Ieri pomeriggio c'è stato l'incontro del ministro dell'ambiente Corrado Clini con la Confederazione italiana armatori (Confitarma) e l'European cruise council (Ecc) che è stato presentato dal ministero come «Un confronto con gli armatori per difendere i mari e le coste italiane e per promuovere il turismo sostenibile», ma sul sito del ministero non c'è traccia dei risultati di questo confronto.
Greenreport - Paolo d'Amico, presidente di Confitarma, accettando l'invito di Clini «Per un programma volontario e condiviso volto a promuovere un turismo intelligente" e la difesa dell'ambiente e dei mari» si era detto disponibile alla massima collaborazione. Nei giorni scorsi perfino l'Unesco aveva sollecitato il governo italiano ad impedire che le grandi navi da crociera penetrassero nella laguna veneta e la pratica degli accosti ad aree particolarmente sensibili, ma fino ad ora l'unica cosa che si è vista è l'accordo tra Clini e l'Autorità portuale di Venezia, mentre l'annunciato decreto sulle rotte non è stato ancora emanato e ci sono voci insistenti di diversità di vedute tra Clini ed il ministero delle infrastrutture e dei trasporti Passera.
Il responsabile Mare di Legambiente, Sebastiano Venneri, è preoccupato: «Dopo la tragedia umana rischiamo il disastro ambientale. La Costa Concordia naufragata all'isola del Giglio due settimane fa rappresenta un concreto pericolo di inquinamento per l'Arcipelago toscano e il santuario dei Cetacei, eppure non si ha più traccia del decreto sulla regolamentazione delle rotte per le navi da crociera annunciato dopo l'incidente. Non c'è tempo da perdere. E' necessario emanare al più presto il decreto per interdire alle grandi navi la navigazione entro le 5 miglia dalle aree marine protette e dai parchi nazionali e il transito nelle aree fragili prevedendo sanzioni pesanti per chi disattende i divieti. Solo in questo modo sarà possibile tutelare le nostre coste e i fondali ricchi di biodiversità, impedendo di fatto, il verificarsi di incidenti gravi e drammatici come quello della Costa Concordia».
Greenreport - Paolo d'Amico, presidente di Confitarma, accettando l'invito di Clini «Per un programma volontario e condiviso volto a promuovere un turismo intelligente" e la difesa dell'ambiente e dei mari» si era detto disponibile alla massima collaborazione. Nei giorni scorsi perfino l'Unesco aveva sollecitato il governo italiano ad impedire che le grandi navi da crociera penetrassero nella laguna veneta e la pratica degli accosti ad aree particolarmente sensibili, ma fino ad ora l'unica cosa che si è vista è l'accordo tra Clini e l'Autorità portuale di Venezia, mentre l'annunciato decreto sulle rotte non è stato ancora emanato e ci sono voci insistenti di diversità di vedute tra Clini ed il ministero delle infrastrutture e dei trasporti Passera.
Il responsabile Mare di Legambiente, Sebastiano Venneri, è preoccupato: «Dopo la tragedia umana rischiamo il disastro ambientale. La Costa Concordia naufragata all'isola del Giglio due settimane fa rappresenta un concreto pericolo di inquinamento per l'Arcipelago toscano e il santuario dei Cetacei, eppure non si ha più traccia del decreto sulla regolamentazione delle rotte per le navi da crociera annunciato dopo l'incidente. Non c'è tempo da perdere. E' necessario emanare al più presto il decreto per interdire alle grandi navi la navigazione entro le 5 miglia dalle aree marine protette e dai parchi nazionali e il transito nelle aree fragili prevedendo sanzioni pesanti per chi disattende i divieti. Solo in questo modo sarà possibile tutelare le nostre coste e i fondali ricchi di biodiversità, impedendo di fatto, il verificarsi di incidenti gravi e drammatici come quello della Costa Concordia».
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