“La piazza è gremita di gente e tanta ancora sta arrivando da tutte le vie d’accesso nei dintorni. Famiglie con bambini, religiosi e liberali, tutti sventolano bandiere e inneggiano alla libertà. Sembra di essere tornati ai giorni della rivoluzione, quando Tahrir era diventata il cuore pulsante di tutto l’Egitto”.
Radio Vaticana - Così padre Alberto Sanchez, missionario comboniano descrive alla MISNA l’atmosfera nella piazza principale della capitale egiziana nel giorno del primo anniversario della rivoluzione che portò in appena 18 giorni alla caduta del regime di Hosni Mubarak.
Nel giorno delle celebrazioni, indette dal Consiglio militare (Scaf) che di fatto guida il paese, la piazza è diventata epicentro di manifestanti di diversa estrazione e vari colori politici: “un palco è stato allestito tra la ‘Mogamma’ – imponente palazzo governativo di stile sovietico che incombe sulla piazza – e la moschea di Omar Makram. Ai microfoni per arringare la folla si susseguono esponenti di tutte le correnti politiche, dai salafiti ai Fratelli Musulmani ai liberali e i social-democratici e dei movimenti rivoluzionari del 6 Aprile e del Fronte democratico” racconta il missionario, in prima fila al fianco dei cosiddetti ‘giovani della rivoluzione’ che per primi sfidarono i divieti imposti dalle leggi d’emergenza in vigore nel paese.
L’atmosfera è quella di una celebrazione “condivisa da tutti gli egiziani, al punto da superare divisioni e dissapori che hanno caratterizzato l’intero periodo della lunga tornata per le recenti elezioni legislative” aggiunge l’interlocutore della MISNA secondo cui gli slogan più diffusi sono “contro lo Scaf e per il ritorno alla piena democrazia”. Alle centinaia di migliaia di manifestanti in piazza si sono uniti tra gli altri, l’ex candidato presidenziale Mohammed el Baradei, il segretario generale della Lega araba Nabil el Araby e Alaa Abdel Fattah, il blogger e attivista a lungo detenuto dalla giustizia militare e rilasciato il giorno di Natale. Alle 16 ora locale (le 15 in Italia, ndr) le celebrazioni entreranno nel pieno con discorsi ufficiali e fuochi d’artificio. “Nel frattempo però, la festa è già iniziata – osserva Mohammed con un ‘tweet’ – e agli angoli della piazza si distribuiscono magliette, bandiere e dolci a base di datteri per i più piccoli”.
Celebrazioni e marce sono in corso in diverse città del paese, da Alessandria a Suez, epicentro nei giorni delle proteste, di violenti scontri con le forze dell’ordine, ma anche nei diversi governatorati dell’Alto Egitto. Non mancano le contestazioni contro i militari, che secondo molti stanno “rallentando” il processo democratico innescato con il rovesciamento dell’ex-regime. In un altro tweet, lo scrittore Ayman el Sayyad invita la stampa “a riportare con cura gli slogan e i cori dalla piazza: non siamo qui per celebrare la rivoluzione – scrive – ma a darle nuova linfa per portare a termine ciò che ha iniziato”.
Radio Vaticana - Così padre Alberto Sanchez, missionario comboniano descrive alla MISNA l’atmosfera nella piazza principale della capitale egiziana nel giorno del primo anniversario della rivoluzione che portò in appena 18 giorni alla caduta del regime di Hosni Mubarak.
Nel giorno delle celebrazioni, indette dal Consiglio militare (Scaf) che di fatto guida il paese, la piazza è diventata epicentro di manifestanti di diversa estrazione e vari colori politici: “un palco è stato allestito tra la ‘Mogamma’ – imponente palazzo governativo di stile sovietico che incombe sulla piazza – e la moschea di Omar Makram. Ai microfoni per arringare la folla si susseguono esponenti di tutte le correnti politiche, dai salafiti ai Fratelli Musulmani ai liberali e i social-democratici e dei movimenti rivoluzionari del 6 Aprile e del Fronte democratico” racconta il missionario, in prima fila al fianco dei cosiddetti ‘giovani della rivoluzione’ che per primi sfidarono i divieti imposti dalle leggi d’emergenza in vigore nel paese.
L’atmosfera è quella di una celebrazione “condivisa da tutti gli egiziani, al punto da superare divisioni e dissapori che hanno caratterizzato l’intero periodo della lunga tornata per le recenti elezioni legislative” aggiunge l’interlocutore della MISNA secondo cui gli slogan più diffusi sono “contro lo Scaf e per il ritorno alla piena democrazia”. Alle centinaia di migliaia di manifestanti in piazza si sono uniti tra gli altri, l’ex candidato presidenziale Mohammed el Baradei, il segretario generale della Lega araba Nabil el Araby e Alaa Abdel Fattah, il blogger e attivista a lungo detenuto dalla giustizia militare e rilasciato il giorno di Natale. Alle 16 ora locale (le 15 in Italia, ndr) le celebrazioni entreranno nel pieno con discorsi ufficiali e fuochi d’artificio. “Nel frattempo però, la festa è già iniziata – osserva Mohammed con un ‘tweet’ – e agli angoli della piazza si distribuiscono magliette, bandiere e dolci a base di datteri per i più piccoli”.
Celebrazioni e marce sono in corso in diverse città del paese, da Alessandria a Suez, epicentro nei giorni delle proteste, di violenti scontri con le forze dell’ordine, ma anche nei diversi governatorati dell’Alto Egitto. Non mancano le contestazioni contro i militari, che secondo molti stanno “rallentando” il processo democratico innescato con il rovesciamento dell’ex-regime. In un altro tweet, lo scrittore Ayman el Sayyad invita la stampa “a riportare con cura gli slogan e i cori dalla piazza: non siamo qui per celebrare la rivoluzione – scrive – ma a darle nuova linfa per portare a termine ciò che ha iniziato”.
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Sono presenti 4 commenti
Marshall tantawi ha unaica chance per fuggiere dalla penna capitale !!!!!!!!!!!!!!! E di scappare ma subito perché lui e sua scafa hanno uccisi 40 persone dopo la revoluzione
Marshall tantawi ha unaica chance per fuggiere dalla penna capitale !!!!!!!!!!!!!!! E di scappare ma subito perché lui e sua scafa hanno uccisi 40 persone dopo la revoluzione
Marshall tantawi ha unaica chance per fuggiere dalla penna capitale !!!!!!!!!!!!!!! E di scappare ma subito perché lui e sua scafa hanno uccisi 40 persone dopo la revoluzione
Marshall tantawi ha unaica chance per fuggiere dalla penna capitale !!!!!!!!!!!!!!! E di scappare ma subito perché lui e sua scafa hanno uccisi 40 persone dopo la revoluzione
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