Li abbiamo visti tutti in televisione durante i terribili reportage dei vari tg dalle zone colpite dall’ultimo disastro alluvionale: ragazzi armati di vanghe e carriole e di tanta buona volontà accorsi a dare una semplice mano alle popolazioni messe letteralmente in ginocchio dall’incuria per il territorio che ha permesso ad acqua e fango di spazzar via e spezzare vite umane
Queste scene davvero crude hanno ricordato a chi scrive queste righe Firenze, 1967. Questi ragazzi hanno raccolto spontaneamente la nostra eredità di quegli anni e si sono presentati per un altissimo dovere di carità verso la sofferenza. Piccole gocce in un mare ma di un grande impatto morale nell’animo di che ha perso tutto. Ricordo la gratitudine di tanta povera gente che apprezzava riconoscente quel poco che avevamo potuto fare ed é quella stessa gratitudine che ancor oggi si palesa nelle parole e negli occhi di queste persone altrettanto sforunate.
Noi eravamo quelli che erano considerati gioventù bruciata perché portavamo i capelli lunghi e volevamo un mondo migliore, ma poi fummo definiti da un giornalista del Corriere della Sera “gli angeli del fango”. Ecco, questi sono i nostri figli. Sono il segno di un’Italia che non si rassegna e che all’occorrenza sa rimboccarsi le maniche e dimostrare che tutto si può fare, che le avversità si debbono combattere senza arrendersi anche se, a volte, ci paiono insormontabili.
Bamboccioni? No. Vittime di una società che non concede loro spazio né opportunità, che chiede solo di non scocciare e di non chiedere. Bene, nessuno ha chiesto loro di andare a dare una mano. Ci sono andati di loro spontanea volontà.
Che bella lezione a “lor signori”, a quelli che non si impegnano a fare altro che a mantenere il sedere sulle poltrone senza preoccuparsi troppo di evitare i disastri che sono peraltro preannunciati dall’incuria con cui si gestisce il territorio. Sono pagati per farlo ma non ne hanno voglia. Loro si beano solo delle cariche pubbliche cui sono arrivati per grazia ricevuta. Molto pochi per merito o competenza, tantissimi per bieco servilismo ai potenti di turno. Anche di questo vergognatevi e prendete esempio!
Queste scene davvero crude hanno ricordato a chi scrive queste righe Firenze, 1967. Questi ragazzi hanno raccolto spontaneamente la nostra eredità di quegli anni e si sono presentati per un altissimo dovere di carità verso la sofferenza. Piccole gocce in un mare ma di un grande impatto morale nell’animo di che ha perso tutto. Ricordo la gratitudine di tanta povera gente che apprezzava riconoscente quel poco che avevamo potuto fare ed é quella stessa gratitudine che ancor oggi si palesa nelle parole e negli occhi di queste persone altrettanto sforunate.
Noi eravamo quelli che erano considerati gioventù bruciata perché portavamo i capelli lunghi e volevamo un mondo migliore, ma poi fummo definiti da un giornalista del Corriere della Sera “gli angeli del fango”. Ecco, questi sono i nostri figli. Sono il segno di un’Italia che non si rassegna e che all’occorrenza sa rimboccarsi le maniche e dimostrare che tutto si può fare, che le avversità si debbono combattere senza arrendersi anche se, a volte, ci paiono insormontabili.
Bamboccioni? No. Vittime di una società che non concede loro spazio né opportunità, che chiede solo di non scocciare e di non chiedere. Bene, nessuno ha chiesto loro di andare a dare una mano. Ci sono andati di loro spontanea volontà.
Che bella lezione a “lor signori”, a quelli che non si impegnano a fare altro che a mantenere il sedere sulle poltrone senza preoccuparsi troppo di evitare i disastri che sono peraltro preannunciati dall’incuria con cui si gestisce il territorio. Sono pagati per farlo ma non ne hanno voglia. Loro si beano solo delle cariche pubbliche cui sono arrivati per grazia ricevuta. Molto pochi per merito o competenza, tantissimi per bieco servilismo ai potenti di turno. Anche di questo vergognatevi e prendete esempio!
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È presente 1 commento
Non posso che condividere quanto scritto sopra e aggiungere alla gratitudine già espressa anche la mia ammirazione per tanto altruismo e senso di responsabilità di tanti volontari, tra cui molti giovani. Ah se i politici lavorassero per il bene del paese certi scenari non si vedrebbero,( sebbene sia stata accertata l'eccezionalità degli eventi).
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