Le ricerche dell'Enea sulla Sindone. Padre Pascual:
"Strada lunga ma passo in avanti verso l'autenticità"
"Strada lunga ma passo in avanti verso l'autenticità"
Sta suscitando l’attenzione dei media la recente pubblicazione dei risultati di alcune ricerche scientifiche condotte sulla Sindone tra il 2005 e il 2010 dai ricercatori dell’Enea, l'Ente nazionale italiano per le nuove tecnologie e le energie alternative.
Radio Vaticana - Ricerche ed esperimenti che hanno tentato di riprodurre la colorazione sindonica su tessuti, attraverso avanzatissime tecniche laser. Tentativi sostanzialmente non riusciti, che fanno in certo modo compiere alla ricerca scientifica sul Telo un passo in avanti sulla dibattuta questione della sua autenticità. Alessandro De Carolis ne ha parlato con padre Rafael Pascual direttore dell’Istituto Scienza e Fede all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, che dall’ottobre scorso ha attivato un corso di studi sulla Sindone: ascolta
R. – Penso sia un risultato interessante quello ottenuto dall'Enea, perché sappiamo che spesso il discorso sulla Sindone trova terreno fertile in ambito scientifico, come dimostrano coloro che hanno cercato argomenti – per l'appunto scientifici – per dimostrare la non autenticità della Sindone. Invece, altri studi scientifici come questo dell'Enea fanno capire anzitutto che per la scienza la Sindone continua ad essere un mistero, qualcosa che non si è in grado di spiegare: è interessante osservare come la scienza sia coinvolta, o scienziati di professione, come quelli dell’Enea, che si sono dedicati a questi studi. E questo mi sembra un segnale molto importante. Dunque, penso che questa scoperta riaprirà il discorso sul tema dell’autenticità della Sindone, che mi sembra molto importante.
D. – A questo proposito, è azzardato dire che i risultati della ricerca condotta dall’Enea spostino, per così dire, in avanti l’asticella verso l’autenticità del Telo sindonico?
R. – Penso che siamo più vicini, almeno nell’accezione negativa: cioè, non si può dimostrare la non autenticità. Ci sono dei dettagli che mi sembrano molto interessanti, tra quello che hanno detto gli scienziati dell’Enea. Caratteristiche molto particolari, molto precise che fanno riflettere. Per esempio, perché mai non c’è l’immagine dove ci sono le macchie di sangue? Perché queste macchie di sangue non sono distorte, come se la Sindone fosse stata strappata dal corpo? E così via. Dunque, questi dettagli sono dei passi avanti per capire anche le caratteristiche della Sindone, che sono così particolari. Anche la questione della datazione secondo me si riapre in qualche modo. E' noto che in passato i risultati non sono stati molto convincenti, per diverse ragioni. Speriamo che – come qualcuno ha proposto – di fronte a queste nuove scoperte si possa rilanciare lo studio della Sindone dal punto di vista scientifico. E’ chiaro che è una questione un po’ delicata e bisognerà fare una proposta molto seria, molto attenta. Ma io spero che vi siano dei risultati. D. – Tra gli esperimenti condotti dall’Enea, colpisce quello della proiezione di un brevissimo e potentissimo lampo di radiazione ultravioletta, che sarebbe stato in grado di colorare il tessuto in un modo simile all’originale. Un riscontro che sembra quasi "suggerire" cosa sia successo al momento in cui l’Uomo della Sindone ha lasciato il Telo…
R. – E' un po’ difficile ovviamente dire che sia stato proprio in questo modo che si è formata l’immagine. Ciò che gli scienziati dicono è che quello potrebbe essere il modo più vicino a come si possa formare un’immagine simile a quella della Sindone, con la tecnologia a disposizione. Non significa che sia stato proprio così che si è formata questa immagine. E’ anche vero che, per il momento, non abbiamo un’altra ipotesi. Mi sembra sia un discorso ancora aperto.
D. – Dallo scorso ottobre, l’Istituto “Scienza e Fede” che lei dirige all’interno dell’Ateneo Regina Apostolorum, ha inaugurato un corso di studi sulla Sindone. Quali aspetti avete approfondito in questi mesi di lavoro?
R. – Abbiamo aperto due corsi, in questo semestre, e questo fa capire come la Sindone ci offra tante prospettive. Abbiamo parlato di quelle scientifiche, sicuramente molto interessanti. E c'è poi il rapporto fra la Sindone e la teologia: la teologia della salvezza, la teologia dell’incarnazione, dell’arte… Un secondo corso è quello della Storia della Sindone, del dr. Gian Maria Zaccone, e anche lì c’è una miniera: ci sono tanti studi, tante questioni ancora aperte. Mi sembra che anche nella prospettiva storica sia molto importante considerare le domande che chiedono risposte, così da continuare a portare avanti gli studi sulla Sindone anche da questo punto di vista. (gf)
Radio Vaticana - Ricerche ed esperimenti che hanno tentato di riprodurre la colorazione sindonica su tessuti, attraverso avanzatissime tecniche laser. Tentativi sostanzialmente non riusciti, che fanno in certo modo compiere alla ricerca scientifica sul Telo un passo in avanti sulla dibattuta questione della sua autenticità. Alessandro De Carolis ne ha parlato con padre Rafael Pascual direttore dell’Istituto Scienza e Fede all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, che dall’ottobre scorso ha attivato un corso di studi sulla Sindone: ascolta
R. – Penso sia un risultato interessante quello ottenuto dall'Enea, perché sappiamo che spesso il discorso sulla Sindone trova terreno fertile in ambito scientifico, come dimostrano coloro che hanno cercato argomenti – per l'appunto scientifici – per dimostrare la non autenticità della Sindone. Invece, altri studi scientifici come questo dell'Enea fanno capire anzitutto che per la scienza la Sindone continua ad essere un mistero, qualcosa che non si è in grado di spiegare: è interessante osservare come la scienza sia coinvolta, o scienziati di professione, come quelli dell’Enea, che si sono dedicati a questi studi. E questo mi sembra un segnale molto importante. Dunque, penso che questa scoperta riaprirà il discorso sul tema dell’autenticità della Sindone, che mi sembra molto importante.
D. – A questo proposito, è azzardato dire che i risultati della ricerca condotta dall’Enea spostino, per così dire, in avanti l’asticella verso l’autenticità del Telo sindonico?
R. – Penso che siamo più vicini, almeno nell’accezione negativa: cioè, non si può dimostrare la non autenticità. Ci sono dei dettagli che mi sembrano molto interessanti, tra quello che hanno detto gli scienziati dell’Enea. Caratteristiche molto particolari, molto precise che fanno riflettere. Per esempio, perché mai non c’è l’immagine dove ci sono le macchie di sangue? Perché queste macchie di sangue non sono distorte, come se la Sindone fosse stata strappata dal corpo? E così via. Dunque, questi dettagli sono dei passi avanti per capire anche le caratteristiche della Sindone, che sono così particolari. Anche la questione della datazione secondo me si riapre in qualche modo. E' noto che in passato i risultati non sono stati molto convincenti, per diverse ragioni. Speriamo che – come qualcuno ha proposto – di fronte a queste nuove scoperte si possa rilanciare lo studio della Sindone dal punto di vista scientifico. E’ chiaro che è una questione un po’ delicata e bisognerà fare una proposta molto seria, molto attenta. Ma io spero che vi siano dei risultati. D. – Tra gli esperimenti condotti dall’Enea, colpisce quello della proiezione di un brevissimo e potentissimo lampo di radiazione ultravioletta, che sarebbe stato in grado di colorare il tessuto in un modo simile all’originale. Un riscontro che sembra quasi "suggerire" cosa sia successo al momento in cui l’Uomo della Sindone ha lasciato il Telo…
R. – E' un po’ difficile ovviamente dire che sia stato proprio in questo modo che si è formata l’immagine. Ciò che gli scienziati dicono è che quello potrebbe essere il modo più vicino a come si possa formare un’immagine simile a quella della Sindone, con la tecnologia a disposizione. Non significa che sia stato proprio così che si è formata questa immagine. E’ anche vero che, per il momento, non abbiamo un’altra ipotesi. Mi sembra sia un discorso ancora aperto.
D. – Dallo scorso ottobre, l’Istituto “Scienza e Fede” che lei dirige all’interno dell’Ateneo Regina Apostolorum, ha inaugurato un corso di studi sulla Sindone. Quali aspetti avete approfondito in questi mesi di lavoro?
R. – Abbiamo aperto due corsi, in questo semestre, e questo fa capire come la Sindone ci offra tante prospettive. Abbiamo parlato di quelle scientifiche, sicuramente molto interessanti. E c'è poi il rapporto fra la Sindone e la teologia: la teologia della salvezza, la teologia dell’incarnazione, dell’arte… Un secondo corso è quello della Storia della Sindone, del dr. Gian Maria Zaccone, e anche lì c’è una miniera: ci sono tanti studi, tante questioni ancora aperte. Mi sembra che anche nella prospettiva storica sia molto importante considerare le domande che chiedono risposte, così da continuare a portare avanti gli studi sulla Sindone anche da questo punto di vista. (gf)
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Il volto della Sindone testimonia che Gesù e Leonardo da Vinci alla fine della loro vita avevono un volto simile. Cfr. ebook (Amazon) di Ravecca Massimo: Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo
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