E’ il tema del convegno nazionale della FISC (Federazione italiana settimanali cattolici) svoltosi a Cesena dal 20 al 22 ottobre in occasione dei 100 anni del Corriere Cesenate
È stato un evento non solo per noi che l’abbiamo organizzato, ma anche per la nostra città: avere ospiti 200 giornalisti da 17 regioni d’Italia e da tre città europee non è di certo fatto di poco conto per il nostro territorio. Per tre giorni i direttori, gli amministratori, i redattori e i collaboratori dei 189 periodici diocesani che formano la federazione nazionale si sono confrontati sul tema: "Territorio e internet: due luoghi da abitare". Nel momento della crisi della carta stampata, il giornale locale resta un ancoraggio sicuro per chi rischia di perdersi nella rete. Ma anche il web, è stato detto e ripetuto, è un territorio che va abitato e presidiato, perché tutto ciò che è umano interessa l’esperienza cristiana. Il continente digitale, che per sua definizione sembra non avere confini, si aggiunge al giornale che è composto di pagine limitate. Si tratta di uno spazio nuovo, inedito, da riempire di contenuti originali e unici, come quelli che possono proporre i settimanali cattolici. Occorre un linguaggio adatto, che si metta in sintonia con i tempi e con i fruitori della rete, senza per questo rinunciare alla validità del messaggio di cui da sempre si è portatori.
Fra i numerosi interventi, tutti di notevole stimolo, cito in maniera del tutto particolare quello del segretario della Cei, monsignor Mariano Crociata, che ha ribadito la validità dell’esperienza dei giornali delle Diocesi e ha invitato a proseguire lungo la strada tracciata da tempo. Riporto un passaggio molto significativo, che vale la pena sottolineare. "Continuate ad essere voce del territorio. Innovate la vostra grafica, ma soprattutto prestate attenzione ai contenuti: raccontate la cronaca, aiutate a contestualizzare gli eventi, curate la scrittura, investite in qualità. In secondo luogo, fatevi scegliere per una linea editoriale coraggiosa e riconoscibile nella sua identità ecclesiale, sul tracciato della dottrina sociale della Chiesa con la sua costitutiva articolazione di etica della vita ed etica sociale gerarchicamente ordinate e connesse. Abitate il "cortile dei gentili", attenti a sollevare domande, pronti a proporre percorsi di risposta. Infine, le opportunità del nostro tempo siano ulteriore motivo di sinergia tra voi. La presenza in rete diventerà allora possibilità e impegno a fare sistema (Rete, appunto), a scambiarsi materiali, a lavorare insieme, a sostenersi reciprocamente. Anche l’adesione all’Unione cattolica della stampa italiana - l’Ucsi - può essere via di spiritualità, di formazione e di cultura, oltre che modalità per stringere preziosi rapporti con i colleghi che lavorano nelle altre testate”. Parole queste che per noi sono un impegno e uno stimolo che, sommate al messaggio del nostro vescovo Douglas, ci incoraggiano ad andare avanti, oltre le celebrazioni per i cento anni, certi di avere una parola di speranza da dare agli uomini e alle donne di questo nostro tempo.
È stato un evento non solo per noi che l’abbiamo organizzato, ma anche per la nostra città: avere ospiti 200 giornalisti da 17 regioni d’Italia e da tre città europee non è di certo fatto di poco conto per il nostro territorio. Per tre giorni i direttori, gli amministratori, i redattori e i collaboratori dei 189 periodici diocesani che formano la federazione nazionale si sono confrontati sul tema: "Territorio e internet: due luoghi da abitare". Nel momento della crisi della carta stampata, il giornale locale resta un ancoraggio sicuro per chi rischia di perdersi nella rete. Ma anche il web, è stato detto e ripetuto, è un territorio che va abitato e presidiato, perché tutto ciò che è umano interessa l’esperienza cristiana. Il continente digitale, che per sua definizione sembra non avere confini, si aggiunge al giornale che è composto di pagine limitate. Si tratta di uno spazio nuovo, inedito, da riempire di contenuti originali e unici, come quelli che possono proporre i settimanali cattolici. Occorre un linguaggio adatto, che si metta in sintonia con i tempi e con i fruitori della rete, senza per questo rinunciare alla validità del messaggio di cui da sempre si è portatori.
Fra i numerosi interventi, tutti di notevole stimolo, cito in maniera del tutto particolare quello del segretario della Cei, monsignor Mariano Crociata, che ha ribadito la validità dell’esperienza dei giornali delle Diocesi e ha invitato a proseguire lungo la strada tracciata da tempo. Riporto un passaggio molto significativo, che vale la pena sottolineare. "Continuate ad essere voce del territorio. Innovate la vostra grafica, ma soprattutto prestate attenzione ai contenuti: raccontate la cronaca, aiutate a contestualizzare gli eventi, curate la scrittura, investite in qualità. In secondo luogo, fatevi scegliere per una linea editoriale coraggiosa e riconoscibile nella sua identità ecclesiale, sul tracciato della dottrina sociale della Chiesa con la sua costitutiva articolazione di etica della vita ed etica sociale gerarchicamente ordinate e connesse. Abitate il "cortile dei gentili", attenti a sollevare domande, pronti a proporre percorsi di risposta. Infine, le opportunità del nostro tempo siano ulteriore motivo di sinergia tra voi. La presenza in rete diventerà allora possibilità e impegno a fare sistema (Rete, appunto), a scambiarsi materiali, a lavorare insieme, a sostenersi reciprocamente. Anche l’adesione all’Unione cattolica della stampa italiana - l’Ucsi - può essere via di spiritualità, di formazione e di cultura, oltre che modalità per stringere preziosi rapporti con i colleghi che lavorano nelle altre testate”. Parole queste che per noi sono un impegno e uno stimolo che, sommate al messaggio del nostro vescovo Douglas, ci incoraggiano ad andare avanti, oltre le celebrazioni per i cento anni, certi di avere una parola di speranza da dare agli uomini e alle donne di questo nostro tempo.
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