Assalite ed incendiate le sedi del partito islamico di Ennahda
PeaceReporter - A pochi giorni dalle elezioni che hanno portato con una vittoria schiacciante il partito islamico Ennahda alla vittoria, scattano le prime rivolte in Tunisia. L'inizio della protesta ha avuto il suo centro nella città di Sidi Bouzid, dopo un commento poco felice da parte del segretario generale del partito islamista, Hammadi Djebali, che aveva definito come degli ignoranti coloro che avevano dato il loro voto alle liste di Hechmi Hadmi, leader del Petition populaire.
Le reazioni dei cittadini si sono poi notevolemte aggravate di fronte alla notizia della cancellazione delle liste del partito di Hadmi in sei circoscrizioni per la presenza di candidati ritenuti un tempo vicini all'ex governatore Ben Ali, alla quale il leader del partito avrebbe risposto con l'annuncio delle dimissioni dall'Assemblea Costituente per protesta.
Presi d'assalto la sedi del partito di Ennahda, ed il Municipio della città. Durante gli attacchi sono state lanciate pietre, infrante vetrate e appiccati incendi. La polizia ha risposto con il lancio di gas lacrimogeni per disperdere la folla, prevalentemente giovani, che però non si sono arresi, prendendo di fatto il controllo della città attraverso l'occupazione delle principali strade della zona.
Un'altra protesta si è accesa nella notte a Regueb, cittadina ad una cinquantina di chilometri da Sidi Bouzid. Testimoni hanno detto che sarebbe stato sparato anche un colpo d'arma da fuoco.
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