Dopo l’incontro fallimentare del 23 novembre tra Fiat, Invitalia, Regione siciliana e Dr Motor, si apprende da fonti sindacali che Corrado Passera, Ministro dello Sviluppo, ha convocato per stamattina, sabato 25 novembre, alle ore 10.00 Invitalia e i sindacati metalmeccanici
di Chiara Bartoli
Non si sono ancora concluse le trattative riguardo alla chiusura dello storico stabilimento Fiat di Termini Imerese, che ha prodotto auto quali la Nuova 500, la 126, la Punto, la Panda e la Lancia Ypsilon. Fondato nel 1970, dava impiego complessivamente a 2.200 dipendenti , tra diretti ed indotto. Ieri ultimo giorno di lavoro per i dipendenti dello stabilimento: alle ore 22 si è concluso il secondo, ed ultimo, turno di produzione, chiudendo un ciclo durato 41 anni. Gli operai si sono subito riuniti in presidio davanti allo stabilimento ed hanno impedito alle ultime auto assemblate di uscire dalla fabbrica, posizionando di fronte ai cancelli le proprie auto. Non intendono abbandonare il presidio finchè il loro futuro lavorativo non sia chiaro.
Sono 1.536, infatti, gli operai che da oggi sino al 31 dicembre sono in cassa integrazione. Dopo tale data, giorno di chiusura totale dello stabilimento, non è ancora chiaro cosa succederà agli ex-dipendenti Fiat. Dr Motor, che intende rilevare lo stabilimento, si dichiara disponiblie all’assunzione di 1.312 lavoratori. Per i restanti, vicini all’età pensionabile, si prospetta come unica soluzione la mobilità incentiva verso la pensione. C’è inoltre il problema dell’indotto, da garantire a 350 lavoratori. I sindacati informano che la Fiat sarebbe disposta a mettere a disposizione le risorse che mancavano per garantire la mobilità incentivata, dopo l’aspra critica arrivata da più parti. “È drammatico che dopo 41 anni la Fiat chiuda la fabbrica a Termini Imerese ma non ci scoraggiamo. Abbiamo avviato un lavoro duro, investendo come Regione 350 milioni e se al momento la trattativa con Dr Motor s'é arenata è per colpa di Fiat che avrebbe dovuto investire 7 milioni per gli incentivi alla pensione degli operai", dichiara Salvatore Lombardo, governatore della Sicilia.
Un accorato appello giunge da don Francesco Anfuso, arciprete di Termini Imerese, tramite Radio Vaticana: “Alla politica, ai sindacati, e a chi ha in mano altri poteri, dico di guardare oltre il guadagno e vedere gli uomini. Persone che sono in una situazione che può evolvere verso una deriva terribile. Aiutiamoli, facciamo del nostro meglio. Io penso che abbiamo le capacità per tirare fuori da questa situazione un territorio e una regione intera che ne risente. E' il miglior Natale che possiamo augurarci per la regione Sicilia”. “Quella di ieri – aggiunge don Francesco - é stata una giornata molto, ma molto triste. Ho visto le mogli e i figli accanto agli operai per sostenerli. A pensarci mi vengono ancora le lacrime agli occhi. I lavoratori uscivano dai cancelli, per l'ultima volta, affranti, e le loro donne li accoglievano per consolarli. Con i sindacati e il sindaco abbiamo cercato di offrire solidarietà, ma la situazione è indescrivibile”.
Quella di oggi costituisce soltanto una “riunione propedeutica all'incontro già fissato per il pomeriggio del 30 novembre presso lo stesso ministero tra tutti i soggetti interessati alla vertenza di Termini Imerese", come dichiara Rocco Palombella, segretario generale della Uil. Bisognerà, dunque, attendere il 30 novembre per conoscere quale sarà la sorte dei lavoratori.
di Chiara Bartoli
Non si sono ancora concluse le trattative riguardo alla chiusura dello storico stabilimento Fiat di Termini Imerese, che ha prodotto auto quali la Nuova 500, la 126, la Punto, la Panda e la Lancia Ypsilon. Fondato nel 1970, dava impiego complessivamente a 2.200 dipendenti , tra diretti ed indotto. Ieri ultimo giorno di lavoro per i dipendenti dello stabilimento: alle ore 22 si è concluso il secondo, ed ultimo, turno di produzione, chiudendo un ciclo durato 41 anni. Gli operai si sono subito riuniti in presidio davanti allo stabilimento ed hanno impedito alle ultime auto assemblate di uscire dalla fabbrica, posizionando di fronte ai cancelli le proprie auto. Non intendono abbandonare il presidio finchè il loro futuro lavorativo non sia chiaro.
Sono 1.536, infatti, gli operai che da oggi sino al 31 dicembre sono in cassa integrazione. Dopo tale data, giorno di chiusura totale dello stabilimento, non è ancora chiaro cosa succederà agli ex-dipendenti Fiat. Dr Motor, che intende rilevare lo stabilimento, si dichiara disponiblie all’assunzione di 1.312 lavoratori. Per i restanti, vicini all’età pensionabile, si prospetta come unica soluzione la mobilità incentiva verso la pensione. C’è inoltre il problema dell’indotto, da garantire a 350 lavoratori. I sindacati informano che la Fiat sarebbe disposta a mettere a disposizione le risorse che mancavano per garantire la mobilità incentivata, dopo l’aspra critica arrivata da più parti. “È drammatico che dopo 41 anni la Fiat chiuda la fabbrica a Termini Imerese ma non ci scoraggiamo. Abbiamo avviato un lavoro duro, investendo come Regione 350 milioni e se al momento la trattativa con Dr Motor s'é arenata è per colpa di Fiat che avrebbe dovuto investire 7 milioni per gli incentivi alla pensione degli operai", dichiara Salvatore Lombardo, governatore della Sicilia.
Un accorato appello giunge da don Francesco Anfuso, arciprete di Termini Imerese, tramite Radio Vaticana: “Alla politica, ai sindacati, e a chi ha in mano altri poteri, dico di guardare oltre il guadagno e vedere gli uomini. Persone che sono in una situazione che può evolvere verso una deriva terribile. Aiutiamoli, facciamo del nostro meglio. Io penso che abbiamo le capacità per tirare fuori da questa situazione un territorio e una regione intera che ne risente. E' il miglior Natale che possiamo augurarci per la regione Sicilia”. “Quella di ieri – aggiunge don Francesco - é stata una giornata molto, ma molto triste. Ho visto le mogli e i figli accanto agli operai per sostenerli. A pensarci mi vengono ancora le lacrime agli occhi. I lavoratori uscivano dai cancelli, per l'ultima volta, affranti, e le loro donne li accoglievano per consolarli. Con i sindacati e il sindaco abbiamo cercato di offrire solidarietà, ma la situazione è indescrivibile”.
Quella di oggi costituisce soltanto una “riunione propedeutica all'incontro già fissato per il pomeriggio del 30 novembre presso lo stesso ministero tra tutti i soggetti interessati alla vertenza di Termini Imerese", come dichiara Rocco Palombella, segretario generale della Uil. Bisognerà, dunque, attendere il 30 novembre per conoscere quale sarà la sorte dei lavoratori.
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