Oggi su “Il Giornale” Magdi Allam ha scritto, senza troppe remore e paturnie varie, ciò che ormai in molti pensiamo, e che io avevo già scritto su un precedente articolo: dovremo uscire dall’Euro, questa moneta dei disastri....
di Silvio Foini
In buona sostanza concordo su quel che dice Allam, senza volermi fregiare del roboante titolo di economista dato che non lo sono. Penso con la mia testa e valuto ciò che vedo, e questo collima con quanto ha ben sottolineato Magdi Allam: “E’ corretto che nel 2000, prima dell’adesione all’euro, gli italiani stavano meglio di quanto non stiano oggi mettendo a confronto i dati concernenti il reddito pro-capite a prezzi costanti, l’occupazione reale, le esportazioni delle nostre imprese e la bilancia dei pagamenti; se tutto ciò è corretto allora è arrivato il momento di valutare seriamente e prendere successivamente e rapidamente la decisione di riscattare la nostra sovranità monetaria, che significa tornare a battere moneta in Italia uscendo dall’euro, come presupposto inevitabile per salvaguardare la nostra sovranità nazionale, affinché non ci si ritrovi sempre più succubi di un’Europa centralistica e autoritaria egemonizzata dalla Germania e sempre più in balia dei poteri finanziari forti che ci schiavizzeranno riducendoci, al pari dei cinesi capital-comunisti, in semplici produttori di materialità per far crescere illimitatamente il Pil, la cui ricompensa corrisponderà alla possibilità di consumare il più possibile, scardinando la nostra civiltà laica e liberale dalle radici giudaico-cristiane svuotandola di qualsiasi presenza di spiritualità, valori non negoziabili, identità comunitaria e nazionale, certezza delle regole e democrazia sostanziale”.
Siamo sinceri una volta almeno con noi stessi: quando uscivamo di casa con le vecchie 50.000£ in tasca ne potevamo acquistare di cose! Oggi, esci con 50 € e non compri quasi nulla. Esempio?
Pacchetto di sigarette nazionali, quelle meno care che conosciamo tutti, le MS: 4,40 € il pacchetto.
Praticamente più di 8.000£. Nemmeno 2 hg di pane 2 €, leggi 4.000 £. Ma dove siamo finiti? Ci lamentiamo perché stiamo diventando poveri? Siamo già poveri!
Ma gli economisti, quelli grandi, affermano che non è vero. Hanno ragione. Loro non guadagnano quanto un povero operaio o un misero impiegato. Cosa importa loro che hanno centinaia di migliaia di euro al mese in tasca? O ai nostri politici che non hanno saputo o, per pusillanimità, voluto, tornare a prima, alla Lira?
Ora fra la gente è iniziata la manfrina: “Si stava meglio prima”. Fra qualche tempo, dopo le cosiddette manovre o manovrine che stanno sulla linea di partenza, quando davvero saremo allo stremo ne vedremo delle belle. Quando inizierà la campagna elettorale in molti si sgoleranno promettendo il ritorno al vecchio conio e questi, siatene certi, cavalcheranno la tigre e vinceranno le elezioni. Allam prosegue e bene spiega: “Sulla prospettiva della crescente sottomissione dell’Italia ad un’Europa egemonizzata dal direttorio franco-tedesco, consideriamo che del nostro debito estero, pari a 1.040 miliardi di euro, la Francia detiene 378 miliardi di euro (36%) mentre la Germania detiene 140 miliardi di euro (13%). Così come per la Grecia che ha un debito estero di 175 miliardi di euro, la Francia detiene 55 miliardi di euro (31%) mentre la Germania detiene 33 miliardi di euro (19%). I colpi di stato finanziari messi a segno prima in Grecia e poi in Italia corrispondono alle decisioni assunte da Sarkozy e dalla Merkel, d’intesa con i centri finanziari internazionali, per garantire i loro interessi nazionali. Se vogliamo avere un riscontro circa l’atteggiamento aggressivo, al limite dell’intimidatorio, dei due leader citiamo quanto hanno detto recentemente la Merkel: «Se cade l’euro cade l’Europa», e Sarkozy: «Lasciare distruggere l’euro è prendersi il rischio di distruggere l’Europa. Coloro che vogliono distruggere l’euro si assumeranno la responsabilità di riaccendere i conflitti nel nostro continente». Noi singoli cittadini italiani prendiamo atto che il nostro tenore di vita è decisamente peggiorato dopo l’addio alla lira. Dobbiamo prendere atto che l’euro è l’unica moneta al mondo che impedisce agli Stati che lo adottano di poter ottenere il prestito dalle rispettive banche nazionali e sono costretti ad offrire i loro titoli sul mercato, esponendosi al rischio di intercettare i prodotti derivati, il cancro della finanzia internazionale”.
Io personalmente non devo aggiungere altro, se non condividere in toto queste considerazioni che l’uomo della strada va facendo solo col proprio buon senso. E non da oggi, ma da qualche tempo dopo che l’Euro subentrò alla Lira. Sbaglio? Vado con molti altri incontro ad un fatale errore? Come scriveva il Manzoni, “ai posteri l’ardua sentenza”
di Silvio Foini
In buona sostanza concordo su quel che dice Allam, senza volermi fregiare del roboante titolo di economista dato che non lo sono. Penso con la mia testa e valuto ciò che vedo, e questo collima con quanto ha ben sottolineato Magdi Allam: “E’ corretto che nel 2000, prima dell’adesione all’euro, gli italiani stavano meglio di quanto non stiano oggi mettendo a confronto i dati concernenti il reddito pro-capite a prezzi costanti, l’occupazione reale, le esportazioni delle nostre imprese e la bilancia dei pagamenti; se tutto ciò è corretto allora è arrivato il momento di valutare seriamente e prendere successivamente e rapidamente la decisione di riscattare la nostra sovranità monetaria, che significa tornare a battere moneta in Italia uscendo dall’euro, come presupposto inevitabile per salvaguardare la nostra sovranità nazionale, affinché non ci si ritrovi sempre più succubi di un’Europa centralistica e autoritaria egemonizzata dalla Germania e sempre più in balia dei poteri finanziari forti che ci schiavizzeranno riducendoci, al pari dei cinesi capital-comunisti, in semplici produttori di materialità per far crescere illimitatamente il Pil, la cui ricompensa corrisponderà alla possibilità di consumare il più possibile, scardinando la nostra civiltà laica e liberale dalle radici giudaico-cristiane svuotandola di qualsiasi presenza di spiritualità, valori non negoziabili, identità comunitaria e nazionale, certezza delle regole e democrazia sostanziale”.
Siamo sinceri una volta almeno con noi stessi: quando uscivamo di casa con le vecchie 50.000£ in tasca ne potevamo acquistare di cose! Oggi, esci con 50 € e non compri quasi nulla. Esempio?
Pacchetto di sigarette nazionali, quelle meno care che conosciamo tutti, le MS: 4,40 € il pacchetto.
Praticamente più di 8.000£. Nemmeno 2 hg di pane 2 €, leggi 4.000 £. Ma dove siamo finiti? Ci lamentiamo perché stiamo diventando poveri? Siamo già poveri!
Ma gli economisti, quelli grandi, affermano che non è vero. Hanno ragione. Loro non guadagnano quanto un povero operaio o un misero impiegato. Cosa importa loro che hanno centinaia di migliaia di euro al mese in tasca? O ai nostri politici che non hanno saputo o, per pusillanimità, voluto, tornare a prima, alla Lira?
Ora fra la gente è iniziata la manfrina: “Si stava meglio prima”. Fra qualche tempo, dopo le cosiddette manovre o manovrine che stanno sulla linea di partenza, quando davvero saremo allo stremo ne vedremo delle belle. Quando inizierà la campagna elettorale in molti si sgoleranno promettendo il ritorno al vecchio conio e questi, siatene certi, cavalcheranno la tigre e vinceranno le elezioni. Allam prosegue e bene spiega: “Sulla prospettiva della crescente sottomissione dell’Italia ad un’Europa egemonizzata dal direttorio franco-tedesco, consideriamo che del nostro debito estero, pari a 1.040 miliardi di euro, la Francia detiene 378 miliardi di euro (36%) mentre la Germania detiene 140 miliardi di euro (13%). Così come per la Grecia che ha un debito estero di 175 miliardi di euro, la Francia detiene 55 miliardi di euro (31%) mentre la Germania detiene 33 miliardi di euro (19%). I colpi di stato finanziari messi a segno prima in Grecia e poi in Italia corrispondono alle decisioni assunte da Sarkozy e dalla Merkel, d’intesa con i centri finanziari internazionali, per garantire i loro interessi nazionali. Se vogliamo avere un riscontro circa l’atteggiamento aggressivo, al limite dell’intimidatorio, dei due leader citiamo quanto hanno detto recentemente la Merkel: «Se cade l’euro cade l’Europa», e Sarkozy: «Lasciare distruggere l’euro è prendersi il rischio di distruggere l’Europa. Coloro che vogliono distruggere l’euro si assumeranno la responsabilità di riaccendere i conflitti nel nostro continente». Noi singoli cittadini italiani prendiamo atto che il nostro tenore di vita è decisamente peggiorato dopo l’addio alla lira. Dobbiamo prendere atto che l’euro è l’unica moneta al mondo che impedisce agli Stati che lo adottano di poter ottenere il prestito dalle rispettive banche nazionali e sono costretti ad offrire i loro titoli sul mercato, esponendosi al rischio di intercettare i prodotti derivati, il cancro della finanzia internazionale”.
Io personalmente non devo aggiungere altro, se non condividere in toto queste considerazioni che l’uomo della strada va facendo solo col proprio buon senso. E non da oggi, ma da qualche tempo dopo che l’Euro subentrò alla Lira. Sbaglio? Vado con molti altri incontro ad un fatale errore? Come scriveva il Manzoni, “ai posteri l’ardua sentenza”
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Sono presenti 6 commenti
Ho letto il presente articolo e la prima cosa che voglio esprimere è che non considero Allam un profeta, pertanto alcune considerazioni in merito a quanto qui affermato voglio rimetterle in discussione: prima di tutto il governo italiano doveva riflettere prima di entrare nella moneta unica ossia l'euro e su tutti i possibili vantaggi e svantaggi che questa politica della moneta unica avrebbe arrecato. Avevamo cervelli sapienti in tema di economia agli albori dell'UE. Secondo poi, non è facile ora uscire dall'Euro e quindi è inutile cimentarsi in imprese vane e che non giungeranno a concretezza. A causare questi problemi economici non è l'Euro in sé ma l'avidità degli uomini che dirigono l'economia mondiale e anche degli uomini normali che vogliono arricchirsi cinicamente, senza pensare minimamente in termini altruistici.Non dimenticate ad esempio che vi sono mercati, come la pornografia, che non risente di alcuna crisi. Vorrei che rifletteste tutti su quanto descritto in queste poche righe, senza favoleggiare, ma migliorando la questione Euro utilizzando il buon senso, quello che nasce da una sana etica, e preoccupandosi, lo dico ai politici, di sviluppare una politica economica che si basi sui due concetti fondamentali dell'umanità, l'altruismo e l'interdipendenza.
Se avessi scritto io il primo commento avrei detto le stesse cose.
Perchè quando se ne parla le persone sarebbero favorevoli a tornare alla lira?
Saarn mica tutti scemi?
E' un controsenso quanto affermato nel commento pubblicato alle ore 18:43 del 22 nov. 2011
In effetti, quando se ne parla solo "alcune persone sarebbero favorevoli a tornare alla lira" e per questo "non sono tutti scemi". Le persone che sperano di ritornare alla lira in realtà si rifugiano nella cara vecchia lira, dimenticando che anche questa nostra moneta ha creato a suo tempo i suoi problemi economici. E comunque non è con la nostalgia o guardando al passato che si risolvono i problemi economici. Auspicare un ritorno alla lira oltre che utopico è anche inutile...
Verissimo quanto scrive sopra.
La nostalgia é dura a morire. Guardi quanti esempi ci sono. Però, Magdi Allam non ha tutti i torti. Ci stanno egemonizzando e vogliono comandare a casa nostra. Sarcozy pensi alla sua Francia... i tedeschi la devono finire di rompere... ora se la prendono anche con la lupa capitolina!
Come si può parlare di Europa e moneta unica con costoro? Ovvio che "alcuni" rimpiangono quando c'era la lira.
Per capire quali potrebbero essere le conseguenze di una possibile rinuncia(e non è detto che sia possibile) da parte dell'Italia della moneta unica per tornare ad una moneta nazionale, consiglio di leggere questo articolo di Vladimiro Giacché
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/21/2011-fuga-dalleuro/158863/
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