Non si ferma lo sfruttamento delle multinazionali sul territorio nigeriano, che causa ogni anno molteplici decessi tra la popolazione locale
Nello stato di Zamfara, a nord ovest della Nigeria, i bambini continuano a morire a causa della contaminazione da piombo che avviene durante l’estrazione dell’oro dalle bush-mines, le miniere clandestine. La regione ospita, infatti, una miniera d’oro concessa ad una compagnia cinese che garantisce un quinto della produzione mondiale, ma nel territorio nigeriano l’oro non luccica, uccide.
L’avvelenamento di massa vede coinvolti, oltre ai bambini, anche le donne in gravidanza e i contadini che hanno subito il riversamento dei cumuli di terra contenente piombo che ha contaminato i loro campi, così come per gli allevatori, costretti a vedere l’abbattimento di centinaia di capi di bestiame anch’essi infettati. L’allarme aumenta a causa dei crateri che si formano nelle zone limitrofe alla lavorazione dell’oro, dove si accumula l’acqua stagnante e si concentrano maggiormente le zanzare, portatrici di malaria. Nonostante le autorità sanitarie abbiano allestito due campi dove i malati vengono trattati con farmaci contro l’avvelenamento, sembra non esserci una via di salvezza perché i decessi continuano ad aumentare.
Le organizzazioni umanitarie come Medici Senza Frontiere, l’OMS, l’Unicef e l’OCHA (l’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari) hanno effettuato delle inchieste che confermano come la presenza di piombo sia elevata non solo nel terreno ma anche nelle sorgenti e nell’aria, con picchi che superano di 10 volte il limite consentito dalla legge. Ed è stata MSF ad intuire la gravità del problema quando un anno fa, durante la vaccinazione contro la malaria, notò nei pazienti una serie di sintomi come dolori addominali, vomito, nausea, convulsioni, lanciando così l’allarme alle autorità competenti, ma il flagello non è stato ancora debellato. A distanza di oltre un anno la piaga sembra non essersi sanata: bisognerebbe effettuare, in modo tempestivo, la bonifica del terreno nigeriano dove gli abitanti vivono con meno di 2 dollari al giorno e il tasso di disoccupazione è del 20%. È ingiusto, infatti, che prevalga lo sfruttamento illecito da parte delle multinazionali su una popolazione che potrebbe vivere delle proprie ricchezze data la presenza di petrolio, carbone, stagno, manganese, gas naturale. Eppure a Gusau, nella capitale dello Zamfara, si continua a morire...
Nello stato di Zamfara, a nord ovest della Nigeria, i bambini continuano a morire a causa della contaminazione da piombo che avviene durante l’estrazione dell’oro dalle bush-mines, le miniere clandestine. La regione ospita, infatti, una miniera d’oro concessa ad una compagnia cinese che garantisce un quinto della produzione mondiale, ma nel territorio nigeriano l’oro non luccica, uccide.
L’avvelenamento di massa vede coinvolti, oltre ai bambini, anche le donne in gravidanza e i contadini che hanno subito il riversamento dei cumuli di terra contenente piombo che ha contaminato i loro campi, così come per gli allevatori, costretti a vedere l’abbattimento di centinaia di capi di bestiame anch’essi infettati. L’allarme aumenta a causa dei crateri che si formano nelle zone limitrofe alla lavorazione dell’oro, dove si accumula l’acqua stagnante e si concentrano maggiormente le zanzare, portatrici di malaria. Nonostante le autorità sanitarie abbiano allestito due campi dove i malati vengono trattati con farmaci contro l’avvelenamento, sembra non esserci una via di salvezza perché i decessi continuano ad aumentare.
Le organizzazioni umanitarie come Medici Senza Frontiere, l’OMS, l’Unicef e l’OCHA (l’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari) hanno effettuato delle inchieste che confermano come la presenza di piombo sia elevata non solo nel terreno ma anche nelle sorgenti e nell’aria, con picchi che superano di 10 volte il limite consentito dalla legge. Ed è stata MSF ad intuire la gravità del problema quando un anno fa, durante la vaccinazione contro la malaria, notò nei pazienti una serie di sintomi come dolori addominali, vomito, nausea, convulsioni, lanciando così l’allarme alle autorità competenti, ma il flagello non è stato ancora debellato. A distanza di oltre un anno la piaga sembra non essersi sanata: bisognerebbe effettuare, in modo tempestivo, la bonifica del terreno nigeriano dove gli abitanti vivono con meno di 2 dollari al giorno e il tasso di disoccupazione è del 20%. È ingiusto, infatti, che prevalga lo sfruttamento illecito da parte delle multinazionali su una popolazione che potrebbe vivere delle proprie ricchezze data la presenza di petrolio, carbone, stagno, manganese, gas naturale. Eppure a Gusau, nella capitale dello Zamfara, si continua a morire...
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