Sale a oltre 500 il bilancio delle vittime in tutto il Paese delle “peggiori alluvioni delgi ultimi 50 anni”. Un terzo dei distretti interessati dalle operazioni di sgombero. La premier Shinawatra chiede “pazienza”. Attesa fra il 10 e il 15 novembre una nuova ondata di piena.
Asianews - Bangkok. Continua l’emergenza causata dalle “peggiori alluvioni degli ultimi 50 anni” in Thailandia, dove sono morte oltre 500 persone dall’inizio dell’emergenza nel luglio scorso. In molte aree di Bangkok permane l’allerta e sono riprese le operazioni di evacuazione dei cittadini, mentre l’ondata di acqua si muove in direzione sud, verso il mare. Le organizzazioni umanitarie manifestano preoccupazione per la contaminazione dell’acqua, che rischia di innescare una vera e propria crisi idrica.
Un terzo dei 50 distretti che formano la capitale sono interamente o in parte interessati dalle operazioni di sgombero; intanto le autorità hanno posizionato altre pompe, per favorire un migliore deflusso delle acque anche se gli esperti avvertono: serviranno almeno due o tre settimane per far calare i livelli nelle zone sommerse.
Sebbene la situazione resti critica, il Thai Flood Relief Operations Centre (FROC) riferisce che i grandi sacchi di sabbia posizionati a difesa del distretto economico della capitale hanno retto, evitando danni peggiori. Durante il fine settimana la premier Yingluck Shinawatra ha visitato le popolazioni segnate dalle inondazioni e ha chiesto di essere pazienti, perché il livello delle acque sembra calare. Tuttavia non si abbassa la soglia di attenzione, anche in vista di una seconda ondata di piena prevista fra il 10 e il 15 novembre. (cotinua a leggere)
Asianews - Bangkok. Continua l’emergenza causata dalle “peggiori alluvioni degli ultimi 50 anni” in Thailandia, dove sono morte oltre 500 persone dall’inizio dell’emergenza nel luglio scorso. In molte aree di Bangkok permane l’allerta e sono riprese le operazioni di evacuazione dei cittadini, mentre l’ondata di acqua si muove in direzione sud, verso il mare. Le organizzazioni umanitarie manifestano preoccupazione per la contaminazione dell’acqua, che rischia di innescare una vera e propria crisi idrica.
Un terzo dei 50 distretti che formano la capitale sono interamente o in parte interessati dalle operazioni di sgombero; intanto le autorità hanno posizionato altre pompe, per favorire un migliore deflusso delle acque anche se gli esperti avvertono: serviranno almeno due o tre settimane per far calare i livelli nelle zone sommerse.
Sebbene la situazione resti critica, il Thai Flood Relief Operations Centre (FROC) riferisce che i grandi sacchi di sabbia posizionati a difesa del distretto economico della capitale hanno retto, evitando danni peggiori. Durante il fine settimana la premier Yingluck Shinawatra ha visitato le popolazioni segnate dalle inondazioni e ha chiesto di essere pazienti, perché il livello delle acque sembra calare. Tuttavia non si abbassa la soglia di attenzione, anche in vista di una seconda ondata di piena prevista fra il 10 e il 15 novembre. (cotinua a leggere)
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