martedì, novembre 01, 2011
Nella prigione afghana si consumavano violazioni dei diritti umani. La Cia l'ha sempre saputo ma non è mai intervenuta

PeaceReporter - Kabul come Abu Ghraib. Investigatori delle Nazioni Unite, dall'ottobre 2010, hanno raccolto storie di detenuti nelle carceri afghane che raccontano di torture e sevizie. Le strutture incriminate sono gestite dal National Directorate of Security (Nds), il servizio di intelligence afghano. Nonostante militari occidentali visitino settimanalmente le prigioni, nulla è cambiato da quando a settembre l'Onu ha pubblicato il rapporto in cui denuncia le torture. Anzi, da quanto emerge nell'ultima inchiesta del Washington Post la Cia ne era al corrente da tempo e non ha mai fatto niente per impedirlo.

Il Dipartimento 124 è ormai sinonimo di tortura. La prigione dista pochi passi dal quartier generale dei militari statunitensi nella capitale afghana e al suo interno si trovano oltre 40 detenuti accusati di terrorismo. La gente del luogo la chiama "l'Inferno". Il 30 agosto, le voci sulle torture si sono fatte talmente insistenti che il generale dei Marines John Allen ha dovuto ordinare di smettere di mandare i prigionieri al Dipartimento 124. I vertici dell'esercito, poi, avevano messo in piedi in fretta e furia una squadra per tenere sotto controllo le strutture carcerarie. Ma non è cambiato nulla: i detenuti hanno continuato ad essere trasferiti nella struttura incriminata.

"Ogni volta che sono state denunciate violazioni dei diritti umani, ci siamo mossi con rapidità" ha ribattuto il portavoce della Casa Bianca Caitlin Hayden. Eppure il Washington Post ricorda che esistevano già ben prima della fine di agosto documenti che provavano le torture del Dipartimento 124 e che il Leahy Amendment, una legge statunitense, proibisce di mantenere i contatti con forze di Paesi stranieri su cui ci siano "prove evidenti" di crimini contro l'umanità.

Nonostante lo scandalo, gli Stati Uniti non hanno ancora introdotto nessuno strumento di monitoraggio delle carceri. Il direttore dei servizi segreti afghani Ahmed Zia, in un'intervista ha detto che le Nazioni Unite hanno redatto un documento approssimativo e accusatorio e ha aggiunto che a violare i diritti umani sono gli insorti che si addestrano nel vicino Pakistan: "Noi - ha concluso - non abbiamo nulla da temere". Dall'inizio del mese ci sono state tre ispezioni al Dipartimento 124, ma sembra che non abbiano sortito ancora nessun effetto.

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