lunedì, novembre 28, 2011
«In Pakistan le minoranze sono sempre state svantaggiate, ma mai come in questo momento». Aiuto alla Chiesa che Soffre raccoglie lo sfogo di monsignor Joseph Coutts che da anni collabora con l’Opera di diritto pontificio nella realizzazione di progetti per la Chiesa pachistana.

Il vescovo di Faisalabad, che è anche presidente della Conferenza episcopale del Pakistan, è preoccupato per il crescente estremismo e la maggiore intolleranza nei confronti dei cristiani. «Siamo sempre stati discriminati, ma la nostra condizione non è mai stata così difficile», afferma. Attraverso ACS il presule chiede che i cristiani siano finalmente trattati come «cittadini a pieno titolo» e che sia riconosciuto loro l’immenso contributo che essi danno alla società.

Su un totale di 180 milioni di abitanti, i cattolici sono appena 1,2 milioni, ma è la Chiesa a gestire gran parte dei servizi sociali, educativi e sanitari e gli aiuti allo sviluppo. La sola diocesi di Faisalabad amministra 82 scuole, «strutture di cui beneficiano tutti i pakistani, qualunque sia la loro fede».
Monsignor Coutts racconta ad ACS le numerose discriminazioni subite dai cristiani, in ambito lavorativo e perfino scolastico. Oltre a dover studiare su libri di testo che spesso alimentano l’odio interreligioso, a molti studenti non musulmani è preclusa la possibilità di alzare la propria media usufruendo dei crediti extra offerti a chi frequenta le lezioni di Corano. «E poi nelle scuole i ragazzi subiscono costanti pressioni affinché si convertano all’Islam – dice il presule – come tutti i fedeli del resto. Io stesso ho ricevuto lettere in cui mi s’invitava ad abbandonare la mia religione».
Non sono però esclusivamente le minoranze a fare le spese del crescente fondamentalismo. Nel Nord-ovest del Paese sono state distrutte alcune scuole; gli estremisti si sono accaniti particolarmente sugli istituti femminili in modo da intralciare l’educazione delle ragazze. «Sono disposti a tutto – spiega il vescovo di Faisalabad – ad uccidere ed essere uccisi. E anche molti musulmani che non erano d’accordo con loro sono stati assassinati».
Pur cosciente della gravità della situazione, monsignor Coutts coglie dei segni di speranza nel desiderio di pace della maggior parte dei pachistani e nell’aumentata preparazione al dialogo interreligioso. «Gli estremisti non sono che una minoranza – conclude il presule – e a dispetto delle enormi difficoltà la Chiesa cattolica continuerà a promuovere servizi per il bene della società e ad impegnarsi per favorire il dialogo attraverso le buone azioni».

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