«La lunga attesa del provvedimento dell’Autorità Antitrust a carico di Apple non è stata vana», dichiara Massimiliano Dona, segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC)
Nb Times (Roma) - Una delle pratiche di Apple in Italia che ha sempre indispettito la clientela è stata la maniera oscura, poco trasparente e autonoma con cui la società di Cupertino ha applicato la garanzia ai propri prodotti: per farla breve, la garanzia di diritto per il cliente privato in Italia è due anni, ma l’azienda ha applicato una garanzia di fatto di un anno. Finora, perché adesso l’Antitrust è finalmente intervenuta, sanzionando l’azienda e obbligandola a rimettersi sulla retta via.
L’importo complessivo delle sanzioni irrogate alle aziende del gruppo è pari a 900mila euro, non proprio spiccioli. La motivazione è chiarissima: “pratiche commerciali scorrette ai danni dei consumatori”. Per la precisione, come riporta il sito del Garante, per “mancata informazione e riconoscimento della garanzia legale” la Apple Sales International paga 240mila euro, la Apple Italia S.r.l. paga 80mila euro e la Apple retail Italia S.r.l. paga 80mila euro.
Poiché il danno non è solo limitato a questo, ma ci sono anche le “ informazioni fuorvianti per indurre alla sottoscrizione del contratto di assistenza aggiuntiva a pagamento”, un altro giro di multe è pronto: Apple Sales International deve 300mila euro, Apple Italia S.r.l. deve 100 mila euro e Apple retail Italia S.r.l. altrettanto, 100mila euro.
Due distinte pratiche commerciali scorrette, dunque, che non sono passate inosservate, grazie anche alla folla di consumatori inferociti per il diverso trattamento riservato loro a dispetto della legge generale, che rivolgendosi ripetutamente alle associazioni di consumatori hanno sollevato il problema.
Ma non basta, non può (e non deve) finire qui. Le associazioni di consumatori, infatti, sono pronte ad andare oltre: «La lunga attesa del provvedimento dell’Autorità Antitrust a carico di Apple non è stata vana», dichiara Massimiliano Dona, segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), «almeno per i casi nei quali la mancata assistenza in garanzia abbia procurato un danno economico ai consumatori, valuteremo l’opportunità di agire con richieste risarcitorie, se del caso anche in via collettiva con l’azione di classe». Sulla stessa linea anche il Codacons: «Valutiamo azioni legali e risarcitorie in favore di chi ha subito danni. L’ufficio legale sta valutando anche la possibilità di intentare una vera e propria class action», dichiara il presidente Carlo Rienzi, e Federconsumatori e Adusbef, «stiamo studiando un’apposita class action per eventuali risarcimenti degli utenti danneggiati da questo comportamento scorretto».
Inutile dire che le confezioni dei prodotti dovranno essere adeguate per rispondere alla normativa, con tutte le chiare indicazioni del caso, entro 90 giorni. E in linea di massima, questa volta possiamo dire che le autorità non hanno dormito sulla circostanza.
Tuttavia, il maggior plauso al presidente Giovanni Pitruzzella va per un altro elemento importante: l’aver compreso che la multa poteva (e doveva, ndB) essere più alta, se non ci fosse il tetto dei 500.000 euro per la tutela dei consumatori: «credo che di fronte ad alcuni giganti, come Apple, dobbiamo essere muniti del potere di irrogare sanzioni più pesanti», ha sottolineato il presidente dell’Antitrust, spiegando di aver chiesto al Governo di alzare tale tetto.
Nb Times (Roma) - Una delle pratiche di Apple in Italia che ha sempre indispettito la clientela è stata la maniera oscura, poco trasparente e autonoma con cui la società di Cupertino ha applicato la garanzia ai propri prodotti: per farla breve, la garanzia di diritto per il cliente privato in Italia è due anni, ma l’azienda ha applicato una garanzia di fatto di un anno. Finora, perché adesso l’Antitrust è finalmente intervenuta, sanzionando l’azienda e obbligandola a rimettersi sulla retta via.
L’importo complessivo delle sanzioni irrogate alle aziende del gruppo è pari a 900mila euro, non proprio spiccioli. La motivazione è chiarissima: “pratiche commerciali scorrette ai danni dei consumatori”. Per la precisione, come riporta il sito del Garante, per “mancata informazione e riconoscimento della garanzia legale” la Apple Sales International paga 240mila euro, la Apple Italia S.r.l. paga 80mila euro e la Apple retail Italia S.r.l. paga 80mila euro.
Poiché il danno non è solo limitato a questo, ma ci sono anche le “ informazioni fuorvianti per indurre alla sottoscrizione del contratto di assistenza aggiuntiva a pagamento”, un altro giro di multe è pronto: Apple Sales International deve 300mila euro, Apple Italia S.r.l. deve 100 mila euro e Apple retail Italia S.r.l. altrettanto, 100mila euro.
Due distinte pratiche commerciali scorrette, dunque, che non sono passate inosservate, grazie anche alla folla di consumatori inferociti per il diverso trattamento riservato loro a dispetto della legge generale, che rivolgendosi ripetutamente alle associazioni di consumatori hanno sollevato il problema.
Ma non basta, non può (e non deve) finire qui. Le associazioni di consumatori, infatti, sono pronte ad andare oltre: «La lunga attesa del provvedimento dell’Autorità Antitrust a carico di Apple non è stata vana», dichiara Massimiliano Dona, segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), «almeno per i casi nei quali la mancata assistenza in garanzia abbia procurato un danno economico ai consumatori, valuteremo l’opportunità di agire con richieste risarcitorie, se del caso anche in via collettiva con l’azione di classe». Sulla stessa linea anche il Codacons: «Valutiamo azioni legali e risarcitorie in favore di chi ha subito danni. L’ufficio legale sta valutando anche la possibilità di intentare una vera e propria class action», dichiara il presidente Carlo Rienzi, e Federconsumatori e Adusbef, «stiamo studiando un’apposita class action per eventuali risarcimenti degli utenti danneggiati da questo comportamento scorretto».
Inutile dire che le confezioni dei prodotti dovranno essere adeguate per rispondere alla normativa, con tutte le chiare indicazioni del caso, entro 90 giorni. E in linea di massima, questa volta possiamo dire che le autorità non hanno dormito sulla circostanza.
Tuttavia, il maggior plauso al presidente Giovanni Pitruzzella va per un altro elemento importante: l’aver compreso che la multa poteva (e doveva, ndB) essere più alta, se non ci fosse il tetto dei 500.000 euro per la tutela dei consumatori: «credo che di fronte ad alcuni giganti, come Apple, dobbiamo essere muniti del potere di irrogare sanzioni più pesanti», ha sottolineato il presidente dell’Antitrust, spiegando di aver chiesto al Governo di alzare tale tetto.
Marco Valerio Principato
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