Continua il confronto a distanza tra Teheran e Washington. Dopo la minaccia di chiudere lo stretto di Hormuz e gli annunci sull’imminente completamento di un sito per l’arricchimento dell’uranio, arriva la condanna a morte dell’americano di origine iraniana Amir Mirza Hekmati.
E-ilmensile - Nella sentenza emessa dal tribunale di Teheran si accusa Hekmati di aver collaborato “con un Paese ostile” – gli Stati Uniti – e di aver compiuto attività di spionaggio per conto della Cia. Hekmati, 28 anni, è stato arrestato a dicembre e, secondo le autorità di Teheran, avrebbe ammesso i suoi legami con la Cia negando però di aver operato contro l’Iran. Il governo di Washington ha smentito le accuse chiedendo la liberazione immediata del giovane statunitense. Sul fornte dello stretto di Hormuz, Teheran continua a fare la voce gorssa asserendo che la presenza statunintese nel golfo Persico, non è gradita.
Negli ultimi giorni l’Iran ha più volte minacciato di chiudere lo stretto di Hormuz, attraverso il quale passa il 40 per cento del petrolio mondiale trasportato via mare. Proprio oggi, il ministro dell’Energia degli Emirati Mohamed ben Dhaen al-Hamili ha annunciato che il nuovo oleodotto che permetterà di trasportare il petrolio verso i porti degli Emirati situati sulla costa orientale senza transitare per lo stretto di Hormuz, sarà pronto entro sei mesi. Già a maggio o giugno sarà possibile cominciare a esportare il petrolio attraverso l’oleodotto che ha una capacità di 1,5 milioni di barili al giorno.
E-ilmensile - Nella sentenza emessa dal tribunale di Teheran si accusa Hekmati di aver collaborato “con un Paese ostile” – gli Stati Uniti – e di aver compiuto attività di spionaggio per conto della Cia. Hekmati, 28 anni, è stato arrestato a dicembre e, secondo le autorità di Teheran, avrebbe ammesso i suoi legami con la Cia negando però di aver operato contro l’Iran. Il governo di Washington ha smentito le accuse chiedendo la liberazione immediata del giovane statunitense. Sul fornte dello stretto di Hormuz, Teheran continua a fare la voce gorssa asserendo che la presenza statunintese nel golfo Persico, non è gradita.
Negli ultimi giorni l’Iran ha più volte minacciato di chiudere lo stretto di Hormuz, attraverso il quale passa il 40 per cento del petrolio mondiale trasportato via mare. Proprio oggi, il ministro dell’Energia degli Emirati Mohamed ben Dhaen al-Hamili ha annunciato che il nuovo oleodotto che permetterà di trasportare il petrolio verso i porti degli Emirati situati sulla costa orientale senza transitare per lo stretto di Hormuz, sarà pronto entro sei mesi. Già a maggio o giugno sarà possibile cominciare a esportare il petrolio attraverso l’oleodotto che ha una capacità di 1,5 milioni di barili al giorno.
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