Il governo della Bolivia ha sospeso le licenze ambientali delle imprese turistiche e del legname che operano nell'area del Territorio Indígena del Parque Nacional Isiboro Sécure (Tipnis) dopo che la cosiddetta "Ley Corta" ha dichiarato quel territorio "zona intangibile". Attualmente, nel Tipnis, un piccolo gruppo di imprese private sta svolgendo attività vincolate di sfruttamento forestale per produrre legname e caccia di lucertole per produrre prodotti di pelle per il turismo di " lusso".
GreenReport - Il 24 ottobre il presidente boliviano, Evo Morales ha promulgato la Ley Corta che garantisce la protezione del Tipnis, in seguito alla marcia durata oltre due mesi che ha visto protagonisti gli indigeni di questa area che hanno raggiunto La Paz, dopo durissimi scontri con la polizia, per evitare che si facesse un'autostrada, per collegare i dipartimenti di Beni e Cochabamba, attraverso l'area protetta.
Dopo gli scontri che hanno dimostrato la crisi del suo governo, Morales ha detto che la decisione di respingere la costruzione dell'autostrada che attraverserebbe il Tpnis è nelle mani degli indigeni di San Ignacio de Moxos (Beni), accogliendo alla fine la petizione delle comunità indie che chiedevano di non realizzare questa grande infrastruttura in un'area protetta.
Il primo articolo della Ley Corta dichiara il Tipnis territorio intangibile, quindi gli insediamenti e le occupazioni promosse o gestite da persone diverse dai titolari del Territorio Indígena Isiboro Sécure, sono diventate illegali e devono essere sloggiate, se necessario, con un intervento della forza pubblica.
L'annuncio dell'istituzione della "zona intangibile " è stato dato dal viceministro dell'ambiente boliviano, Cintia Silva (Nella foto), che ha menzionato in particolare la situazione dell'impresa turistica Untamed Angling: «Abbiamo emesso un'ordinanza amministrativa che revoca le licenze ambientali dell'operazione turistica a causa di un rapporto fatto dal Servicio nacional de áreas protegidas sulla situazione legale di concessione delle licenze. Nel caso delle compagnie che sfruttano il legname, l'Autoridad de fiscalización y control de bosques y tierra (Abt) ha emesso un'altra ordinanza che colma un vuoto ed annulla i contratti sottoscritti con le imprese Suri, Huanca Rodríguez ed Isigo. Inoltre, l'Abt emetterà un'ordinanza che annulla i contratti di terzi od imprese con l e comunità per sfruttare le risorse forestali dentro il Tipnis».
Al momento dell'annuncio della promulgazione della legge, una dirigente del Tipnis, Miriam Yuganore, si è detta soddisfatta perché sottolinea la necessità di preservare le risorse del Parque Nacional: «E' la nostra grande casa». Ma anche per gli indios che hanno marciato su La Paz ci sono nuovi vincoli: il direttore dell'Abt ha spiegato che «Per garantire la salvaguardia dell'Isiboro Sécure stiamo facendo la valutazione per la gestione sostenibile, perché non si possano eradicare né tagliare alberi. In caso contrario, ci sarebbe una contravvenzione e lo Stato ha il diritto di revocare queste licenze che ha concesso agli indigeni, perché la Costituzione ha stabilito che le foreste sono proprietà del popolo boliviano».
GreenReport - Il 24 ottobre il presidente boliviano, Evo Morales ha promulgato la Ley Corta che garantisce la protezione del Tipnis, in seguito alla marcia durata oltre due mesi che ha visto protagonisti gli indigeni di questa area che hanno raggiunto La Paz, dopo durissimi scontri con la polizia, per evitare che si facesse un'autostrada, per collegare i dipartimenti di Beni e Cochabamba, attraverso l'area protetta.
Dopo gli scontri che hanno dimostrato la crisi del suo governo, Morales ha detto che la decisione di respingere la costruzione dell'autostrada che attraverserebbe il Tpnis è nelle mani degli indigeni di San Ignacio de Moxos (Beni), accogliendo alla fine la petizione delle comunità indie che chiedevano di non realizzare questa grande infrastruttura in un'area protetta.
Il primo articolo della Ley Corta dichiara il Tipnis territorio intangibile, quindi gli insediamenti e le occupazioni promosse o gestite da persone diverse dai titolari del Territorio Indígena Isiboro Sécure, sono diventate illegali e devono essere sloggiate, se necessario, con un intervento della forza pubblica.
L'annuncio dell'istituzione della "zona intangibile " è stato dato dal viceministro dell'ambiente boliviano, Cintia Silva (Nella foto), che ha menzionato in particolare la situazione dell'impresa turistica Untamed Angling: «Abbiamo emesso un'ordinanza amministrativa che revoca le licenze ambientali dell'operazione turistica a causa di un rapporto fatto dal Servicio nacional de áreas protegidas sulla situazione legale di concessione delle licenze. Nel caso delle compagnie che sfruttano il legname, l'Autoridad de fiscalización y control de bosques y tierra (Abt) ha emesso un'altra ordinanza che colma un vuoto ed annulla i contratti sottoscritti con le imprese Suri, Huanca Rodríguez ed Isigo. Inoltre, l'Abt emetterà un'ordinanza che annulla i contratti di terzi od imprese con l e comunità per sfruttare le risorse forestali dentro il Tipnis».
Al momento dell'annuncio della promulgazione della legge, una dirigente del Tipnis, Miriam Yuganore, si è detta soddisfatta perché sottolinea la necessità di preservare le risorse del Parque Nacional: «E' la nostra grande casa». Ma anche per gli indios che hanno marciato su La Paz ci sono nuovi vincoli: il direttore dell'Abt ha spiegato che «Per garantire la salvaguardia dell'Isiboro Sécure stiamo facendo la valutazione per la gestione sostenibile, perché non si possano eradicare né tagliare alberi. In caso contrario, ci sarebbe una contravvenzione e lo Stato ha il diritto di revocare queste licenze che ha concesso agli indigeni, perché la Costituzione ha stabilito che le foreste sono proprietà del popolo boliviano».
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