lunedì, novembre 21, 2011
Sarebbe stato un “picco imprevisto della pressione” sul fondo dell’Atlantico durante la perforazione di un giacimento nel bacino di Santos a causare la crepa da cui è fuoriuscito il greggio che si è propagato sulla superficie del mare al largo delle coste di Rio de Janeiro creando una macchia nera ancora fuori controllo.

Agenzia Misna - Lo ha ammesso nel fine settimana lo stesso presidente della ‘Chevron Brasil’, George Buck, confermando che, a 14 giorni dall’incidente, avvenuto nel pozzo di Frade, una quantità compresa fra i 10 barili (1590 litri) e i 100 barili (15.900 litri) continua giornalmente a fuoriuscire dal foro. Fonti brasiliane stimano che in totale, dal 9 novembre, data dell’incidente, si è verificato uno sversamento di 416.000 litri di greggio. La ‘Chevron’, ha detto Buck, “si assume tutta la responsabilità dell’incidente”.

Il ministero dell’Ambiente di Brasilia annuncerà in giornata a quanto ammonta l’ammenda che sarà inflitta al colosso petrolifero statunitense – già si parla della multa massima prevista, 50 milioni di reais (pari a 20,6 milioni di euro), già ritenuta insufficiente dal movimento ambientalista brasiliano – e soggetta in ogni caso a una revisione al rialzo. Oltre al danno ambientale, la ‘Chevron’ potrebbe essere multata dall’Agenzia nazionale del petrolio (Anp) per negligenza in merito alle misure di sicurezza.

“L’incidente poteva essere evitato e merita una risposta forte. E’ una regione ricca in biodiversità alla base della catena alimentare marittima” ha detto il ministro dell’Ambiente dello Stato di Rio, Carlos Minc; ‘Greenpecae’ ha tra l’altro ricordato che il pozzo di Frade si trova su una rotta migratoria di delfini e balene. Secondo Fábio Scliar, responsabile per l’ambiente della polizia federale, se sarà comprovata la negligenza della ‘Chevron’, l’azienda potrebbe vedersi sospese le licenze per lo sfruttamento di idrocarburi per cinque anni.

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