giovedì, novembre 10, 2011
Hong Kong perde il 4,5%; Tokyo il 2,86; Seoul il 3,79; Shanghail’1,05. In discesa il valore delle monete. Scendono le esportazioni nelle Filippine. In Cina nel mese di ottobre l’export è cresciuto del 15,9%, il valore più basso negli ultimi due anni. Le importazioni verso la Cina sono cresciute del 28,7.

Hong Kong (AsiaNews) - La crescente crisi del debito in Italia ha procurato una caduta delle borse dell’Asia, guidata da Hong Kong che perde oltre il 4%. Anche le monete asiatiche vengono deprezzate, mentre si riducono le esportazioni cinesi a causa della crisi dell’euro. Le perdite del mercato di Hong Kong, che a metà giornata erano del 4,5%, sono guidate al ribasso dai valori di due banche, la Hsbc, che ha perso l’8% e la Industrial & Commercial Bank of China che ha perso il 7,9%.

Nel pomeriggio, il Nikkei di Tokyo era sotto il 2,86%; Seoul a meno 3,79 e Shanghai a meno 1,05.

I timori per l’aumento del volume di debito in Italia, ha deprezzato le monete asiatiche. Il won coreano ha perso l’1,5%; la rupia indonesiana l’1,6; il peso filippino lo 0,7%; il baht della Thailandia lo 0,5. Anche lo yuan cinese è sceso dello 0,15% rispetto al dollaro.

Altri dati mostrano segnali preoccupanti di crisi: in settembre le esportazioni filippine sono scese del 27% in un anno, contro una previsione del 18%; l’export di macchinari dalle Filippine al Giappone è sceso dell’8%.

Ma il problema dell’export è cocente anche in Cina. I dati ufficiali di ottobre diffusi oggi mostrano un incremento del 15,9%, il dato più basso negli ultimi due anni, dovuti a una riduzione della domanda da Europa e Stati Uniti. In compenso nel mese di ottobre sono cresciute le importazioni del 28,7%, molto al di sopra delle previsioni (23%) e dei valori di settembre (20,9%).

Le importazioni dagli Usa sono cresciute del 20,5%; quelle dall’Australia del 36,7%; quelle dall’Europa del 28,2%.

Secondo gli esperti, la Cina sembra voler accrescere le importazioni e diminuire l’export anche per frenare le critiche contro il sotto-apprezzamento dello yuan, che a parere degli Stati Uniti offre a Pechino enormi vantaggi nelle esportazione dei suoi prodotti.

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