sabato, dicembre 24, 2011
L’associazione che cura oltre 4 milioni di pazienti in tutto il mondo ora chiede il nostro sostegno: aiutiamola a non interrompere le sue “battaglie di pace”

di Paola Bisconti

“Aiutateci a non smettere” è l’ultimo appello di Emergency, che risente dei colpi bassi della crisi e vede diminuire le donazioni indispensabili per mantenere in piedi un’associazione che garantisce cure medico-chirurgiche in tutto il mondo. Il fondatore, Gino Strada, ha lanciato un SOS ribadendo quanto siano indispensabili le risorse economiche per far fronte al sostentamento di ospedali, centri ostetrici, chirurgici, pediatrici, di primo soccorso, di riabilitazione e soprattutto affinché non venga interrotto “uno straordinario esperimento di cura e di cultura”. Questa esperienza di volontariato è attiva dal 1994, da quando cioè l’organizzazione svolse la prima missione in Ruanda; da allora Emergency non si è più fermata e ha esteso ed ampliato una serie di progetti ottenendo importanti risultati: in 17 anni ha curato oltre 4 milioni di persone, vittime della guerra e della povertà grazie a 4000 volontari, divisi in 170 gruppi, che hanno operato in 16 Paesi.
I centri di riabilitazione di Emergency offrono in tutto il mondo assistenza fisica e morale ai pazienti promuovendo in tal modo una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani. Nel corso di questi anni, Emergency ha garantito il diritto alle cure anche ai migranti senza permesso di soggiorno, un beneficio che per esempio in Italia, seppur riconosciuto dalla legge, è negato nella realtà quotidiana (ecco perché sono stati fondati nel 2006 un poliambulatorio a Palermo, in Sicilia, e nel 2010 un centro a Marghera, in Veneto, e inoltre 12 pullman sono stati trasformati in ambulatori mobili). I volontari concretizzano il principio di EQS (eguaglianza, qualità, responsabilità sociale) offrendo assistenza senza discriminazione, e durante questi anni sono stati numerosi gli inviti di Emergency ai governi affinché iniziassero a considerare come priorità la salute e il benessere dei propri cittadini. Clamorosa e coronata da successo fu la battaglia contro le mine antiuomo iniziata sul palco del Maurizio Costanzo Show grazie alle denuncie di Gino Strada, fondatore di Emergency, che sensibilizzò gli italiani al problema, all’epoca poco conosciuto. Seguì una richiesta al Ministro della Difesa, accolta nel 1997 con la promulgazione della legge n°374, che proibisce in Italia fabbricazione, vendita, stoccaggio, esportazione e possesso di mine.
Sono molteplici le battaglie vinte da Gino Strada, che insieme alla moglie Teresa Sarti, scomparsa nel 2009 a causa di un tumore, ha dato vita ad un’associazione che va incontro alle numerose richieste di assistenza in tutto il mondo, attraverso per esempio il centro in Cambogia intitolato ad Ilaria Alpi, in Afghanistan dedicato a Tiziano Terzani, in Sierra Leone intestato a Fabrizio De Andrè e la struttura Salam in Sudan, terra che è stata scenario del rapimento del volontario Francesco Azzarà, conclusosi fortunatamente con la recente liberazione. Ad affiancare il costante operato del medico chirurgo c’è ora la figlia, Cecilia Strada, Presidente della fondazione, che non intende perdere la speranza nonostante i fondi siano sempre più esigui. I “grazie” pronunciati dai pazienti dell’Iraq (‘spas’), dell’Afghanistan (‘tashakor’), del Sudan(‘shukran’), e tanti altri ancora, saranno la loro forma di gratitudine nei confronti di chi sosterrà Emergency e la sua incessante attività.

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