Amnesty International ha sollecitato la Lega araba a pretendere dalla Siria l'ingresso nel paese di osservatori indipendenti sui diritti umani, tra cui l'Ufficio dell'Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite e la stessa Amnesty International.
Amnesty - Il piano approvato dalla Lega araba e accettato dalla Siria prevede "la fine di tutti gli atti di violenza, da ogni parte", il rilascio "di tutte le persone detenute a causa degli eventi in corso" e un "accesso sul campo, oltre che alla Lega araba, anche alla "stampa araba e internazionale". Il 5 novembre il governo siriano ha annunciato il rilascio di 553 prigionieri "coinvolti nei fatti ma le cui mani non si erano macchiate di sangue".
Peraltro, da quando le autorità siriane hanno annunciato l'adesione al piano della Lega Araba per porre fine alla violenza nel paese, le forze di sicurezza hanno ucciso oltre 100 persone, per lo più manifestanti non armati o persone che meramente assistevano alle proteste. L'esercito siriano è ancora presente nella città di Homs e ha proseguito i bombardamenti anche dopo l'adesione al piano della Lega Araba. Gli arresti di manifestanti vanno avanti su scala quotidiana.
Amnesty International ha inoltre chiesto alla Lega araba di unirsi alla richiesta al Consiglio di sicurezza di deferire la situazione della Siria alla Corte penale internazionale, imporre un embargo sulle armi e congelare i beni patrimoniali all'estero del presidente Bashar al-Assad e dei suoi principali collaboratori.
Da marzo, oltre 3000 persone sarebbero state uccise, molte delle quali durante le proteste e nel corso di operazioni delle forze di sicurezza in aree residenziali. Secondo Amnesty International, le violazioni dei diritti umani commesse in questo periodo comprendono crimini contro l'umanità.
Amnesty - Il piano approvato dalla Lega araba e accettato dalla Siria prevede "la fine di tutti gli atti di violenza, da ogni parte", il rilascio "di tutte le persone detenute a causa degli eventi in corso" e un "accesso sul campo, oltre che alla Lega araba, anche alla "stampa araba e internazionale". Il 5 novembre il governo siriano ha annunciato il rilascio di 553 prigionieri "coinvolti nei fatti ma le cui mani non si erano macchiate di sangue".
Peraltro, da quando le autorità siriane hanno annunciato l'adesione al piano della Lega Araba per porre fine alla violenza nel paese, le forze di sicurezza hanno ucciso oltre 100 persone, per lo più manifestanti non armati o persone che meramente assistevano alle proteste. L'esercito siriano è ancora presente nella città di Homs e ha proseguito i bombardamenti anche dopo l'adesione al piano della Lega Araba. Gli arresti di manifestanti vanno avanti su scala quotidiana.
Amnesty International ha inoltre chiesto alla Lega araba di unirsi alla richiesta al Consiglio di sicurezza di deferire la situazione della Siria alla Corte penale internazionale, imporre un embargo sulle armi e congelare i beni patrimoniali all'estero del presidente Bashar al-Assad e dei suoi principali collaboratori.
Da marzo, oltre 3000 persone sarebbero state uccise, molte delle quali durante le proteste e nel corso di operazioni delle forze di sicurezza in aree residenziali. Secondo Amnesty International, le violazioni dei diritti umani commesse in questo periodo comprendono crimini contro l'umanità.
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