martedì, dicembre 20, 2011
Malgrado dei problemi tecnici all'imbarcazione e delle condizioni meteo sfavorevoli, secondo i ricercatori «la campagna 2011 dell'Expédition Med ha permesso la realizzazione di un buon numero di prelevamenti: 80 campioni di micro-plastiche e 160 campioni di mictofidi, con acquisizione di dati per il monitoraggio dei cetacei. Il monitoraggio dei banchi della medusa Pelagia, con proseguimento della messa a punto della MedCam».

GreenReport - Dopo la spedizione del 2010, che trovò la massima concentrazione di microplastiche nell'Arcipelago Toscano, Med ha proseguito le sue ricerche nel Mediterraneo occidentale, soprattutto indagando sulla presenza di micro-grammenti di plastica e sul loro impatto sulla biodiversità marina, attuando gli studi sui mictofidi e le meduse anche con l'aiuto di un prototipo di telecamera notturna, la "Med Cam". È stata messa a punto anche una tecnica non intrusiva e rispettosa dei cetacei che permetterebbe un progresso notevole nei controlli delle loro popolazioni.

Secondo i ricercatori le foto pubblicate dall'Expédition Med 2001 testimoniano «le importanti concentrazioni di inquinanti, che vengono confusi col plancton, osservati in proporzioni inquietanti. I prelevamenti di mictofidi hanno anch'essi permesso delle constatazioni sorprendenti. Questi piccoli pesci, alla base della catena alimentare, si ritrovano a spostarsi e a nutrirsi in una vera e propria zuppa di plastica, comportando il rischio di confusione nella loro alimentazione in maniera flagrante».

I campioni sono stati inviati ai diversi laboratori coinvolti che stanno svolgendo le analisi: lo studio quantitativo delle micro-plastiche è effettuato dall'Ifremer e dall'Observatoire de Villefranche sur mer, lo studio degli inquinanti presenti sulle micro-plastiche è svolto dalla VolksUni Berlin, lo studio dell'ingestione delle micro-plastiche da parte dei mictofidi è stato affidato al Biodoxis.

La prima Expédition Med, ha valutato in 250 miliardi di micro-frammenti la plastica che galleggia e contamina il Mediterraneo ed ha dimostrato che queste particelle perdurano nell'ambiente, entrano nella catena alimentare e accumulano inquinanti, con forti rischi sanitari.

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