Come aveva annunciato ieri il commissario per l'emergenza Franco Gabrielli, ricerche dei dispersi e defueling di Costa Concordia sono operazioni che dovranno procedere in parallelo. Non è possibile aspettare oltre per lo svuotamento dei carburanti contenuti nella nave. I rischi sono troppo elevati.
GreenReport - E cosi è stato. Su input del commissario, la Smit Salvage la società che curerà tutta l'operazione di svuotamento, coadiuvata dalla flotta messa a disposizione dal gruppo Neri di Livorno, stamattina ha dato il via ai lavori. E' stata allestita una chiatta che darà supporto alle operazioni di recupero delle quasi 2.400 tonnellate di combustibile e sono state posizionate sul lato sinistro della nave 54 tonnellate di cemento che servono ad ancorare più saldamente la grande imbarcazione.
Successivamente sarà inserito un tubo (una flangia) sulla fiancata della nave per poi poter iniziare le operazioni di recupero del carburante all'interno dei serbatoi, che verrà scaldato attraverso dell'aria e reso fluido per eseguire l'operazione di aspirazione. Si tratta quindi di mettere a punto una serie di accorgimenti preliminari, tra cui le ispezioni dello scafo effettuate dai sommozzatori della Smit a circa 18-20 metri di profondità, per le quali serviranno un paio di giorni, mentre la durata prevista per l'intervento nel suo complesso, è di circa un mese.
L'inquinamento nell'area della sciagura c'è già stato (non il disastro), avevano detto prima Gabrielli e poi il ministro per l'ambiente Corrado Clini. La conferma visiva si è avuta ieri sera quando al largo dell´Isola del Giglio alcuni residenti hanno avvistato una chiazza d´olio di discrete dimensioni (circa 300 metri per 200) fuoriuscita dalla nave al momento dell'impatto o in una fase successiva.
Il recupero di questi idrocarburi lo sta effettuando una nave della Castalia, e la chiazza è stata circondata dalle panne. Anche se Arpa ed Ispra escludono che per ora ci siano forme di inquinamento diffuso del mare, c'è apprensione per il dissalatore, che fornisce l'acqua potabile all'isola del Giglio e che si trova a poco distante dal punto dell' "incidente".
Sul fronte dei dispersi (pare che il numero sia di 24 ma non ci sono certezze) le ricerche sono proseguite tutta la notte nella parte non sommersa e con la luce del giorno anche sott'acqua. I palombari del Comsubin hanno aperto un varco al ponte 3 facendo esplodere delle microcariche, per consentire ai sommozzatori di Vigili del fuoco e Guardia di Finanza di procedere con la ricerca.
Tutte queste operazioni devono poi fare i conti con le condizioni meteo climatiche specialmente come ovvio quelle del mare. Da stasera, secondo le previsioni, pare che intorno all'isola del Giglio le acque tornino ad agitarsi (onde fino ad un 1m) a causa dei venti di tramontana che arriveranno da nord, ma il tempo comunque rimarrà buono almeno fino a sabato sera.
Il "consuntivo" ad oggi, di questo drammatico evento è già tale da farlo entrare nella storia della marineria italiana. L'auspicio è che almeno dal punto di vista ambientale si possa scongiurare il disastro e che dal punto vista politico questa sciagura sia utile per porre maggiore attenzione ai tanti problemi del mare, un ecosistema che ha bisogno di tutela a largo come sotto costa, perché è meno "resiliente" di quanto si creda.
GreenReport - E cosi è stato. Su input del commissario, la Smit Salvage la società che curerà tutta l'operazione di svuotamento, coadiuvata dalla flotta messa a disposizione dal gruppo Neri di Livorno, stamattina ha dato il via ai lavori. E' stata allestita una chiatta che darà supporto alle operazioni di recupero delle quasi 2.400 tonnellate di combustibile e sono state posizionate sul lato sinistro della nave 54 tonnellate di cemento che servono ad ancorare più saldamente la grande imbarcazione.
Successivamente sarà inserito un tubo (una flangia) sulla fiancata della nave per poi poter iniziare le operazioni di recupero del carburante all'interno dei serbatoi, che verrà scaldato attraverso dell'aria e reso fluido per eseguire l'operazione di aspirazione. Si tratta quindi di mettere a punto una serie di accorgimenti preliminari, tra cui le ispezioni dello scafo effettuate dai sommozzatori della Smit a circa 18-20 metri di profondità, per le quali serviranno un paio di giorni, mentre la durata prevista per l'intervento nel suo complesso, è di circa un mese.
L'inquinamento nell'area della sciagura c'è già stato (non il disastro), avevano detto prima Gabrielli e poi il ministro per l'ambiente Corrado Clini. La conferma visiva si è avuta ieri sera quando al largo dell´Isola del Giglio alcuni residenti hanno avvistato una chiazza d´olio di discrete dimensioni (circa 300 metri per 200) fuoriuscita dalla nave al momento dell'impatto o in una fase successiva.
Il recupero di questi idrocarburi lo sta effettuando una nave della Castalia, e la chiazza è stata circondata dalle panne. Anche se Arpa ed Ispra escludono che per ora ci siano forme di inquinamento diffuso del mare, c'è apprensione per il dissalatore, che fornisce l'acqua potabile all'isola del Giglio e che si trova a poco distante dal punto dell' "incidente".
Sul fronte dei dispersi (pare che il numero sia di 24 ma non ci sono certezze) le ricerche sono proseguite tutta la notte nella parte non sommersa e con la luce del giorno anche sott'acqua. I palombari del Comsubin hanno aperto un varco al ponte 3 facendo esplodere delle microcariche, per consentire ai sommozzatori di Vigili del fuoco e Guardia di Finanza di procedere con la ricerca.
Tutte queste operazioni devono poi fare i conti con le condizioni meteo climatiche specialmente come ovvio quelle del mare. Da stasera, secondo le previsioni, pare che intorno all'isola del Giglio le acque tornino ad agitarsi (onde fino ad un 1m) a causa dei venti di tramontana che arriveranno da nord, ma il tempo comunque rimarrà buono almeno fino a sabato sera.
Il "consuntivo" ad oggi, di questo drammatico evento è già tale da farlo entrare nella storia della marineria italiana. L'auspicio è che almeno dal punto di vista ambientale si possa scongiurare il disastro e che dal punto vista politico questa sciagura sia utile per porre maggiore attenzione ai tanti problemi del mare, un ecosistema che ha bisogno di tutela a largo come sotto costa, perché è meno "resiliente" di quanto si creda.
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