Chi non ha pianto ai funerali del “caro leader” Kim Jong-Il, deceduto il 17 dicembre scorso, sarà punito con almeno sei mesi ai lavori forzati
E-ilmensile - Secondo il Daily NK, un sito della Corea del Sud, il governo avrebbe fissato le pene e le sanzioni per chi non ha preso parte agli incontri tenuti nel periodo di lutto o vi ha partecipato senza piangere o non ha espresso una giusta convinzione nel cordoglio. Il giornale ha scritto di aver appreso le misure punitive da una fonte della provincia di Hamkyung, nel Nord, secondo cui i processi pubblici sarebbero partiti a tutti i livelli il 29 dicembre, ultimo giorno di lutto, per concludersi l’8 gennaio.
Inoltre, le persone accusate di aver fatto circolare voci critiche sul passaggio del potere al nuovo comandante supremo Kim Jong-Un sono state inviate nei campi di rieducazione-lavoro o spedite con le loro famiglie nelle zone rurali più remote del Paese.
Lo stesso fratello maggiore di Kim Jong-Un ha espresso alcune critiche sul nuovo leader nordcoreano. Lo riferisce il quotidiano giapponese Tokyo Shimbun che cita un’e-mail inviata il 3 gennaio scorso da Kim Jong-Nam, nato dal primo matrimonio di Kim Jong-Il e residente all’estero, in cui critica la successione ereditaria ed esprime dubbi sulle capacità del giovane fratello di ricoprire il nuovo incarico. “Mi domando come un giovane con solo due anni di preparazione alla successione possa essere capace di assumere il potere assoluto”, scrive Kim Jong-Nam, “è probabile che le élite attualmente al potere succederanno a mio padre esibendo il suo giovane successore come simbolo”.
Un tempo Kim Jong-Nam era considerato il probabile erede ma uscì dalle grazie del padre all’inizio del 2000.
E-ilmensile - Secondo il Daily NK, un sito della Corea del Sud, il governo avrebbe fissato le pene e le sanzioni per chi non ha preso parte agli incontri tenuti nel periodo di lutto o vi ha partecipato senza piangere o non ha espresso una giusta convinzione nel cordoglio. Il giornale ha scritto di aver appreso le misure punitive da una fonte della provincia di Hamkyung, nel Nord, secondo cui i processi pubblici sarebbero partiti a tutti i livelli il 29 dicembre, ultimo giorno di lutto, per concludersi l’8 gennaio.
Inoltre, le persone accusate di aver fatto circolare voci critiche sul passaggio del potere al nuovo comandante supremo Kim Jong-Un sono state inviate nei campi di rieducazione-lavoro o spedite con le loro famiglie nelle zone rurali più remote del Paese.
Lo stesso fratello maggiore di Kim Jong-Un ha espresso alcune critiche sul nuovo leader nordcoreano. Lo riferisce il quotidiano giapponese Tokyo Shimbun che cita un’e-mail inviata il 3 gennaio scorso da Kim Jong-Nam, nato dal primo matrimonio di Kim Jong-Il e residente all’estero, in cui critica la successione ereditaria ed esprime dubbi sulle capacità del giovane fratello di ricoprire il nuovo incarico. “Mi domando come un giovane con solo due anni di preparazione alla successione possa essere capace di assumere il potere assoluto”, scrive Kim Jong-Nam, “è probabile che le élite attualmente al potere succederanno a mio padre esibendo il suo giovane successore come simbolo”.
Un tempo Kim Jong-Nam era considerato il probabile erede ma uscì dalle grazie del padre all’inizio del 2000.
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