È il tempo dell’attesa, “come succede in una casa che aspetta la nascita di un figlio: c’è da fare spazio, un letto da preparare, del tempo da dedicare alla nuova vita: non a caso il mistero dell’incarnazione ci viene raccontato dalla culla di Betlemme.”
Chiesacattolica - Con questa immagine Mons. Vittorio Nozza, direttore di Caritas Italiana, apre il suo messaggio natalizio “Il Natale in tempo di crisi: come una comunità può recuperare il senso della festa”. Il tempo dell’attesa non è un tempo vuoto d’azione, – spiega Nozza - c’è da fare moltissimo ma occorre innanzitutto che qualcuno ci afferri la vita: “Nessuno cambia se non viene incontrato da una presenza che lo emoziona, gli scada il cuore, gli dà speranza, vince la morte”.
I pastori del presepe di oggi sono uomini che hanno (o avevano) tutto, ma che continuano ad avere fame e sete di tutto. Tra loro ci sono moltissimi che piangono per la fame e la mancanza di un tetto.
“L’Incarnazione – prosegue il messaggio – è il modo in cui Dio si fa carico della povertà di ogni uomo. Accogliere Gesù che viene nella notte di Natale significa accogliere con Lui anche tutti coloro per i quali è venuto, significa accettare che la nostra vita cambi perché l’abbiamo incontrato, ascoltato e accolto”.
Le vie del cambiamento di fronte alle quali questo Natale pone le comunità sono quelle indicate anche dagli Orientamenti pastorali della Chiesa Italiana: investire sulla qualità delle relazioni e sulla ricerca dell’incontro, ripensare l’uso dei beni all’insegna dell’equità, della solidarietà e della responsabilità, costruire percorsi di incontro e di apertura alla interculturalità, e soprattutto riscoprire con forza il valore della cittadinanza partecipe e della difesa della legalità, specie laddove le cattive prassi diffuse la smentiscono e la calpestano.
“Sbirciare in quella mangiatoia – conclude il direttore di Caritas Italiana – sarà come ritrovare il nostro essere uomini, sarà come scoprire che Dio ha una parola per noi”.
Chiesacattolica - Con questa immagine Mons. Vittorio Nozza, direttore di Caritas Italiana, apre il suo messaggio natalizio “Il Natale in tempo di crisi: come una comunità può recuperare il senso della festa”. Il tempo dell’attesa non è un tempo vuoto d’azione, – spiega Nozza - c’è da fare moltissimo ma occorre innanzitutto che qualcuno ci afferri la vita: “Nessuno cambia se non viene incontrato da una presenza che lo emoziona, gli scada il cuore, gli dà speranza, vince la morte”.
I pastori del presepe di oggi sono uomini che hanno (o avevano) tutto, ma che continuano ad avere fame e sete di tutto. Tra loro ci sono moltissimi che piangono per la fame e la mancanza di un tetto.
“L’Incarnazione – prosegue il messaggio – è il modo in cui Dio si fa carico della povertà di ogni uomo. Accogliere Gesù che viene nella notte di Natale significa accogliere con Lui anche tutti coloro per i quali è venuto, significa accettare che la nostra vita cambi perché l’abbiamo incontrato, ascoltato e accolto”.
Le vie del cambiamento di fronte alle quali questo Natale pone le comunità sono quelle indicate anche dagli Orientamenti pastorali della Chiesa Italiana: investire sulla qualità delle relazioni e sulla ricerca dell’incontro, ripensare l’uso dei beni all’insegna dell’equità, della solidarietà e della responsabilità, costruire percorsi di incontro e di apertura alla interculturalità, e soprattutto riscoprire con forza il valore della cittadinanza partecipe e della difesa della legalità, specie laddove le cattive prassi diffuse la smentiscono e la calpestano.
“Sbirciare in quella mangiatoia – conclude il direttore di Caritas Italiana – sarà come ritrovare il nostro essere uomini, sarà come scoprire che Dio ha una parola per noi”.
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