L'obiettivo è mantenere la propria autonomia e condizionare le scelte politiche del Cnt
PeaceReporter - Molti leader delle milizie locali libiche che hanno contribuito a rovesciare il regime di Muhammar Gheddafi hanno dichiarato di non avere intenzione di abbandonare le armi nemmeno con l'insediamento del governo di transizione: il loro obiettivo è quello di preservare la propria autonomia e condizionare le decisioni della politica ricoprendo il ruolo di "guardiani della rivoluzione". Secondo David Kirkpatrick, giornalista del New York Times, proprio la questione dei militanti è una delle più urgenti che è chiamato ad affrontare il Consiglio nazionale di transizione (Cnt): si tratta di brigate a piede libero composte da volontari armati, sparsi in tutta la Libia che in alcune zone - come Misurata, Zintan e nella stessa Tripoli - hanno assunto il governo di fatto del territorio. Nella sua conferenza di commiato, il premier libico uscente Mahmoud Jibril, ha proposto che il Cnt, invece di aspettarsi lo scioglimento di questi gruppi, dovrebbe tentare di assimilare i militanti e "includere" i loro leader.
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