mercoledì, dicembre 28, 2011
In provincia di Brescia si smaltirà più amianto di quanto l’intera regione Lombardia ne possieda

E-il mensile - Stiamo parlando di un giro d’affari di almeno 70 milioni di euro. Cifra, questa, che rappresenta il futuro ricavo delle due discariche già approvate dal Pirellone: la Ecoeternit di Montichiari e la Faustini di Brescia. Le lastre di amianto che verranno smaltite dalle due strutture saranno almeno di 560 mila metri cubi, 80 mila metri cubi in più i quello presente su tutti i tetti di Brescia e provincia. Le due discariche sembrano perciò più che sufficienti a smaltire l’amianto bresciano, ma non è dello stesso avviso chi, invece, vuole guadagnarci dal business dello smaltilmento. Infatti, continuano ad aumentare le richieste per apertura di nuovi impianti. Richieste che vengono accettate, anche se la sola Ecoeternit è sufficiente per smaltire tutte le lastre pericolose ancora presenti sui 3800 tetti bresciani. Tutto ciò è possibile in mancanza di una legge sul “federalismo” dei rifiuti che rischia di far arrivare in un sola provincia amianto da mezza Italia.

Tra le discariche esistenti e quelle approvate, nella provincia di Brescia ci sarà la capacità di smaltire un quantitativo d’amianto superiore a quello presente nell’intera Lombardia, pari a 2,7 milioni di metri cubi. tutto ciò, nonostante siano già state approvate le due discariche del Cremonese (Cappella Cantone con i suoi 261 mila metri cubi e Cingia de’ Botti con altri 396 mila) e quella di Treviglio da 480 mila metri cubi.

Se si considera che il costo di smantellamento in discarica di una tonnellata si aggira sui 120 euro, si capisce il perchè il business faccia gola a molti.

Senza un controllo istituzionale del settore, l’intero affare è nelle mani di privati facilitando la creazione di ‘cartelli’.

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