mercoledì, dicembre 21, 2011
Udienza generale dedicata all’approssimarsi dell’Incarnazione. Gli aspetti esteriori, pure belli e importanti, non assorbano il significato di una festa che celebra “il mistero che ha segnato e continua a segnare la storia dell’uomo: Dio si è fatto uomo ed è venuto in mezzo a noi”. E c’è ancora oggi. In questi giorni non ci si dimentichi dei più bisognosi.

AsiaNews - L’augurio di Buon Natale, che ci si scambia in questi giorni, “nella società attuale non perda il suo profondo significato religioso e la festa non venga assorbita dagli aspetti esteriori che toccano le corde del cuore. Certamente, i segni esterni sono belli e importanti, purché non ci distolgano, ma piuttosto ci aiutino a vivere il Natale nel suo senso più vero, quello sacro e cristiano, in modo che anche la nostra gioia non sia superficiale, ma profonda". E "in questi giorni santi la carità cristiana si mostri particolarnmente attiva verso i più bisognosi" perché "per i poveri non ci può essere ritardo".

Udienza generale dedicata al Natale, oggi in Vaticano, con il suono delle zampogne e con Benedetto VI che alle ottomila persone presenti nell’aula Paolo VI ha parlato di un giorno che “non è un semplce anniversario, è anche questo”, ma è in primo luogo “celebrare il mistero che ha segnato e continua a segnare la storia dell’uomo: Dio si è fatto uomo ed è venuto in mezzo a noi”.

L’Incarnazione è “un mistero che viviamo nelle celebrazioni liturgiche” che risponde alla domanda: “come posso prendere oggi parte alla nascita avvenuta più di 2000 anni fa”. In tutte le celebrazioni natalizie si canta “Oggi è nato per noi il Salvatore”. Questo “oggi” nella liturgia “passa il limite dello spazio e del tempo, il suo effetto perdura pur nello scorrere degli anni e dei secoli”, “la nascita investe e permea tutta la storia, rimane una realtà alla quale possiamo arrivare attraverso la liturgia”.

Il Natale “per noi crdenti rinnova la certezza che Dio è presente amche oggi, pur essndo col Padre è vicino a noi e possiamo incontrare in un oggi che non ha tramonto quel bambino nato a Betlemme”.

“L’uomo di oggi fa sempre piu fatica ad aprire gli occhi ed entrare nel mondo di Dio”, ma quell’evento dice che “Dio si è fatto uomo, è entrato nei limiti del tempo e dello spazo per rendere possibile incontrarlo”. E’ un evento che “interessa l’uomo e tutti gli uomini, quando diciamo che oggi è nato per noi il Salvatore intendamo dire che Dio ci offre oggi, adesso, a me e ognuno la possibilità di riconoscerlo e accoglierlo come fecero i pastori a Betlemme, perché trasformi la nostra vita e la illumini con la sua presenza”.

Benedetto XVI ha poi sottolineato “un seconndo aspetto”: “l’Incarnazione e la nascita di Gesù ci invitano già ad indirizzare lo sguardo verso la sua morte e la sua risurrezione: Natale e Pasqua sono entrambe feste della redenzione. La Pasqua la celebra come vittoria sul peccato e sulla morte: segna il momento finale, quando la gloria dell’uomo-Dio splende come la luce del giorno; il Natale la celebra come l’entrare di Dio nella storia facendosi uomo per riportare l’uomo a Dio: segna, per così dire, il momento iniziale, quando si intravede il chiarore dell’alba. Ma proprio come l’alba precede e fa già presagire la luce del giorno, così il Natale annuncia già la croce e la gloria della Risurrezione. Anche i due periodi dell’anno, in cui sono collocate le due grandi feste, almeno in alcune aree del mondo, possono aiutare a comprendere questo aspetto. Infatti, mentre la Pasqua cade all’inizio della primavera, quando il sole vince le dense e fredde nebbie e rinnova la faccia della terra, il Natale cade proprio all’inizio dell’inverno, quando la luce e il calore del sole non riescono a risvegliare la natura, avvolta dal freddo, sotto la cui coltre, però, pulsa la vita”.

“Viviamo con gioia il Natale che si avvicina”, ”un evento meravglioso, il Figlio di Dio nasce ncora oggi. Dio è veramente vicino a ciascuno i noi e vuole portarci alla vera luce”, viviamo l’attesa “contemplando il cammino dell’amore immenso di Dio che ci ha innalzati a sé attraverso l’Incarnazione, la morte e Risurrezione del Figlio”.

“Auguro - ha concluso il Papa - di celebrare un Natale veramente cristiano, in modo che gli scambi di auguri esprimano la gioia di sapere che Dio è vicino”.

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