Antonio Turri, Libera: «I giovani presenti ogni giorno al Villaggio della legalità sono la migliore risposta a questi attacchi».
Liberainformazione - Se ne sono accorti venerdì sera quando con 300 scout in arrivo hanno provato ad avviare l'acqua, come fanno ogni giorno e hanno scoperto che l'impianto idraulico era stato messo fuori uso. Raccontano così l'ennesimo attacco al bene confiscato di Borgo Sabatino, i volontari di Libera che operano e animano quel territorio. Non c'è pace per questo presidio di legalità, dedicato alla memoria dell’avvocato Serafino Famà ucciso dalla mafia a Catania, da poco inaugurato e che ha già subito fra il 21 e il 22 ottobre un raid vandalico che aveva distrutto gran parte del Villaggio. Rimesso in piedi in pochi giorni con l'aiuto di tanti è ancora nel mirino delle mafie.
«Ci siamo accorti solo venerdì sera – dichiara Antonio Turri di Libera – che qualcuno aveva reso inutilizzabile l'impianto idraulico. Questo vuol dire non avere acqua, l'uso dei bagni e quindi agibilità dello stabile in questi giorni. C’erano in programma numerose iniziative, la proiezione del documentario su “la Quinta mafia” e poi l’arrivo di tanti giovani scout da varie località del Lazio che adesso dovremo capire come accogliere visto questo ennesimo danneggiamento».
Ha la voce stanca Turri mentre ci racconta di questo episodio che ancora una volta fa capire quanto scomodo sia il lavoro che stanno facendo su quel bene confiscato. Ma come sempre ferma e determinata a non fare passi indietro. «Noi proseguiamo come sempre – continua Turri - soprattutto perché non siamo soli. La migliore risposta a questi attacchi la danno i tanti giovani che sono arrivati qui: tantissimi gli scout, da Nettuno, da Latina, da Roma. Con loro oggi proseguiremo nonostante i disagi».
Vicini alla rete di associazioni di Libera i cittadini e anche molte amministrazioni comunali. Una grande rete di solidarietà e corresponsabilità che si è messa in moto subito, spontaneamente, in un rincorrersi di notizie, che ha fatto il giro anche dei social network e della stampa. «Rimane – conclude Turri – la necessità sempre più evidente di mettere in sicurezza questo campo confiscato. Alla luce di questi continui danneggiamenti ci sembra adesso il momento di procedere in questa direzione».
Solo qualche giorno fa a Roma un grande appuntamento di formazione sulle mafie nel Lazio aveva visto la partecipazione di magistrati, studiosi, forze dell’ordine, associazioni, giornalisti per ragionare insieme sull’aggressione mafiosa al territorio. Nella capitale, inoltre, è escalation di omicidi, anche in pieno centro storico. La mafia da "Contaminazione" - come ha dichiarato anche il questore di Frosinone, Giuseppe De Matteis - ha messo radici in varie parti della regione. Così la parola "radicamento" non è più una esagerazione ma un dato concerto, confermato anche da questi attacchi al bene confiscato a Latina.
Liberainformazione - Se ne sono accorti venerdì sera quando con 300 scout in arrivo hanno provato ad avviare l'acqua, come fanno ogni giorno e hanno scoperto che l'impianto idraulico era stato messo fuori uso. Raccontano così l'ennesimo attacco al bene confiscato di Borgo Sabatino, i volontari di Libera che operano e animano quel territorio. Non c'è pace per questo presidio di legalità, dedicato alla memoria dell’avvocato Serafino Famà ucciso dalla mafia a Catania, da poco inaugurato e che ha già subito fra il 21 e il 22 ottobre un raid vandalico che aveva distrutto gran parte del Villaggio. Rimesso in piedi in pochi giorni con l'aiuto di tanti è ancora nel mirino delle mafie.
«Ci siamo accorti solo venerdì sera – dichiara Antonio Turri di Libera – che qualcuno aveva reso inutilizzabile l'impianto idraulico. Questo vuol dire non avere acqua, l'uso dei bagni e quindi agibilità dello stabile in questi giorni. C’erano in programma numerose iniziative, la proiezione del documentario su “la Quinta mafia” e poi l’arrivo di tanti giovani scout da varie località del Lazio che adesso dovremo capire come accogliere visto questo ennesimo danneggiamento».
Ha la voce stanca Turri mentre ci racconta di questo episodio che ancora una volta fa capire quanto scomodo sia il lavoro che stanno facendo su quel bene confiscato. Ma come sempre ferma e determinata a non fare passi indietro. «Noi proseguiamo come sempre – continua Turri - soprattutto perché non siamo soli. La migliore risposta a questi attacchi la danno i tanti giovani che sono arrivati qui: tantissimi gli scout, da Nettuno, da Latina, da Roma. Con loro oggi proseguiremo nonostante i disagi».
Vicini alla rete di associazioni di Libera i cittadini e anche molte amministrazioni comunali. Una grande rete di solidarietà e corresponsabilità che si è messa in moto subito, spontaneamente, in un rincorrersi di notizie, che ha fatto il giro anche dei social network e della stampa. «Rimane – conclude Turri – la necessità sempre più evidente di mettere in sicurezza questo campo confiscato. Alla luce di questi continui danneggiamenti ci sembra adesso il momento di procedere in questa direzione».
Solo qualche giorno fa a Roma un grande appuntamento di formazione sulle mafie nel Lazio aveva visto la partecipazione di magistrati, studiosi, forze dell’ordine, associazioni, giornalisti per ragionare insieme sull’aggressione mafiosa al territorio. Nella capitale, inoltre, è escalation di omicidi, anche in pieno centro storico. La mafia da "Contaminazione" - come ha dichiarato anche il questore di Frosinone, Giuseppe De Matteis - ha messo radici in varie parti della regione. Così la parola "radicamento" non è più una esagerazione ma un dato concerto, confermato anche da questi attacchi al bene confiscato a Latina.
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