lunedì, dicembre 19, 2011
«Siamo qui per lavorare e siamo persone come voi»

Liberainformazione -«(…) Non dovete avere paura di noi. L'emigrazione è una risorsa, economica, culturale… un'occasione di cui approfittare, noi e voi. Chi in questi giorni ha parlato di noi diffondendo la paura è responsabile per le sue parole. Noi non ci riconosciamo in quello che si è detto su di noi. Se qualcuno tra noi sbaglia, fa soffrire noi più di voi. Ma non vuol dire che tutti sbagliamo (…)»*. Una lettera aperta che, senza pretesa alcuna, diventa una lezione di civiltà ed integrazione per la Calabria e l’Italia intera.

A scriverla sono i lavoratori africani di Rosarno che hanno voluto impugnare la penna e scrivere in francese ciò che poi è stato fedelmente tradotto in italiano con l’aiuto degli amici dell’osservatorio AfriCalabria e proprio in occasione della Giornata Mondiale del Migrante (18 dicembre). Parlano dell’immigrazione come una risorsa e descrivono con parole semplici il loro diritto al lavoro ed dovere della comunità di accoglienza e protezione dallo sfruttamento e dal pregiudizio. Come ogni anno in questo periodo la popolazione di immigrati aumenta a Rosarno, nella Piana è arrivata a 1500 persone prevalentemente regolari, e già si sono creati agglomerati che raggiungono anche le duecento persone in accampamenti precari e degradati, in periferia, ma non soltanto.

La raccolta è quella dei mandarini ed è stato programmato già un incontro in Prefettura a Reggio per individuare soluzioni e strategie. Intanto si ripeterà, con ogni probabilità con l’aumento della capienza affinchè un maggior numero di cittadini immigrati possa avere accesso al campo su suolo ASI, l’esperienza dello scorso anno per volontà dell’Amministrazione guidata dal sindaco Elisabetta Tripodi, sotto la stessa gestione dell’associazione ‘Il mio amico Jonathan”.

Il comune calabrese di Rosarno, ormai tristemente noto per la rivolta del gennaio 2010 può, e deve smarcarsi e riappropriarsi di un destino arricchito e non penalizzato per la presenza dei migranti nel suo territorio. Sempre più popolato da positive energie, a Rosarno è stata avviata questa trasformazione affinchè, anche in termini di percezione, questa peculiarità diventi una risorsa con servizi e strutture che rendano concrete la solidarietà e l’integrazione.

Prezioso il contributo di Medici senza Frontiere che periodicamente è presente e di recente ha distribuito kit di sopravvivenza, e adesso dalla Puglia è arrivato il ‘Polibus’ di Emergency per prestare gratuitamente le cure ai cittadini africani. Intanto la voce degli africani è chiara e limpida: «Siamo qui per lavorare e siamo persone come voi».

*Versione integrale della lettera

Cari fratelli e sorelle rosarnesi, siamo lavoratori africani di tante nazionalità. Abbiamo voluto scrivere questa lettera per ringraziarvi della vostra ospitalità. Poiché negli ultimi giorni si è parlato molto di noi, abbiamo deciso di parlare in prima persona. Malgrado la triste situazione che si è verificata due anni fa, che ha fatto male a tutti, ci troviamo di nuovo insieme, nella vostra città e sulla vostra terra.

Quella situazione triste ce la portiamo nel nostro cuore, così come voi nel vostro. Noi siamo persone come voi. Vogliamo lavorare per vivere, come voi. Siamo in difficoltà quando non c`è lavoro, come voi. Emigriamo per trovare lavoro come tanti di voi in passato e ancora oggi. Abbiamo famiglie, madri, fratelli, figli, come voi. Siamo qui per cercare una vita migliore, non per creare problemi.

Per questo vi diciamo che non dovete avere paura di noi. L`emigrazione è una risorsa, economica, culturale… un`occasione di cui approfittare, noi e voi. Chi in questi giorni ha parlato di noi diffondendo la paura è responsabile per le sue parole. Noi non ci riconosciamo in quello che si è detto su di noi. Se qualcuno tra noi sbaglia, fa soffrire noi più di voi. Ma non vuol dire che tutti sbagliamo. Come quando un italiano sbaglia, non tutti gli italiani hanno colpa. Approfittando di questa occasione, noi immigrati, in particolare noi africani, vogliamo farvi sapere che siamo qui per lavorare e partecipare allo sviluppo di questa città e della regione e nel futuro partecipare alle sorti della nazione italiana.
Noi siamo fieri del nostro impegno e del nostro sudore. Abbiamo bisogno gli uni degli altri. Allora noi dobbiamo parlarci, capirci e insieme riuscire ad andare avanti. Purtroppo le nostre condizioni di vita non ci permettono di farlo.

Dopo una giornata di lavoro nei campi, abbiamo solo il tempo per fare un po` di spesa e telefonare a casa e poi camminare a lungo fino ai luoghi in cui dormiamo. Noi stiamo nelle case abbandonate, senza luce né acqua. E` una vita molto dura, ogni giorno. Molti di noi non riescono a trovare una casa in affitto. Facciamo appello alla vostra sensibilità e intelligenza: siamo persone come voi, noi dobbiamo rispettare tutti e tutti devono rispettare noi. Tutti insieme dobbiamo trovare una soluzione perché ci possiamo integrare con tutti i cittadini – di Rosarno, di Roma, del mondo… Auguriamo a tutti buon Natale e felice anno nuovo.

Lavoratori africani, cittadini del mondo, in Italia

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