenya non conosce la guerra, al contrario della Somalia. I palazzoni di Nairobi verranno distrutti".
Sul confine tra i due Paesi, intanto, la polizia keniana ha arrestato due cittadini britannici sospettati di collaborazionismo con i qaedisti somali: "Pensiamo che stessero coordinando le attività di al Shabaab".
Nelle ultime settimane, i miliziani somali hanno sequestrato una turista francese, una britannica e due cooperanti spagnole di Medici senza frontiere. A quanto afferma la radio statale di Mogadiscio, che cita Yusuf Hussein Dhumal, un comandante somalo che sta partecipando all'offensiva contro i guerriglieri, i prigionieri si troverebbero nella città di Kisimayo.
Prima del Kenya, l'ultimo Paese che aveva tentato un'offensiva in Somalia era stata l'Etiopia nel 2006. Nonostante questo, però, il Governo federale di transizione (Tfg), l'esecutivo sostenuto dalla comunità internazionale, controlla solo una minima parte della capitale Mogadiscio.
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