Lo ha detto il ministro turco degli Affari europei, Egemen Bagis. La crisi richiede la soppressione delle uscite “non necessarie”
PeaceReporter - Il ministro turco per gli Affari europei Egemen Bagis, parlando oggi con i giornalisti a Bruxelles, ha teso una mano alla Grecia, proponendole un taglio comune della spese per la difesa per far fronte alla crisi economica. Alla luce degli ottimi rapporti che intercorrono fra l'attuale ministro della Difesa greco, Dimitris Avramopoulos e il premier turco Recep Tayyip Erdogan, i costi degli armamenti per difendersi gli uni dagli altri diventano, a parere di Bagis, "spese non necessarie" e la cui voce deve essere soppressa dai bilanci statali.
"Grecia e Turchia spendono insieme più delle basi Nato", pur essendo ottimi vicini e alleati, sperperando così risorse che sarebbero meglio investite in "nuove scuole, strade,ospedali, ponti" invece che in "aeroplani o sottomarini". "Abbiamo la responsabilità di difenderci nei confronti di minacce esterne, ma non abbiamo motivi di armarci gli uni contro gli altri".
L'auspicio del ministro quindi è che si possa istituire un tavolo di discussione tra Ankara e Atene al riguardo.
PeaceReporter - Il ministro turco per gli Affari europei Egemen Bagis, parlando oggi con i giornalisti a Bruxelles, ha teso una mano alla Grecia, proponendole un taglio comune della spese per la difesa per far fronte alla crisi economica. Alla luce degli ottimi rapporti che intercorrono fra l'attuale ministro della Difesa greco, Dimitris Avramopoulos e il premier turco Recep Tayyip Erdogan, i costi degli armamenti per difendersi gli uni dagli altri diventano, a parere di Bagis, "spese non necessarie" e la cui voce deve essere soppressa dai bilanci statali.
"Grecia e Turchia spendono insieme più delle basi Nato", pur essendo ottimi vicini e alleati, sperperando così risorse che sarebbero meglio investite in "nuove scuole, strade,ospedali, ponti" invece che in "aeroplani o sottomarini". "Abbiamo la responsabilità di difenderci nei confronti di minacce esterne, ma non abbiamo motivi di armarci gli uni contro gli altri".
L'auspicio del ministro quindi è che si possa istituire un tavolo di discussione tra Ankara e Atene al riguardo.
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