Agguato in Curia, al setaccio le pistole: «L'arma era puntata alla testa di Betori». La questura ha acquisito i filmati delle telecamere di sicurezza dei negozi e degli immobili vicini al palazzo arcivescovile.
Firenze è ancora sotto choc per l'agguato in Curia contro l'arcivescovo Giuseppe Betori e il suo segretario don Paolo Brogi avvenuto venerdì sera. La notte è passata tranquilla per don Brogi, ferito all'addome e che ha subito un intervento. Intanto, gli investigatori cercano di ricostruire la dinamica dell'agguato. L'aggressore, dopo aver fatto fuoco contro il segretario dell'arcivescovo, ha puntato la pistola contro la nuca di Giuseppe Betori ma per qualche motivo l'arma non ha sparato, forse si è inceppata. «Non ho paura e sono sereno»: lo ha detto l'arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, lasciando l'ospedale di Santa Maria Nuova dove ha fatto visita al suo segretario.
La polizia amministrativa della questura di Firenze sta verificando, partendo dai suoi archivi, tutti i possessori di pistole calibro 7,65 residenti nella provincia. È una delle attività di indagine in corso. Proseguono le attività della polizia scientifica, in particolare sotto il profilo balistico. Dopo i rilievi nel cortile della Curia, la scientifica sta esaminando il bossolo espulso dopo lo sparo dall'arma e trovato sul posto. Un contributo importante sotto questo aspetto potrebbe venire dall'ogiva del proiettile che ha colpito don Paolo Brogi e che al momento non ha potuto essere estratta nel primo intervento chirurgico di stanotte.
La squadra mobile, in collaborazione con la Digos, sta visionando filmati di telecamere situate nelle vie adiacenti al palazzo dell'Arcidiocesi, in piazza del Duomo. Si tratta di sistemi di videosorveglianza di negozi e banche da cui ipoteticamente l'aggressore in fuga, o anche in arrivo, potrebbe essere stato ripreso. Nessuna telecamera è invece presente nell'androne della porta carraia da cui l'auto del vescovo accede al cortile. Gli investigatori cercano un uomo sulla settantina, con un po' di barba, che venerdì sera era vestito con una giacca nera e un cappellino di lana. Le ricerche delle volanti sono comunque continuate per tutta la notte
Nessun fermo di pg per i sei uomini bloccati dopo l'agguato contro il vescovo Betori e il suo segretario dentro il cortile della Curia. La questura di Firenze ha rilasciato dopo l'identificazione e una serie di accertamenti i sei uomini controllati e portati negli uffici della squadra mobile. Tutti sono stati sottoposti a stub da parte della polizia scientifica per verificare se qualcuno di loro avesse sparato. Tra loro anche il clochard trovato con una scacciacani.
«Si può pensare a tutto ma valutando modalità e tempi al momento non ci sembra plausibile pensare a una cosa organizzata o strutturata». Lo ha detto il procuratore di Firenze Giuseppe Quattrocchi parlando con i giornalisti dell'agguato. Quattrocchi ha spiegato che al momento «ogni ipotesi sarebbe abusiva». L'ipotesi di reato è tentato omicidio. Alla luce dei primi risultati investigativi in procura si spiega che «si predilige la pista dello squilibrato». A far supporre che l'autore dell'aggressione fosse un balordo lo lascerebbe pensare anche il fatto che Betori avrebbe detto agli investigatori di non aver subito minacce nei ultimi tempi e che in ambienti della curia, negli ultimi giorni, a presidio della sede arcivescovile.
Don Paolo Brogi, il segretario dell'arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, ha passato «una notte tranquilla». È quanto spiegano i sanitari dell'ospedale fiorentino di Santa Maria Nuova. Per don Brogi, che la notte scorsa è stato sottoposto a un intervento chirurgico, la prognosi resta comunque riservata. Il prossimo bollettino medico ci sarà nel pomeriggio.Investigatori della squadra mobile stanno ascoltando don Brogi all'ospedale di Santa Maria Nuova, per ricostruire insieme a lui la dinamica dell'aggressione e per avere una migliore descrizione della persona che gli ha sparato e che è fuggita. Don Brogi è in condizioni fisiche tali da poter parlare con gli investigatori dopo le prime informazioni che ha potuto dare nell'immediatezza dei soccorsi. L'arcivescovo Betori si sta recando all'ospedale in visita al suo collaboratore.
Firenze è ancora sotto choc per l'agguato in Curia contro l'arcivescovo Giuseppe Betori e il suo segretario don Paolo Brogi avvenuto venerdì sera. La notte è passata tranquilla per don Brogi, ferito all'addome e che ha subito un intervento. Intanto, gli investigatori cercano di ricostruire la dinamica dell'agguato. L'aggressore, dopo aver fatto fuoco contro il segretario dell'arcivescovo, ha puntato la pistola contro la nuca di Giuseppe Betori ma per qualche motivo l'arma non ha sparato, forse si è inceppata. «Non ho paura e sono sereno»: lo ha detto l'arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, lasciando l'ospedale di Santa Maria Nuova dove ha fatto visita al suo segretario.
La polizia amministrativa della questura di Firenze sta verificando, partendo dai suoi archivi, tutti i possessori di pistole calibro 7,65 residenti nella provincia. È una delle attività di indagine in corso. Proseguono le attività della polizia scientifica, in particolare sotto il profilo balistico. Dopo i rilievi nel cortile della Curia, la scientifica sta esaminando il bossolo espulso dopo lo sparo dall'arma e trovato sul posto. Un contributo importante sotto questo aspetto potrebbe venire dall'ogiva del proiettile che ha colpito don Paolo Brogi e che al momento non ha potuto essere estratta nel primo intervento chirurgico di stanotte.
La squadra mobile, in collaborazione con la Digos, sta visionando filmati di telecamere situate nelle vie adiacenti al palazzo dell'Arcidiocesi, in piazza del Duomo. Si tratta di sistemi di videosorveglianza di negozi e banche da cui ipoteticamente l'aggressore in fuga, o anche in arrivo, potrebbe essere stato ripreso. Nessuna telecamera è invece presente nell'androne della porta carraia da cui l'auto del vescovo accede al cortile. Gli investigatori cercano un uomo sulla settantina, con un po' di barba, che venerdì sera era vestito con una giacca nera e un cappellino di lana. Le ricerche delle volanti sono comunque continuate per tutta la notte
Nessun fermo di pg per i sei uomini bloccati dopo l'agguato contro il vescovo Betori e il suo segretario dentro il cortile della Curia. La questura di Firenze ha rilasciato dopo l'identificazione e una serie di accertamenti i sei uomini controllati e portati negli uffici della squadra mobile. Tutti sono stati sottoposti a stub da parte della polizia scientifica per verificare se qualcuno di loro avesse sparato. Tra loro anche il clochard trovato con una scacciacani.
«Si può pensare a tutto ma valutando modalità e tempi al momento non ci sembra plausibile pensare a una cosa organizzata o strutturata». Lo ha detto il procuratore di Firenze Giuseppe Quattrocchi parlando con i giornalisti dell'agguato. Quattrocchi ha spiegato che al momento «ogni ipotesi sarebbe abusiva». L'ipotesi di reato è tentato omicidio. Alla luce dei primi risultati investigativi in procura si spiega che «si predilige la pista dello squilibrato». A far supporre che l'autore dell'aggressione fosse un balordo lo lascerebbe pensare anche il fatto che Betori avrebbe detto agli investigatori di non aver subito minacce nei ultimi tempi e che in ambienti della curia, negli ultimi giorni, a presidio della sede arcivescovile.
Don Paolo Brogi, il segretario dell'arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, ha passato «una notte tranquilla». È quanto spiegano i sanitari dell'ospedale fiorentino di Santa Maria Nuova. Per don Brogi, che la notte scorsa è stato sottoposto a un intervento chirurgico, la prognosi resta comunque riservata. Il prossimo bollettino medico ci sarà nel pomeriggio.Investigatori della squadra mobile stanno ascoltando don Brogi all'ospedale di Santa Maria Nuova, per ricostruire insieme a lui la dinamica dell'aggressione e per avere una migliore descrizione della persona che gli ha sparato e che è fuggita. Don Brogi è in condizioni fisiche tali da poter parlare con gli investigatori dopo le prime informazioni che ha potuto dare nell'immediatezza dei soccorsi. L'arcivescovo Betori si sta recando all'ospedale in visita al suo collaboratore.
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