martedì, dicembre 27, 2011
Un’alta corte amministrativa egiziana ha vietato con una sentenza la pratica dei test di verginità all’interno delle carceri militari sulle giovani donne arrestate durante le manifestazioni. I giudici si sono pronunciati a favore di Samira Ibrahim, che aveva denunciato di essere stata sottoposta al test in una prigione militare.

E-il mensile - Samira era stata arrestata il 9 marzo scorso al Cairo durante le proteste di piazza Tahrir. La venticinquenne ha raccontato di essere stata filmata e fotografata dai telefonini dei soldati mentre il medico le faceva il test. “Volevo morire”, ha detto, “è stato come subire uno stupro”. Ma invece di rimanere in silenzio per la vergogna, Samira ha raccontato la sua esperienza in talk show e interviste. I risultati del test della verginità non hanno alcun riscontro medico e la pratica è stata denunciata come tortura dall’associazione in difesa dei diritti umani Amnesty International. L’associazione lo scorso novembre in un rapporto aveva accusato il governo militare egiziano di sistematiche violazioni dei diritti umani della popolazione.

“La corte ordina che la pratica dei test di verginità sulle ragazze all’interno delle carceri militari sia fermata”, ha detto il giudice Aly Fekry, capo della corte amministrativa del Cairo. La lettura della sentenza è stata accompagnata dagli applausi di centinaia di attivisti presenti nell’aula del tribunale.

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