martedì, gennaio 03, 2012
Sia a livello centrale, sia in molte cerimonie locali, sono state ricordate le 19 mila vittime accertate a causa del terremoto e del successivo tsunami del 15 marzo scorso, cercando nella loro fine un senso, ma anche un esempio, perché come ha suggerito l’imperatore Akihito nel suo discorso per il nuovo anno, non si tratta di un passato remoto, ma di una realtà che ad oggi ha anche ripercussioni sul Paese.

Radio Vaticana - Quello che è entrato nel 2012 è un Giappone non piegato, ma certamente colpito e ora perplesso sulle sue capacità e possibilità. Il 15 marzo 2011 è stato, per molti aspetti, uno spartiacque e oggi il Paese del Sol levante guarda al futuro con minori certezze, ma anche con ritrovata unità e determinazione. Nell’anno che si è aperto ha davanti 3 questioni urgenti e concomitanti: la ricostruzione, la crisi economica globale e la ristrutturazione del suo sistema energetico, finora fortemente dipendente dal nucleare. I giapponesi guardano a Tokyo, perché anche da lì, dovranno arrivare risposte convincenti e azioni coerenti, chiudendo il tempo di una classe dirigente autoreferenziale e poco coraggiosa nelle scelte quanto bloccata nei giochi dei partiti e delle correnti. (A cura di Stefano Vecchia) ascolta

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa