Il telescopio Hubble ha fornito alcune novità sul pianeta Plutone. Si tratta del pianeta più lontano del sistema solare, sul quale l’aver rinvenuto alcune molecole organiche complesse a base di carbonio porta a interessanti ipotesi circa la potenziale presenza di forme di vita.
Nbtimes - Lo si apprende da uno studio compiuto da ricercatori del Southwest Reserach Intitute di Boulder, in Colorado, e della Nebraska Wesleyan University che ne parla sulle pagine dell’Astronomical Journal. Lo studio si fonda su dati forniti da Hubble, il telescopio recentemente “ricondizionato” e rimesso all’opera. Da tali dati si è rilevato un assorbimento di luce ultravioletta superiore al previsto e fanno pensare si tratti di elementi organici, eventualmente idrocarburi complessi o con molecole di azoto. Plutone, noto per essere il “pianeta nano” e per avere grandi distese ghiacciate di metano, monossido di carbonio e azoto, potrebbe disporre di tale materia per aver ricevuto luce solare, secondo alcune ipotesi.
Nell’attesa della missione New Horizon, prevista per il 2015 dalla NASA, cresce l’aspettativa. “La scoperta è molto entusiasmante perché queste molecole complesse potrebbero essere responsabili delle variazioni di colore della superficie di Plutone, tendente sempre più al rosso”, ha spiegato Alan Stern del SwRI, coautore della ricerca, su Popsci.com.
In particolare, lo strumento grazie al quale si è rivelata la novità è il Cosmic Origins, il nuovo spettrografo installato a bordo del telescopio spaziale durante l’ultima missione di servizio del 2009. Dalle misure, durate fino al 2010, si è rilevato un cambiamento nello spettro ultravioletto rispetto agli ultimi rilevamenti, effettuati vent’anni prima. Ciò potrebbe significare un cambiamento della superficie un aumento della sua pressione atmosferica.
Nbtimes - Lo si apprende da uno studio compiuto da ricercatori del Southwest Reserach Intitute di Boulder, in Colorado, e della Nebraska Wesleyan University che ne parla sulle pagine dell’Astronomical Journal. Lo studio si fonda su dati forniti da Hubble, il telescopio recentemente “ricondizionato” e rimesso all’opera. Da tali dati si è rilevato un assorbimento di luce ultravioletta superiore al previsto e fanno pensare si tratti di elementi organici, eventualmente idrocarburi complessi o con molecole di azoto. Plutone, noto per essere il “pianeta nano” e per avere grandi distese ghiacciate di metano, monossido di carbonio e azoto, potrebbe disporre di tale materia per aver ricevuto luce solare, secondo alcune ipotesi.
Nell’attesa della missione New Horizon, prevista per il 2015 dalla NASA, cresce l’aspettativa. “La scoperta è molto entusiasmante perché queste molecole complesse potrebbero essere responsabili delle variazioni di colore della superficie di Plutone, tendente sempre più al rosso”, ha spiegato Alan Stern del SwRI, coautore della ricerca, su Popsci.com.
In particolare, lo strumento grazie al quale si è rivelata la novità è il Cosmic Origins, il nuovo spettrografo installato a bordo del telescopio spaziale durante l’ultima missione di servizio del 2009. Dalle misure, durate fino al 2010, si è rilevato un cambiamento nello spettro ultravioletto rispetto agli ultimi rilevamenti, effettuati vent’anni prima. Ciò potrebbe significare un cambiamento della superficie un aumento della sua pressione atmosferica.
Marco Valerio Principato
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