lunedì, novembre 14, 2011
I profeti del sapere New Age ci assicurano, calendario Maya alla mano, che il 21 dicembre 2012 ci sarà la fine del mondo. Ma andiamo davvero verso la fine? Ecco quel che ci dicono al riguardo i Vangeli.

di Bartolo Salone

Passata l’età dell’ottimismo scientifico, riemerge la mai del tutto sopita paura della fine del mondo. E all’antico millenarismo di medievale memoria se ne sostituisce uno nuovo in salsa New Age. Secondo i cultori di quel coacervo di ridicole e confuse credenze che è la New Age, il mondo – calendario Maya alla mano – dovrebbe cessare di esistere il 21 dicembre 2012. In quella data si verificherebbe infatti la tanto temuta inversione del campo magnetico terrestre, accompagnata da terremoti, tsunami e cataclismi vari, che renderebbero impossibile la vita dell’uomo su questo nostro pianeta. La soluzione sarebbe allora quella di fuggire in qualche parte del globo in cui gli effetti della catastrofe si facciano sentire meno (o attendere qualche salvataggio alieno), e tra le altre si propone Bugarach, un paesino della Francia sudorientale abbarbicato tra le montagne, interessato proprio in questi giorni da un intenso flusso turistico (la New Age, come è noto, consente di fare affari d’oro, sfruttando la credulità altrui).

Gli studiosi della civiltà Maya reagiscono a questa interpretazione new age della fine del mondo rammentando come secondo il calendario Maya il 21 dicembre 2012 è sicuramente una data significativa, poiché segna la fine di un ciclo cosmico (o anno galattico). Tuttavia, la fine di un ciclo cosmico, secondo i Maya, se da un lato costituisce un momento di profondi cambiamenti (storici e climatici insieme), dall’altro non segna la fine di tutto o l’estinzione del genere umano. Gli scienziati, dal canto loro, ci rassicurano che il 21 dicembre dell’anno prossimo non è una data che desta particolare allarme dal punto di vista dei mutamenti climatici e della polarità terrestre. Insomma, l’ennesima bufala new age, da non prendere troppo sul serio!

Il tema della fine del mondo, ad ogni modo, non è estraneo al cristianesimo, anche se molto spesso viene frainteso sulla base di una lettura superficiale e non sufficientemente meditata delle Sacre Scritture. L’espressione “fine del mondo”, a dire il vero, può indurre qualche equivoco. “Fine” nella sua accezione più immediata evoca scenari di annientamento, di distruzione: nulla di più estraneo alla visione cristiana! Noi cristiani, infatti, attendiamo non la distruzione del mondo, bensì, secondo le parole dell’apostolo Pietro, “cieli nuovi e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia” (2Pt 3, 13). Non attendiamo, dunque, timorosi, la fine del mondo, ma piuttosto un mondo nuovo, in cui non esisteranno più il peccato e i suoi frutti velenosi di guerra, di ingiustizia e di morte. E quest’ordine nuovo di cose sarà portato a compimento da Cristo al termine del giudizio universale. Riassume felicemente questo concetto S. Agostino, quando afferma che il mondo finirà non per distruzione, bensì per trasformazione. Ecco perché noi cristiani non possiamo essere presi dalla psicosi della “fine”, perché quello che per altri può essere la fine, per noi è l’inizio di una nuova era. La nostra non è una religione “nichilista”, ma una religione “positiva”, di vita, che apre il cuore alla speranza, quella virtù che gli uomini di oggi sembrano aver del tutto abbandonato.

Che ci sarà un giudizio, alla fine dei tempi, è indubitabile: ne parlano sia i Vangeli sia le lettere paoline ed apostoliche. Tuttavia, gli stessi Vangeli mettono in guardia il credente da ogni tentazione di stabilirne “il giorno e l’ora”. Stando alle parole di Gesù, infatti, “nessuno può sapere i tempi che il Padre ha riservato alla sua scelta” (At 1, 7). Lo stesso Agostino, interrogato in materia da un suo confratello vescovo, dopo un esame dettagliato dei passi della Scrittura relativi al giudizio universale e alla “fine del mondo”, dovette concludere che, in base alla Parola di Dio, non è possibile determinare, neppure in via approssimativa, il momento in cui Cristo verrà di nuovo nella gloria a giudicare i vivi e i morti e ad instaurare il suo Regno. “Calcolare i tempi per sapere quando sarà la fine del mondo e la venuta del Signore – dichiara il santo vescovo di Ippona – mi pare non sia altro che voler sapere ciò che Cristo stesso ha detto che nessuno può sapere” (lettera 197 di Agostino a Esichio, vescovo di Salona).

Infine, quantomeno noi cristiani dovremmo ricordare che, prima del giudizio universale, c’è per ciascuno di noi un giudizio particolare, che si celebra al momento stesso della nostra morte. E’ quello il momento in cui per ciascuno viene stabilita la propria sorte per l’eternità. E’ quello il momento in cui, messi dinanzi alla Verità, sapremo se avremo meritato la vita eterna o la dannazione eterna. Sapere quando finirà il mondo (anche se non di vera fine si tratta, come abbiamo sottolineato sopra), dunque, per noi cristiani non ha poi molta importanza, visto che per ciascuno di noi il “mondo” finirà il giorno della propria morte. Piuttosto a noi importa non arrivare impreparati a quel giorno, di modo che quel giorno “non ci piombi addosso all’improvviso”. Quella del cristiano è allora un’attesa vigile e operosa, sostenuta dalla speranza della misericordia di Dio, e non un’attesa passiva e timorosa della fine, come invece è quella di chi non crede più in Dio e nella vita eterna.

La prospettiva cristiana sulla fine del mondo potrà apparire deludente, soprattutto a chi ama andare dietro a futili fantasie, ma è senza dubbio la più utile e razionale. In materia infatti, ci ricorda ancora Sant’Agostino, è meglio “confessare una cauta ignoranza anziché professare una falsa scienza”.

Sono presenti 4 commenti

Anonimo ha detto...

Come sono contenta di essere credente convinta e non facilmente suggestionabile!

Anonimo ha detto...

TUTTO GIUSTO CIO' CHE DICE L'ARTICOLISTA CIRCA IL RAPPORTO CHE I CRISTIANI DEVONO AVERE NEI RIGUARDI DELLA FINE DEL MONDO,MA NON SI DIMEN=
TICHI LE PROFEZIE DI FATIMA E I MESSAGGI DI MEDJUGORYE CHE DICONO CHE QUESTE SONO LE ULTIME APPARIZIONI DELLA VERGINE PER CHIAMARE IL MONDO ALLA CONVERSIONE. TRA NON MOLTO INIZIERANNO A VERIFICARSI I DIECI SEGRETI DATI DALLA MADONNA AI VEGGENTI ED ALLORA INIZIERA' LA FINE DEI TEMPI CHE,GUARDA CASO, POTREBBE PROPRIO COINCIDERE COL 2012! SARA' UNA BELLA COMBINAZIONE!? COMUNQUE OCCORRE NON CONFONDERE LA FINE DEI TEMPI CON LA FINE DEL MONDO. LA SECONDA E' ANCORA MOLTO LONTANA,LA PRIMA STA PER VENIRE E PORTERA' UN CAMBIAMENTO TOTALE NELLA VITA DELLA TERRA E DELL'UMANITA',COI CIELI NUOVI E I MONDI NUOVI PROMESSI NELL'APOCALISSE.

Bartolo Salone ha detto...

Non vorrei cimentarmi sul terreno - almeno per me - accidentato delle apparizioni mariane, visto che non ho la competenza per trattarne. Tuttavia, qualche osservazione di metodo posso permettermi di farla.
Quanto alle apparizioni di Medjugorye e ai relativi messaggi, la Chiesa non si è ancora pronunciata in via definitiva, per cui è bene, almeno per il momento, sospendere il giudizio. Il messaggio di Fatima, nelle sue tre parti, non consente di gettar luce sulla fine del mondo o dei tempi, avendo tutt'altro oggetto. Se per assurdo,poi, la Madonna dovesse apparire e rivelare la data della fine del mondo, la stessa autenticità della apparizione andrebbe messa in dubbio, poiché sarebbe in patente contrasto con i Vangeli, i quali hanno senza dubbio un'autorità superiore. Nessuna apparizione mariana, in altri termini, potrebbe essere considerata vera, ove fosse in palese contraddizione con la Sacra Scrittura.Se poi il contrasto non fosse evidente, essendo i messaggi mariani suscettibili di varie interpretazioni, non potrebbe evidentemente accogliersi quell'interpretazione che fosse in dissintonia con la Scrittura o con l'insegnamento della Chiesa. Sulla fine del mondo, Gesù dice chiaramente ai suoi discepoli, che "Quanto a quel giorno e a quell'ora, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre" (Mt 24, 36). E, se neppure Gesù, che è il Figlio lo sa, a maggior ragione non ne può sapere nulla neppure la Madonna. Per cui, nulla di più di quel che Gesù stesso ci dice nei Vangeli sulla fine del mondo siamo autorizzati a dedurre dalle apparizioni mariane.

WWT ha detto...

Personalmente ritengo questa, come altre date "millenariste", un'occasione di riflessione.

Siamo troppo presi nel vortice della quotidianità per fermarci a riflettere sullo stato della nostra società, sulle conseguenze dello sviluppo economico, sulle condizioni di semi-schiavitù che i ritmi di lavoro odierni ci impongono.

Ecco perché sul mio blog ho iniziato a scrivere un ironico "Manuale di sopravvivenza" per far fronte alla avvento di una nuova economia, l'Economia della Fine del Mondo:

http://www.wholeworldtrip.com/search/label/End%20of%20the%20World%20Economy

E se tutto rimarrà come prima, male non ci avrà fatto il pensare al cambiamento!

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