Valsa John è stata assassinata perché si opponeva allo sfruttamento illegale dei giacimenti di carbone nel Jharkhand.
Amnestyinternational - Valsa John, una suora di 52 anni, è stata picchiata a morte da una folla di 40 persone che hanno fatto irruzione nella sua abitazione a Pauchuara, nello stato di Jharkhand, la notte del 15 novembre. È il quarto omicidio di attivisti della società civile in India dall'inizio del 2011. Poche ore prima dell'omicidio, aveva ricevuto minacce di morte. Amnesty International ha chiesto alle autorità statali e federali dell'India di aprire un'indagine su questo brutale omicidio e portare di fronte alla giustizia i responsabili.
Secondo i suoi familiari e amici, Valsa John è stata assassinata a causa del suo impegno in difesa diritti degli adivasi, le popolazioni native del Jharkhand che si oppongono allo sfruttamento illegale dei giacimenti di carbone della zona.
Nel 2007, Valsa John era stata arrestata per aver guidato la protesta degli adivasi contro un progetto di estrazione del carbone della Panem Coal Mines, un consorzio costituito dalla Compagnia elettrica dello stato del Punjab e dall'Agenzia per il commercio dei minerali delle regioni orientali. Rilasciata su cauzione, Valsa John aveva negoziato un accordo con la Panem, che aveva acquisito i terreni che le interessavano in cambio di una sistemazione alternativa degli adivasi che vi vivevano, di opportunità d'impiego, servizi sanitari e scuole gratuite per i bambini.
Tre altri attivisti della società civile sono stati uccisi in India nel 2011 per essersi schierati dalla parte delle comunità emarginate e aver denunciato le violazioni dei diritti umani. Questo mese, Nadeem Sayed, un attivista del Gujarat, è stato accoltellato a morte per aver testimoniato in favore delle vittime del massacro avvenuto nel 2002, in cui avevano perso la vita 95 persone di religione musulmane.
Ad agosto, l'ambientalista Shehla Masood era stata uccisa a Bhopal dopo che aveva denunciato i danni derivanti all'ambiente da progetti di sviluppo urbano e i piani delle compagnie minerarie nello stato del Madhya Pradesh.
A marzo, un altro attivista del Jharkhand, Niyamat Ansari, era stato rapito e ucciso dopo che aveva fatto ricorso alla legge sul diritto all'informazione per denunciare la corruzione di affaristi e politici locali che avevano sottratto fondi destinati alle comunità che vivono in povertà. I sospetti su questo omicidio puntano sui gruppi armati maoisti, dato che le denunce di Ansari avevano messo a rischio la quota loro spettante di questi fondi, pattuita in cambio della protezione offerta ai soggetti corrotti.
Amnestyinternational - Valsa John, una suora di 52 anni, è stata picchiata a morte da una folla di 40 persone che hanno fatto irruzione nella sua abitazione a Pauchuara, nello stato di Jharkhand, la notte del 15 novembre. È il quarto omicidio di attivisti della società civile in India dall'inizio del 2011. Poche ore prima dell'omicidio, aveva ricevuto minacce di morte. Amnesty International ha chiesto alle autorità statali e federali dell'India di aprire un'indagine su questo brutale omicidio e portare di fronte alla giustizia i responsabili.
Secondo i suoi familiari e amici, Valsa John è stata assassinata a causa del suo impegno in difesa diritti degli adivasi, le popolazioni native del Jharkhand che si oppongono allo sfruttamento illegale dei giacimenti di carbone della zona.
Nel 2007, Valsa John era stata arrestata per aver guidato la protesta degli adivasi contro un progetto di estrazione del carbone della Panem Coal Mines, un consorzio costituito dalla Compagnia elettrica dello stato del Punjab e dall'Agenzia per il commercio dei minerali delle regioni orientali. Rilasciata su cauzione, Valsa John aveva negoziato un accordo con la Panem, che aveva acquisito i terreni che le interessavano in cambio di una sistemazione alternativa degli adivasi che vi vivevano, di opportunità d'impiego, servizi sanitari e scuole gratuite per i bambini.
Tre altri attivisti della società civile sono stati uccisi in India nel 2011 per essersi schierati dalla parte delle comunità emarginate e aver denunciato le violazioni dei diritti umani. Questo mese, Nadeem Sayed, un attivista del Gujarat, è stato accoltellato a morte per aver testimoniato in favore delle vittime del massacro avvenuto nel 2002, in cui avevano perso la vita 95 persone di religione musulmane.
Ad agosto, l'ambientalista Shehla Masood era stata uccisa a Bhopal dopo che aveva denunciato i danni derivanti all'ambiente da progetti di sviluppo urbano e i piani delle compagnie minerarie nello stato del Madhya Pradesh.
A marzo, un altro attivista del Jharkhand, Niyamat Ansari, era stato rapito e ucciso dopo che aveva fatto ricorso alla legge sul diritto all'informazione per denunciare la corruzione di affaristi e politici locali che avevano sottratto fondi destinati alle comunità che vivono in povertà. I sospetti su questo omicidio puntano sui gruppi armati maoisti, dato che le denunce di Ansari avevano messo a rischio la quota loro spettante di questi fondi, pattuita in cambio della protezione offerta ai soggetti corrotti.
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