Immigrati-cittadinanza: è polemica dopo le parole di Napolitano. Da Fiuggi interviene anche la Caritas
Sulle parole di Napolitano si pronuncia anche la Caritas Italiana, a Fiuggi per il convegno annuale
Radio Vaticana - Per il responsabile immigrazione Oliviero Forti, la questione della cittadinanza è centrale e lo sforzo in corso è quello di portarla all’attenzione della politica. A Fiuggi oggi anche l’intervento del segretario generale della Cei mons Crociata che afferma che con la sua pedagogia dei fatti, la Caritas deve essere costantemente in ascolto delle voci degli uomini e delle donne del nostro tempo. Per monsignor Nervo, primo direttore dell’organizzazione, dire, come ha fatto Berlusconi, che i ristoranti sono pieni è un’offesa alla dignità dei poveri: ascolta.
Qui, a Fiuggi, sono arrivate le Caritas diocesane di tutta Italia. Un vero termometro di come il Paese sta vivendo la crisi e delle difficoltà che tante famiglie sono costrette ad affrontare ogni giorno. Il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, ribadisce il ruolo della Caritas nella società italiana: anche l’attenzione al bene comune è carità:
“Una nuova etica pubblica come indispensabile cornice entro cui le leggi stesse devono essere fatte e osservate. Bisogna che i cittadini s’impegnino a rispettarle e che esse siano conformi alle reali esigenze del bene comune e della giustizia”.
Dunque, da una cittadinanza responsabile potranno venire cittadini capaci di esprimere una classe politica sempre più attenta alla dignità di ogni persona e alle esigenze della vita intera di tutti e di ciascuno. Con la crisi, a chiedere aiuto sono non solo immigrati e fasce più povere. Don Adriano La Regina, responsabile del “Prestito della Speranza”:
“Ci sono molti ancora in cassa integrazione e quindi le nostre Caritas, gli Uffici diocesani sul territorio stanno non soltanto monitorando, ma stanno anche intercettando quelle famiglie che mai avrebbero immaginato di dover ricorrere a un prestito solidale come il “Prestito della Speranza”. Questo ci dice, da una parte, che la crisi è ancora pienamente nelle realtà delle famiglie e, dall’altra, la disponibilità da parte degli Uffici diocesani ad accogliere queste domande, che non sono solo un’erogazione di un prestito, ma anche un momento di prossimità, di accompagnamento nei riguardi delle famiglie, che hanno bisogno di essere anche orientate”.
Insomma, una cultura della carità passa anche attraverso e soprattutto gesti concreti.
Radio Vaticana - Per il responsabile immigrazione Oliviero Forti, la questione della cittadinanza è centrale e lo sforzo in corso è quello di portarla all’attenzione della politica. A Fiuggi oggi anche l’intervento del segretario generale della Cei mons Crociata che afferma che con la sua pedagogia dei fatti, la Caritas deve essere costantemente in ascolto delle voci degli uomini e delle donne del nostro tempo. Per monsignor Nervo, primo direttore dell’organizzazione, dire, come ha fatto Berlusconi, che i ristoranti sono pieni è un’offesa alla dignità dei poveri: ascolta.
Qui, a Fiuggi, sono arrivate le Caritas diocesane di tutta Italia. Un vero termometro di come il Paese sta vivendo la crisi e delle difficoltà che tante famiglie sono costrette ad affrontare ogni giorno. Il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, ribadisce il ruolo della Caritas nella società italiana: anche l’attenzione al bene comune è carità:
“Una nuova etica pubblica come indispensabile cornice entro cui le leggi stesse devono essere fatte e osservate. Bisogna che i cittadini s’impegnino a rispettarle e che esse siano conformi alle reali esigenze del bene comune e della giustizia”.
Dunque, da una cittadinanza responsabile potranno venire cittadini capaci di esprimere una classe politica sempre più attenta alla dignità di ogni persona e alle esigenze della vita intera di tutti e di ciascuno. Con la crisi, a chiedere aiuto sono non solo immigrati e fasce più povere. Don Adriano La Regina, responsabile del “Prestito della Speranza”:
“Ci sono molti ancora in cassa integrazione e quindi le nostre Caritas, gli Uffici diocesani sul territorio stanno non soltanto monitorando, ma stanno anche intercettando quelle famiglie che mai avrebbero immaginato di dover ricorrere a un prestito solidale come il “Prestito della Speranza”. Questo ci dice, da una parte, che la crisi è ancora pienamente nelle realtà delle famiglie e, dall’altra, la disponibilità da parte degli Uffici diocesani ad accogliere queste domande, che non sono solo un’erogazione di un prestito, ma anche un momento di prossimità, di accompagnamento nei riguardi delle famiglie, che hanno bisogno di essere anche orientate”.
Insomma, una cultura della carità passa anche attraverso e soprattutto gesti concreti.
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È presente 1 commento
Quanti schiaffi dall'ex premier alla società più debole! Confido nella rettitudine del nuovo presidente affinchè metta ordine alle troppe storture e ingiustizie per ridare dignità a tutte le persone, siano esse italiane o straniere.Vorrei dire che è assurdo non riconoscere come italiano chi nasce in italia, parla italiano ed è inserito nelle scuole italiane. Ho una cugina nata in Francia e francese dal primo momento di vita...Chi non vuole riconoscere questo diritto dovrebbe andare a scuola di civiltà non alzare barricate!!!
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