E’ in corso da questa mattina una protesta degli agricoltori
L’Italia è il secondo produttore di latte al mondo, preceduta solo dalla Cina. Per quanto riguarda il formaggio il primato lo detiene attualmente la Grecia. Le regioni italiane maggiormente colpite dalla crisi del latte sono anche le maggiori produttrici del paese: Lazio e Sardegna. Il pericolo è che l’Italia possa perdere il suo primato causando un grave danno economico ai produttori. Ad aggravare la situazione potrebbe aggiungersi una minaccia estera verso un prodotto nazionale d.o.c. . Non è un problema di acquisti, quelli sono aumentati ben del 10% negli ultimi dieci mesi, bensì è un problema di prezzi: gli industriali fanno oscillare il prezzo del latte tra 0,65 e 0,70 centesimi e così non vengono ripagati i prezzi di produzione.
La crisi si è già in parte concretizzata, se si prendono in esame i dati nell’ultimo anno nel Lazio: hanno chiuso i battenti 3181 su 8287 allevamenti. Tale rapporto a Roma si spinge a 1039 su 2308.
Non venendo ripagati i prezzi di produzione non si può garantire l’assistenza tecnica e ciò va a discapito della qualità del latte. Non ci sono fondi per operare l’identificazione elettronica degli ovini, accorgimento a cui ormai è imprudente rinunciare.
Dalle 11.00 alle 18.00 di oggi i pastori hanno protestato insieme alla Coldiretti, Cia e Confagricoltura, per il mancato accordo sul prezzo del latte ovino, a difesa del latte ovino e contro la trasformazione industriale.
Le parole del direttore Coldiretti Lazio, Aldo Mattia: “Il prezzo minimo al litro comprensivo d’Iva deve essere pari a 0.95 centesimi di euro al litro. Chiediamo azioni immediate per la promozione del prodotto trasformato, per l’avvio di un sistema di pagamento a favore della qualità del latte e la variante del prezzo praticato nel mercato sardo, con una maggiorazione del 25% rispetto agli attuali 75 centesimi di euro a litro”.
Nel pomeriggio di oggi un migliaio di pastori hanno protestato davanti allo stabilimento di Brunelli ad Aprilia in via dei Giardini 37, inoltre la maggior concentrazione di trattori - decine - occupano tuttora la via Pontina in direzione Roma. La mobilitazione mira ad avere risposte chiare e definitive che salvino la produzione.
L’Italia è il secondo produttore di latte al mondo, preceduta solo dalla Cina. Per quanto riguarda il formaggio il primato lo detiene attualmente la Grecia. Le regioni italiane maggiormente colpite dalla crisi del latte sono anche le maggiori produttrici del paese: Lazio e Sardegna. Il pericolo è che l’Italia possa perdere il suo primato causando un grave danno economico ai produttori. Ad aggravare la situazione potrebbe aggiungersi una minaccia estera verso un prodotto nazionale d.o.c. . Non è un problema di acquisti, quelli sono aumentati ben del 10% negli ultimi dieci mesi, bensì è un problema di prezzi: gli industriali fanno oscillare il prezzo del latte tra 0,65 e 0,70 centesimi e così non vengono ripagati i prezzi di produzione.
La crisi si è già in parte concretizzata, se si prendono in esame i dati nell’ultimo anno nel Lazio: hanno chiuso i battenti 3181 su 8287 allevamenti. Tale rapporto a Roma si spinge a 1039 su 2308.
Non venendo ripagati i prezzi di produzione non si può garantire l’assistenza tecnica e ciò va a discapito della qualità del latte. Non ci sono fondi per operare l’identificazione elettronica degli ovini, accorgimento a cui ormai è imprudente rinunciare.
Dalle 11.00 alle 18.00 di oggi i pastori hanno protestato insieme alla Coldiretti, Cia e Confagricoltura, per il mancato accordo sul prezzo del latte ovino, a difesa del latte ovino e contro la trasformazione industriale.
Le parole del direttore Coldiretti Lazio, Aldo Mattia: “Il prezzo minimo al litro comprensivo d’Iva deve essere pari a 0.95 centesimi di euro al litro. Chiediamo azioni immediate per la promozione del prodotto trasformato, per l’avvio di un sistema di pagamento a favore della qualità del latte e la variante del prezzo praticato nel mercato sardo, con una maggiorazione del 25% rispetto agli attuali 75 centesimi di euro a litro”.
Nel pomeriggio di oggi un migliaio di pastori hanno protestato davanti allo stabilimento di Brunelli ad Aprilia in via dei Giardini 37, inoltre la maggior concentrazione di trattori - decine - occupano tuttora la via Pontina in direzione Roma. La mobilitazione mira ad avere risposte chiare e definitive che salvino la produzione.
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