L’Alzheimer è una patologia che fa regredire le capacità razionali ma non le emozioni e le relazioni affettive. In Puglia un progetto di assistenza le ha valorizzate.
Ciittanuova - Poteva essere considerata un sogno o meglio un’utopia la possibilità di investire sulla capacità relazionale dei malati di Alzheimer. Costruire per loro, senza più capacità razionali, un programma di assistenza che punta a trovare altri canali di incontro non era certo facile: operatori, parenti e pazienti dovevano mettersi tutti in gioco. Eppure Antonella de Litteriis a San Severo, in Puglia, ha voluto investirci.
«L’idea è nata dalla volontà di fare qualcosa di utile nel proprio territorio, - spiega Antonella perché la trama dei comportamenti pro-sociali potesse estendersi fino ai più deboli e bisognosi di aiuto». Antonella aveva in qual momento una zia malata di Alzheimer, e per aiutarla nel modo migliore si era informata per conoscere meglio la malattia e per curarla nel modo più efficace. Aveva scoperto che le persone affette da questo disturbo, hanno una regressione nell’uso della capacità razionale, mentre mantengono una forte sensibilità sul piano delle emozioni e della capacità di riconoscimento delle relazioni affettive. Questo metteva in evidenza la necessità di mantenere attivi i rapporti familiari, per preservare gli anziani da una tempestiva regressione causata dall’improvviso allontanamento dagli affetti e dai luoghi da sempre conosciuti. Per questo Antonella, spinta dall’amore verso sua zia, ha pensato a quanti anziani della sua città avessero bisogno di questo tipo di assistenza, basata sugli affetti della famiglia e sul recupero delle loro capacità emotive. Nasce così la Casa dei Sogni, come associazione di assistenza e promozione della cultura di aiuto e di assistenza dei malati di Alzheimer basata sulla terapia dell’affetto e del contatto.
Nell’equipe dell’associazione sono presenti psichiatri e neurologi, capaci di dare indicazioni di carattere sanitario e di offrire supporto e assistenza medica. Accanto ad essi, si formano figure di assistenza specializzate, gli operatori socio sanitari. Ed infine, sono presenti i volontari che offrono un aiuto concreto nella realizzazione di attività ludiche in grado di suscitare mantenere le relazioni affettive, basate sul riconoscimento e la gestione delle emozioni. Infatti la novità di questa associazione è l’idea di instaurare rapporti autentici con gli anziani ammalati considerandoli persone al pieno delle loro capacità, offrendo loro momenti di formazione e approfondimento sulle caratteristiche della malattia.
Vengono spiegate le cause delle reazioni impulsive e a volte nervose, il sentimento di odio che nasce dalla paura dell’abbandono, la mania di persecuzione che induce i malati a pensare di doversi difendere dalle persone più vicine, come i parenti e i familiari. Questa pratica offre già risultati sorprendenti a diversi stadi della condizione del malato. Perché l’attenzione e il rispetto che gli anziani ricevono, alimentano la risposta positiva, il senso di fiducia e di accoglienza che sentono nei loro riguardi. Spesso, però il problema principale di una famiglia che deve prendersi cura di un anziano malato di Alzheimer, è la mancanza di disponibilità economica per pagare un’assistenza di ventiquattro ore al giorno.
E laddove essa non venisse a mancare, in altrettanti casi, manca la disponibilità delle figure di assistenza per i casi più gravi, inducendo i parenti ad abbandonare i loro cari in case di riposo spesso non attrezzate per la giusta degenza della persona ammalata. «Infatti”, - risponde Antonella - molto spesso l’assistenza è affidata a personale di compagnia non specializzato dal punto di vista sanitario, impreparato a curare il malato. Inoltre, questo tipo di assistenza ha dei costi inferiori, che non ripagano il difficile impegno richiesto. La nostra associazione, ha lo scopo di andare incontro alle famiglie supportandole nella gestione della malattia del loro parente, con un sostegno psicologico, materiale e sanitario.
Noi aiutiamo le famiglie a prendersi cura dei loro parenti ammalati, rendendoci disponibili tutta la settimana su richiesta, offrendo loro, consulenza e assistenza di personale specializzato e preparato nella gestione di questa malattia, dedicando due pomeriggi a settimana ad uscite ricreative con gli anziani, utili al mantenimento del loro equilibrio psico-relazionale». Questa rete di persone dedite al mondo degli anziani, i quali hanno diritto di essere sostenuti e accompagnati alla fine di un lungo percorso in cui hanno speso talenti e forze per la vita delle future generazioni nasce anche nell’ambito del progetto pro-socialità di cui il comune pugliese è uno dei pionieri.
Ciittanuova - Poteva essere considerata un sogno o meglio un’utopia la possibilità di investire sulla capacità relazionale dei malati di Alzheimer. Costruire per loro, senza più capacità razionali, un programma di assistenza che punta a trovare altri canali di incontro non era certo facile: operatori, parenti e pazienti dovevano mettersi tutti in gioco. Eppure Antonella de Litteriis a San Severo, in Puglia, ha voluto investirci.
«L’idea è nata dalla volontà di fare qualcosa di utile nel proprio territorio, - spiega Antonella perché la trama dei comportamenti pro-sociali potesse estendersi fino ai più deboli e bisognosi di aiuto». Antonella aveva in qual momento una zia malata di Alzheimer, e per aiutarla nel modo migliore si era informata per conoscere meglio la malattia e per curarla nel modo più efficace. Aveva scoperto che le persone affette da questo disturbo, hanno una regressione nell’uso della capacità razionale, mentre mantengono una forte sensibilità sul piano delle emozioni e della capacità di riconoscimento delle relazioni affettive. Questo metteva in evidenza la necessità di mantenere attivi i rapporti familiari, per preservare gli anziani da una tempestiva regressione causata dall’improvviso allontanamento dagli affetti e dai luoghi da sempre conosciuti. Per questo Antonella, spinta dall’amore verso sua zia, ha pensato a quanti anziani della sua città avessero bisogno di questo tipo di assistenza, basata sugli affetti della famiglia e sul recupero delle loro capacità emotive. Nasce così la Casa dei Sogni, come associazione di assistenza e promozione della cultura di aiuto e di assistenza dei malati di Alzheimer basata sulla terapia dell’affetto e del contatto.
Nell’equipe dell’associazione sono presenti psichiatri e neurologi, capaci di dare indicazioni di carattere sanitario e di offrire supporto e assistenza medica. Accanto ad essi, si formano figure di assistenza specializzate, gli operatori socio sanitari. Ed infine, sono presenti i volontari che offrono un aiuto concreto nella realizzazione di attività ludiche in grado di suscitare mantenere le relazioni affettive, basate sul riconoscimento e la gestione delle emozioni. Infatti la novità di questa associazione è l’idea di instaurare rapporti autentici con gli anziani ammalati considerandoli persone al pieno delle loro capacità, offrendo loro momenti di formazione e approfondimento sulle caratteristiche della malattia.
Vengono spiegate le cause delle reazioni impulsive e a volte nervose, il sentimento di odio che nasce dalla paura dell’abbandono, la mania di persecuzione che induce i malati a pensare di doversi difendere dalle persone più vicine, come i parenti e i familiari. Questa pratica offre già risultati sorprendenti a diversi stadi della condizione del malato. Perché l’attenzione e il rispetto che gli anziani ricevono, alimentano la risposta positiva, il senso di fiducia e di accoglienza che sentono nei loro riguardi. Spesso, però il problema principale di una famiglia che deve prendersi cura di un anziano malato di Alzheimer, è la mancanza di disponibilità economica per pagare un’assistenza di ventiquattro ore al giorno.
E laddove essa non venisse a mancare, in altrettanti casi, manca la disponibilità delle figure di assistenza per i casi più gravi, inducendo i parenti ad abbandonare i loro cari in case di riposo spesso non attrezzate per la giusta degenza della persona ammalata. «Infatti”, - risponde Antonella - molto spesso l’assistenza è affidata a personale di compagnia non specializzato dal punto di vista sanitario, impreparato a curare il malato. Inoltre, questo tipo di assistenza ha dei costi inferiori, che non ripagano il difficile impegno richiesto. La nostra associazione, ha lo scopo di andare incontro alle famiglie supportandole nella gestione della malattia del loro parente, con un sostegno psicologico, materiale e sanitario.
Noi aiutiamo le famiglie a prendersi cura dei loro parenti ammalati, rendendoci disponibili tutta la settimana su richiesta, offrendo loro, consulenza e assistenza di personale specializzato e preparato nella gestione di questa malattia, dedicando due pomeriggi a settimana ad uscite ricreative con gli anziani, utili al mantenimento del loro equilibrio psico-relazionale». Questa rete di persone dedite al mondo degli anziani, i quali hanno diritto di essere sostenuti e accompagnati alla fine di un lungo percorso in cui hanno speso talenti e forze per la vita delle future generazioni nasce anche nell’ambito del progetto pro-socialità di cui il comune pugliese è uno dei pionieri.
di Emanuela Megli
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