martedì, novembre 01, 2011
Essere leggeri vuol dire aver ben chiaro dove è il significato e il centro della nostra esistenza interiore

di Carlo Mafera

Appunti per il prossimo millennio è un omaggio dinamico e brillante alla figura incommensurabilmente geniale di Italo Calvino, e la scelta vincente è consistita nel rappresentarlo con grande leggerezza. Carla Ferraro e Antonio Pizzicato hanno infatti investito le loro doti artistiche in un allestimento che convince proprio per la sua leggerezza. C’è una gioia esplosiva in ogni scambio e una grandissima velocità di parole e gesti, e le canzoncine - accompagnate dalla fisarmonica di Gianluca Casadei - colpiscono per l’arrangiamento indovinato. Mentre guardavo il pezzo teatrale, mi venivano in mente le considerazioni che Italo Calvino faceva sulla leggerezza: “Come la melanconia è la tristezza diventata leggera, così lo humour è il comico che ha perso la pesantezza corporea”. Viviamo in un’epoca dove regna sovrana la pesantezza, che è uno stato d’animo più nobile rispetto a quello della leggerezza. Sembra che non si possa vivere senza necessariamente il pesante fardello della tristezza. Ma il problema è un altro: come si può alleggerire la gravità della condizione umana senza sentirci in colpa? So bene che le obiezioni di coloro che sono pesanti sarebbero tante e molto di esse metterebbero in evidenza come non è proprio possibile essere leggeri quando si hanno problemi seri, in famiglia o sul lavoro, o quando alcune relazioni sono in crisi. Mi permetto di dissentire e affermare decisamente che non solo è possibile, ma, anzi, sottolineo che è proprio in quei momenti che diamo prova della nostra capacità di slancio intellettuale, emotivo, relazionale. Del resto sarebbe troppo facile essere leggeri quando tutto va bene. La leggerezza è un dono di Dio che si conquista anche con lacrime e fatica ed esige che rimettiamo in discussione l’elenco delle nostre priorità esistenziali. Essere leggeri vuol dire aver ben chiaro dove è il significato, il senso, il centro della nostra esistenza interiore, così come delle nostre attività, e avvicinarsi ad esse senza appesantirsi o appesantire gli altri.


Nel partecipare ad una rappresentazione come questa ho preso le distanze dalla cruda realtà e ho preso coscienza che la vita si può condurre solo se abbiamo in tasca una moneta decisiva: che ha, su una faccia, la leggerezza e, sull’altra, l’umorismo.

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