mercoledì, novembre 30, 2011
Protesta in Rai: "serve una maggiore apertura internazionale della Rai che ci deve aiutare a capire in tempo reale quello che accade nel mondo costruendo ponti fra le culture e le civiltà e diffondendo la cultura della pace, del dialogo, della cooperazione e dell’integrazione”

Agenzia Misna - Più informazione di qualità dal mondo e sul mondo, meno gossip e più attenzione alle persone e ai popoli: lo chiedono alla Rai, in segno di protesta contro l’annunciata riduzione degli uffici di corrispondenza e la chiusura delle sedi di Nairobi, Beirut, Istanbul, New Delhi e Buenos Aires nonché del canale Rai Med, diversi direttori di testate giornalistiche, missionarie incluse, la Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), associazioni della società civile e l’unione sindacale dei giornalisti della radiotelevisione pubblica italiana (Usigrai).

“Questo progetto è profondamente contrario agli interessi dell’Italia e degli italiani che devono essere messi nelle condizioni di affrontare da protagonisti le grandi sfide del nostro tempo. Al contrario serve una maggiore apertura internazionale della Rai che ci deve aiutare a capire in tempo reale quello che accade nel mondo costruendo ponti fra le culture e le civiltà e diffondendo la cultura della pace, del dialogo, della cooperazione e dell’integrazione” scrivono i promotori della protesta, chiedendo un incontro urgente con il direttore generale della Rai, Lorenza Lei.

La MISNA, attraverso il direttore Carmine Curci, è tra i firmatari dell’appello.

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