Varierà dagli 80 ai 200 euro la tassa che dovrà essere versata ogni volta che si chiede o si rinnova il permesso di soggiorno. Secondo il sito Stranieri in Italia , la norma era già prevista dalla legge sulla sicurezza del 2009, ma era rimasta inattuata
PeaceReporter - Un decreto firmato il 6 ottobre 2011 dagli allora ministri dell’Interno Roberto Maroni e dell’Economia Giulio Tremonti, pubblicato il 31 dicembre sulla Gazzetta Ufficiale, lo rende operativo a partire dal 30 gennaio prossimo. Il balzello si aggiunge al contributo di 27,50 euro per il rilascio del permesso di soggiorno elettronico. Gli immigrati contestano, però, le eccessive lungaggini per ottenere i permessi, quando le pratiche dovrebbero per legge essere espletate entro 20 giorni dalla domanda. La nuova tassa, in ogni caso, non riguarda i permessi dei minori, gli stranieri che entrano in Italia per sottoporsi a cure mediche e i loro accompagnatori, così come chi chiede un permesso per asilo, richiesta d’asilo, protezione sussidiaria o motivi umanitari. Il contributo non tocca neanche a chi chiede solo di aggiornare o convertire un permesso di soggiorno già valido.
Gli introiti ricavati dalla nuova tassa serviranno in parte a finanziare il «Fondo rimpatri», in parte per coprire spese di ordine pubblico e sicurezza del Viminale, e per finanziare gli sportelli unici e l’integrazione.
PeaceReporter - Un decreto firmato il 6 ottobre 2011 dagli allora ministri dell’Interno Roberto Maroni e dell’Economia Giulio Tremonti, pubblicato il 31 dicembre sulla Gazzetta Ufficiale, lo rende operativo a partire dal 30 gennaio prossimo. Il balzello si aggiunge al contributo di 27,50 euro per il rilascio del permesso di soggiorno elettronico. Gli immigrati contestano, però, le eccessive lungaggini per ottenere i permessi, quando le pratiche dovrebbero per legge essere espletate entro 20 giorni dalla domanda. La nuova tassa, in ogni caso, non riguarda i permessi dei minori, gli stranieri che entrano in Italia per sottoporsi a cure mediche e i loro accompagnatori, così come chi chiede un permesso per asilo, richiesta d’asilo, protezione sussidiaria o motivi umanitari. Il contributo non tocca neanche a chi chiede solo di aggiornare o convertire un permesso di soggiorno già valido.
Gli introiti ricavati dalla nuova tassa serviranno in parte a finanziare il «Fondo rimpatri», in parte per coprire spese di ordine pubblico e sicurezza del Viminale, e per finanziare gli sportelli unici e l’integrazione.
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