E’ il Sudafrica a presiedere per il primo mese del 2012 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite mentre cinque nuovi paesi entrano a far parte della massima istituzione in qualità di membri non permanenti, tra cui Togo, Marocco, Guatemala e Pakistan.
Agenzia Misna - Secondo fonti diplomatiche sudafricane, i rapporti tra Onu e Unione africana per raggiungere una maggiore coesione tra le due istituzioni nella lotta ai conflitti saranno al centro dell’agenda di Pretoria durante questo mese di presidenza a rotazione. Fonti di stampa ricordano invece le esitazioni del presidente Jacob Zuma sulla crisi post-elettorale in Costa d’Avorio ma soprattutto sulla crisi libica che non hanno giovato all’immagine diplomatica del gigante economico sudafricano, entrato a far parte nel 2011 del ‘Bric’accanto a Brasile, Russia, India e Cina.
Ma a gennaio un altro appuntamento politico importante attende il Sudafrica: il prossimo vertice dell’Unione africana a Addis Abeba durante il quale Pretoria cercherà di far eleggere il proprio candidato alla presidenza della Commissione, attualmente occupata dal gabonese Jean Ping. Si tratta di Nkosazana Dlamini Zuma, attuale ministro dell’Interno e ex capo della diplomazia sudafricana.
A raggiungere il Consiglio di sicurezza per due anni sono quattro paesi del Sud del mondo e l’Azerbaigian, sicuramente un alleato prezioso per la Russia dopo l’uscita del Brasile con il quale Mosca aveva costituito un importante contrappeso politico sulla crisi in Siria. Marocco, Guatemala e Togo dovrebbero invece sostenere le posizioni occidentali sulla difficile situazione siriana che rimane sul tavolo del Consiglio di sicurezza. Il Pakistan dovrà invece coabitare con il suo storico rivale, l’India. Fonti di stampa internazionale sottolineano il clima di forte tensione in seno al Consiglio di sicurezza tra Russia e occidentali sul caso siriano ma anche sulla Palestina la cui richiesta di ammissione, presentata a settembre, rimane sospesa.
Agenzia Misna - Secondo fonti diplomatiche sudafricane, i rapporti tra Onu e Unione africana per raggiungere una maggiore coesione tra le due istituzioni nella lotta ai conflitti saranno al centro dell’agenda di Pretoria durante questo mese di presidenza a rotazione. Fonti di stampa ricordano invece le esitazioni del presidente Jacob Zuma sulla crisi post-elettorale in Costa d’Avorio ma soprattutto sulla crisi libica che non hanno giovato all’immagine diplomatica del gigante economico sudafricano, entrato a far parte nel 2011 del ‘Bric’accanto a Brasile, Russia, India e Cina.
Ma a gennaio un altro appuntamento politico importante attende il Sudafrica: il prossimo vertice dell’Unione africana a Addis Abeba durante il quale Pretoria cercherà di far eleggere il proprio candidato alla presidenza della Commissione, attualmente occupata dal gabonese Jean Ping. Si tratta di Nkosazana Dlamini Zuma, attuale ministro dell’Interno e ex capo della diplomazia sudafricana.
A raggiungere il Consiglio di sicurezza per due anni sono quattro paesi del Sud del mondo e l’Azerbaigian, sicuramente un alleato prezioso per la Russia dopo l’uscita del Brasile con il quale Mosca aveva costituito un importante contrappeso politico sulla crisi in Siria. Marocco, Guatemala e Togo dovrebbero invece sostenere le posizioni occidentali sulla difficile situazione siriana che rimane sul tavolo del Consiglio di sicurezza. Il Pakistan dovrà invece coabitare con il suo storico rivale, l’India. Fonti di stampa internazionale sottolineano il clima di forte tensione in seno al Consiglio di sicurezza tra Russia e occidentali sul caso siriano ma anche sulla Palestina la cui richiesta di ammissione, presentata a settembre, rimane sospesa.
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