La Siria non prenderà parte al vertice dei paesi arabi in programma oggi a Rabat, in Marocco, a margine del forum arabo-turco.
Agenzia Misna -Lo riferisce una fonte del ministero degli esteri citata dalla’agenzia di stampa siriana ‘Sana’ (filogovernativa) secondo cui alla base della decisione ci sono dichiarazioni di esponenti del governo marocchino considerate lesive. La presa di posizione della Siria, secondo molti osservatori, appare come un semplice stratagemma politico di fronte a una situazione diplomatica già compromessa che da oggi dovrebbe portare alla sospensione della Siria dalla Lega Araba. Da Rabat si attendono conferme a una decisione presa lo scorso 12 novembre definita da Damasco frutto dell’influenza di paesi stranieri, degli Stati Uniti in particolare.
L’appuntamento di Rabat e le dichiarazioni fatte ieri dal primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan che ha anche minacciato di tagliare le forniture di corrente elettrica alla Siria, stanno spingendo il governo del presidente Bashar Al Assad verso un più severo isolamento internazionale mitigato soltanto dalla Russia. Mosca continua a sostenere il regime ma ieri il suo ministro degli Esteri ha ricevuto i rappresentanti del Consiglio nazionale siriano, organismo che riunisce diverse sigle dell’opposizione.
Intanto, in Siria sembra aumentare di toni il confronto anche armato tra opposizioni e forze di sicurezza: secondo notizie diffuse dalla stampa internazionale nella notte tra ieri e oggi, militari dissidenti hanno attaccato un complesso dei servizi segreti a Harasta, alla periferia di Damasco. Fonti vicine all’opposizione hanno inoltre riferito di uno sciopero generale che è stato organizzato a Daraa, nel sud, e di manifestazioni a Hama disperse dalla polizia.
Agenzia Misna -Lo riferisce una fonte del ministero degli esteri citata dalla’agenzia di stampa siriana ‘Sana’ (filogovernativa) secondo cui alla base della decisione ci sono dichiarazioni di esponenti del governo marocchino considerate lesive. La presa di posizione della Siria, secondo molti osservatori, appare come un semplice stratagemma politico di fronte a una situazione diplomatica già compromessa che da oggi dovrebbe portare alla sospensione della Siria dalla Lega Araba. Da Rabat si attendono conferme a una decisione presa lo scorso 12 novembre definita da Damasco frutto dell’influenza di paesi stranieri, degli Stati Uniti in particolare.
L’appuntamento di Rabat e le dichiarazioni fatte ieri dal primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan che ha anche minacciato di tagliare le forniture di corrente elettrica alla Siria, stanno spingendo il governo del presidente Bashar Al Assad verso un più severo isolamento internazionale mitigato soltanto dalla Russia. Mosca continua a sostenere il regime ma ieri il suo ministro degli Esteri ha ricevuto i rappresentanti del Consiglio nazionale siriano, organismo che riunisce diverse sigle dell’opposizione.
Intanto, in Siria sembra aumentare di toni il confronto anche armato tra opposizioni e forze di sicurezza: secondo notizie diffuse dalla stampa internazionale nella notte tra ieri e oggi, militari dissidenti hanno attaccato un complesso dei servizi segreti a Harasta, alla periferia di Damasco. Fonti vicine all’opposizione hanno inoltre riferito di uno sciopero generale che è stato organizzato a Daraa, nel sud, e di manifestazioni a Hama disperse dalla polizia.
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