Azione e preghiera animano le battaglie di un uomo che non vede confini per seminare la speranza
di Paola Bisconti
Padre Alex Zanotelli è la voce dei senza voce; è l’uomo che usa la non violenza per gridare le sue denunce; è il direttore che ha reso una rivista di pura informazione religiosa un mensile di critica e indagine; è il prete che ci invita a costruire una civiltà della tenerezza. L’esortazione arriva dalla sue parole, quelle pronunciate nelle omelie, scritte negli articoli pubblicati sulle numerose testate nazionali, negli interventi in televisione e nelle conferenze. Padre Alex è un personaggio di spicco della società, è conosciuto dalle alte autorità ecclesiastiche, dal mondo politico italiano e africano, ma non sempre riceve consensi a causa delle sue forti accuse nei confronti dei corrotti. Distribuisce aiuto, sostegno, conforto, mette in atto dei progetti, sostiene molteplici battaglie, si schiera dalla parte dei deboli, diffonde la parola di Gesù, è la vivida testimonianza della presenza di Dio sulla Terra.
Padre Alex appartiene alla famiglia dei missionari comboniani e fin dalla prima missione in Sudan, nel 1965, ha vissuto al fianco dei popoli martoriati dalle guerre civili. Traendo dai poveri la speranza e nutrendosi di giustizia denunciò, durante le celebrazioni eucaristiche, le corruzioni del governo sudanese che speculava sui fondi destinati allo sviluppo, dichiarazioni che gli costarono la negazione del visto per rientrare nel paese. Nel 1985, rivestendo il ruolo di direttore editoriale di Nigrizia, mensile di informazione religiosa, scrisse il celebre editoriale intitolato “Il volto italiano della fame africana”, rendendo noto l’interesse dell’Italia nelle guerre africane e provocando scalpore e insurrezioni fra coloro che nascondevano i propri interessi economici dietro ad un finto perbenismo.
Tornando in Africa, nel 1989 creò a Korogocho, una baraccopoli di Nairobi, delle piccole comunità cristiane dando sostegno alle giovani prostitute; inoltre diede vita ad una cooperativa intenta al recupero dei rifiuti, donando in questo modo lavoro ai numerosi abitanti. La missione in Kenya durò fino al 2001, finché non fece rientro in Italia, nel rione Sanità di Napoli, dove vive e lavora nella comunità “Crescere Insieme” che offre accoglienza ai tossicodipendenti. Padre Alex è un punto di riferimento per i giovani, che vedono nella sua figura esile e sempre sorridente un uomo in grado di affrontare, attraverso un’ottica evangelica, le difficoltà della vita, invitando, con cuore e intelligenza, a compiere delle scelte radicali anche nella quotidianità. La scelta di un impiego, per esempio, deve essere compiuta in base alla sua efficienza per la collettività perché, come scrive padre Alex, “il personale deve essere ricondotto al collettivo ma anche il sociale deve riportare all’individuale”.
La nuova generazione ha delle potenzialità informatiche e scientifiche in grado di compiere delle innovative battaglie di pace, proprio come “La rete di Lilliput” , nata nel 1999 sulla spinta di un Manifesto di intenti elaborato dal Tavolo delle Campagne, un gruppo di coordinamento formato dalle principali Associazioni e Campagne nazionali di stampo sociale. Padre Alex Zanotelli è il grande ispiratore della Rete, che si propone come obiettivo principale quello di far interagire e collaborare le miriadi di esperienze locali che nel nostro Paese cercano di lottare contro le disuguaglianze nel Mondo.
Ora le attenzioni di padre Alex Zanotelli sono rivolte alle problematiche sociali (è stato in prima linea nella battaglia referendaria contro la privatizzazione dell'acqua) e all'attuale crisi economica, alla quale risponde con una forte affermazione: per iniziare ad uscirne, basterebbe interrompere immediatamente le spese militari che ammontano a 50mila euro al minuto per le guerre in Afghanistan e in Libia. Eppure, come ricorda sull’Espresso del 1 settembre, in Italia c’è un articolo 11 della Costituzione che ripudia l’intervento bellico come strumento per risolvere le controversie internazionali. Questa è la dimostrazione che sono ancora in molti a non mettere in pratica le parole che incitano alla giustizia, siano esse una legge politica o un messaggio evangelico. Tuttavia, come ci suggerisce padre Alex, dobbiamo riacquistare la speranza, unico strumento di lotta per il raggiungimento della pace.
di Paola Bisconti
Padre Alex Zanotelli è la voce dei senza voce; è l’uomo che usa la non violenza per gridare le sue denunce; è il direttore che ha reso una rivista di pura informazione religiosa un mensile di critica e indagine; è il prete che ci invita a costruire una civiltà della tenerezza. L’esortazione arriva dalla sue parole, quelle pronunciate nelle omelie, scritte negli articoli pubblicati sulle numerose testate nazionali, negli interventi in televisione e nelle conferenze. Padre Alex è un personaggio di spicco della società, è conosciuto dalle alte autorità ecclesiastiche, dal mondo politico italiano e africano, ma non sempre riceve consensi a causa delle sue forti accuse nei confronti dei corrotti. Distribuisce aiuto, sostegno, conforto, mette in atto dei progetti, sostiene molteplici battaglie, si schiera dalla parte dei deboli, diffonde la parola di Gesù, è la vivida testimonianza della presenza di Dio sulla Terra.
Padre Alex appartiene alla famiglia dei missionari comboniani e fin dalla prima missione in Sudan, nel 1965, ha vissuto al fianco dei popoli martoriati dalle guerre civili. Traendo dai poveri la speranza e nutrendosi di giustizia denunciò, durante le celebrazioni eucaristiche, le corruzioni del governo sudanese che speculava sui fondi destinati allo sviluppo, dichiarazioni che gli costarono la negazione del visto per rientrare nel paese. Nel 1985, rivestendo il ruolo di direttore editoriale di Nigrizia, mensile di informazione religiosa, scrisse il celebre editoriale intitolato “Il volto italiano della fame africana”, rendendo noto l’interesse dell’Italia nelle guerre africane e provocando scalpore e insurrezioni fra coloro che nascondevano i propri interessi economici dietro ad un finto perbenismo.
Tornando in Africa, nel 1989 creò a Korogocho, una baraccopoli di Nairobi, delle piccole comunità cristiane dando sostegno alle giovani prostitute; inoltre diede vita ad una cooperativa intenta al recupero dei rifiuti, donando in questo modo lavoro ai numerosi abitanti. La missione in Kenya durò fino al 2001, finché non fece rientro in Italia, nel rione Sanità di Napoli, dove vive e lavora nella comunità “Crescere Insieme” che offre accoglienza ai tossicodipendenti. Padre Alex è un punto di riferimento per i giovani, che vedono nella sua figura esile e sempre sorridente un uomo in grado di affrontare, attraverso un’ottica evangelica, le difficoltà della vita, invitando, con cuore e intelligenza, a compiere delle scelte radicali anche nella quotidianità. La scelta di un impiego, per esempio, deve essere compiuta in base alla sua efficienza per la collettività perché, come scrive padre Alex, “il personale deve essere ricondotto al collettivo ma anche il sociale deve riportare all’individuale”.
La nuova generazione ha delle potenzialità informatiche e scientifiche in grado di compiere delle innovative battaglie di pace, proprio come “La rete di Lilliput” , nata nel 1999 sulla spinta di un Manifesto di intenti elaborato dal Tavolo delle Campagne, un gruppo di coordinamento formato dalle principali Associazioni e Campagne nazionali di stampo sociale. Padre Alex Zanotelli è il grande ispiratore della Rete, che si propone come obiettivo principale quello di far interagire e collaborare le miriadi di esperienze locali che nel nostro Paese cercano di lottare contro le disuguaglianze nel Mondo.
Ora le attenzioni di padre Alex Zanotelli sono rivolte alle problematiche sociali (è stato in prima linea nella battaglia referendaria contro la privatizzazione dell'acqua) e all'attuale crisi economica, alla quale risponde con una forte affermazione: per iniziare ad uscirne, basterebbe interrompere immediatamente le spese militari che ammontano a 50mila euro al minuto per le guerre in Afghanistan e in Libia. Eppure, come ricorda sull’Espresso del 1 settembre, in Italia c’è un articolo 11 della Costituzione che ripudia l’intervento bellico come strumento per risolvere le controversie internazionali. Questa è la dimostrazione che sono ancora in molti a non mettere in pratica le parole che incitano alla giustizia, siano esse una legge politica o un messaggio evangelico. Tuttavia, come ci suggerisce padre Alex, dobbiamo riacquistare la speranza, unico strumento di lotta per il raggiungimento della pace.
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